Adolescenti: 12 per cento tabagista
E’ un dato che sconvolge: il 12 per cento degli adolescenti è tabagista, cioè fuma abitualmente. E non basta. Un bimbo su 5 cresce in una casa in cui gli adulti fumano regolarmente. E’ per questa ragione che varie società scientifiche (Fimp, Simri e Aipo) si sono ‘alleate’ per migliorare la preparazione dei medici che devono convincere giovani e genitori a smettere per sempre con le sigarette. Si andrà dal pediatra per smetterla con ‘le bionde’.
Il 12 per cento degli adolescenti è tabagista, è vero. Ogni giorno incontro ragazzine e ragazzini che fumano in strada. E io, che ho iniziato a fumare a 16 anni, li vedo davvero piccoli, più di me che ho sbagliato e tanto. Faccio il mea culpa…
Oggi uso la sigaretta elettronica, mio marito ha smetto di fumare. Avendo una figlia di 10 anni mi auguro vivamente che presto non rientri nel 12 per cento degli adolescenti che è già tabagista.
E’ per questa ragione che apprezzo molto gli interventi di prevenzione per far buttare via il pacchetto. In Italia infatti, ricordano gli esperti, un bambino su cinque cresce in una casa in cui è consentito fumare e questo aumenta il rischio di acquisire uno stato di dipendenza da grandi ma anche di sviluppare precocemente una malattia fumo correlata. Il pediatra può però svolgere un ruolo educativo importante. Per questo motivo, al fine di fornire una corretta preparazione ai professionisti, la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), la Società di Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) e l’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO) danno il via a un progetto educazionale dal titolo “Il pediatria come facilitatore di smoking cessation”. Dopo il primo corso che si è svolto a Salerno, le attività formative si sposteranno a Roma, Torino e Firenze.
Obiettivo dei corsi, condotti con modalità interattiva, è quello di fornire strumenti adeguati ad affinare le competenze del pediatra per stimolare, orientare e gestire il problema del tabagismo nei genitori (comprese le donne in gravidanza) e nei più giovani. “Vogliamo porre le basi di una rete che metta in relazione gli interventi di primo livello messi in atto dal pediatra con quelli di secondo livello effettuati nei centri antifumo pneumologici – afferma Renato Cutrera, presidente Simri – Il fumo, sia attivo che passivo, è infatti uno dei principali fattori di rischio per le malattie respiratorie infantili come l’asma”.
Gli interventi non sono però rivolti solo ai pazienti ma soprattutto ai cittadini non sintomatici ancora giovani per orientarli nell’ottica di una strategia di prevenzione dei danni da fumo di tabacco. Il “12% degli adolescenti italiani fuma regolarmente – aggiunge Giampietro Chiamenti, presidente FIMP – e otto tabagisti su dieci hanno iniziato a fumare prima di aver compiuto 20 anni. Stiamo dunque parlando di un comportamento estremamente pericoloso e che interessa anche i giovani. Il pediatra può e deve fare di più per educare sia i ragazzi che i genitori. Con questa iniziativa itinerante vogliamo migliorare la preparazione degli specialisti su un tema di salute pubblica sempre più importante”. “E’la prima volta – afferma Paola Martucci dell’AIPO – che due Società Scientifiche di Medicina Respiratoria, una dell’età pediatrica e l’altra dell’età adulta, si incontrano su un tema condiviso di prevenzione delle malattie respiratorie. I tempi sono maturi perché si attuino azioni sinergiche per la lotta contro il fumo, condividendo percorsi diagnostico e terapeutici comuni adattati alle varie fasi della vita”.
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