Adolescenti: allarme sedentarietà

Apr 12
Scritto da Annamaria avatar

In Italia l’allarme sedentarietà diventa sempre più alto: ben il 90% degli adolescenti tra gli 11 e i 15 anni non pratica alcuna attività sportiva quotidiana. Ci si avvilisce ancora di più se si pensa che meno del 10% di loro svolge almeno 60 minuti al giorno di attività fisica. Ricordiamo che ciò è altamente raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

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L’allarme sedentarietà, come fa sapere l’Ansa, non c’è solo tra gli adolescenti: un bambino su cinque tra gli 8 e i 9 anni è, purtroppo, in sovrappeso. Uno su dieci è obeso. Tutti questi dati sono stati ampiamente evidenziati  in occasione della Giornata Mondiale della Salute lo scorso 7 aprile, dalla Rete Italiana Città Sane – Oms. E’ ‘colpa’ della “mancata sensibilizzazione” e della “gestione disequilibrata dei servizi”, ma non solo anche delle mancanza di servizi nel nostro Paese.

“Oggi più che mai è importante ricordare che le abitudini sane si costruiscono nei luoghi della vita quotidiana”, spiega il presidente nazionale della Rete Italiana Città Sane Oms, Lamberto Bertolè. “Le città assumono un ruolo centrale nella sperimentazione di politiche integrate e nella promozione di relazioni efficaci e durature. I quartieri, le scuole e gli spazi pubblici sono infatti i primi presidi del benessere fisico e mentale”, aggiunge.

“Il nostro obiettivo è creare relazioni strutturate tra chi amministra i territori, chi li studia e chi li vive”, continua Bertolé. “I Comuni sono in prima linea nel costruire una società più sana, inclusiva e consapevole. Il benessere si costruisce nei territori, attraverso politiche intersettoriali e relazioni collaborative: solo così possiamo trasformare il principio ‘Health for All’ in realtà quotidiana”. 

Gli adolescenti devono essere attivi. L’allarme sedentarietà è urgente, perché l’attività fisica e una dieta sana ed equilibrata servono a prevenire patologie gravi che possono sopraggiungere quando si è adulti. Bisogna scuotere questi ragazzi e pretendere una più equa distribuzione di servizi. Affinché tutti possano assicurare benessere ai propri figli.

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