Bambini affetti da ecoansia

Giu 13
Scritto da Annamaria avatar

Il 95% dei bambini sono preoccupati per il futuro dell’ambiente, affetti da una vera e propria ecoansia. E’ quanto emerge dai risultati di un recente studio italiano, nato nel contesto del progetto educativo di Scuolattiva Onlus “A Scuola di Acqua”. E’ realizzato da nove anni in collaborazione con il Gruppo Sanpellegrino. Attraverso ‘A Scuola di Acqua: sete di futuro’ promuove da anni iniziative per stimolare nelle nuove generazioni comportamenti responsabili legati a un consumo corretto e consapevole di acqua. Questo per educarli al riciclo e alla tutela ambientale.

bambini affetti da ecoansia

“Lo studio realizzato dall’Università di Pavia aggiunge, quindi, un nuovo tassello a questa iniziativa mostrando la preoccupazione dei bambini per il futuro del Pianeta, insieme alla convinzione che il loro contributo possa fare la differenza. Siamo, infatti, convinti che i progetti di formazione ricoprano un ruolo fondamentale nel creare consapevolezza su questi temi. Attraverso l’informazione e la formazione dei più piccoli, si possono gettare le basi per costruire un futuro più sostenibile”, spiega Fabiana Marchini, Head of Sustainability del Gruppo Sanpellegrino.

La ricerca è stata condotta sotto la supervisione scientifica del Laboratorio di Psicologia della Salute del Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento dell’Università di Pavia. In collaborazione con Triplepact Società Benefit, ha previsto la somministrazione di una survey realizzata con metodologia CAWI (Computer Assisted Web Interview). Ha coinvolto un campione di circa 1000 bambini tra i 5 e gli 11 anni. Diverse ricerche internazionali hanno suggerito una suddivisione in tre categorie per comprendere come i cambiamenti climatici influenzino la salute mentale. Impatti diretti, indiretti e vicari. Finora, gran parte della ricerca scientifica ha focalizzato l’attenzione sugli impatti diretti, quelli che si manifestano dopo eventi climatici estremi come alluvioni, terremoti o uragani. Tuttavia, sempre più persone stanno vivendo un senso di angoscia legato alla crisi climatica globale anche senza essere direttamente o indirettamente colpite.

Questo emerge chiaramente anche nello studio di Scuolattiva: l’ecoansia nei bambini non è necessariamente correlata a esperienze realmente vissute,. Piuttosto è frutto della comunicazione e informazione sui temi del climate change che influenzano la percezione del problema da parte dei più piccoli. In altre parole, solo conoscere le conseguenze dei cambiamenti climatici attraverso i media può influenzare la salute mentale. Ne sono quindi affetti.

Nonostante lo stato di marcata preoccupazione, i bambini si sentono strettamente connessi all’ambiente (nel 78% dei casi). Il loro approccio al fenomeno non è passivo ma, al contrario, connotato da un forte spirito di protagonismo e di motivazione ad agire. La quasi totalità del campione si percepisce infatti direttamente responsabile della situazione (95.6%) e pensa che il proprio contributo possa fare la differenza (97.2%).

Non solo, agli occhi dei bambini, la soluzione sta nella partecipazione di tutti. Anche gli adulti, nei quali è riposta la fiducia del 72% dei più piccoli, devono contribuire attivamente alla salute del Pianeta. Lo studio sottolinea quindi l’importanza di promuovere l’engagement delle nuove generazioni nella tutela dell’ambiente e nel contrasto ai cambiamenti climatici attraverso iniziative formative e di sensibilizzazione.

“Assistere alle conseguenze del cambiamento climatico può generare sofferenza e preoccupazioni per il futuro. Insieme a senso di impotenza e frustrazione per l’incapacità di arrestare questo fenomeno o di fare la differenza. Per questo diventa sempre più necessario investire su iniziative formative e di sensibilizzazione che favoriscano l’empowerment dei cittadini e, soprattutto delle nuove generazioni, in merito al valore dei comportamenti di ciascuno di noi nel contrasto agli effetti del cambiamento climatico. Ciò può proteggere le persone dall’esperienza di ecoansia. Non è ovviamente una patologia ma rappresenta tuttavia un fattore di rischio per disturbi della salute mentale”, chiarisce la professoressa Serena Barello. 

“E’ infatti un fattore di stress che può’ spingere gli individui a reagire all’ansia cambiando non solo il loro comportamento quotidiano, ma anche la loro prospettiva sul mondo e le aspettative per il futuro”, sottolinea la direttrice del laboratorio di Psicologia della Salute del Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento dell’Università di Pavia coordinatore scientifico dello studio.

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