Bambini in quarantena
I bambini in quarantena, dopo tanti giorni chiusi in casa, soffrono. Ci sono proposte affinché gli si possa regalare almeno un’ora d’aria al giorno, ma l’emergenza sanitaria viene prima ed è meglio che non si rischino nuovi contagi.
In quarantena, certo, si possono fare tante cose: studiare, seguire le lezioni online, vedere serie tv e film, navigare sul web, anche allenarsi. Ma stare all’aria aperta è un’altra cosa e i bambini stanno cominciando ad avvertire questa mancanza di libertà.
“La primavera sembra arrivata quindi sicuramente l’invito è quello di aprire le finestre. Il virus non viaggia nell’aria e i raggi solari se entrano nelle stanze, sui letti, sulle lenzuola o sugli abiti, possono essere dei validi agenti che, se ci sono delle problematiche di batteri, aiutano a disinfettare”, dice Giovanni Di Mauro, presidente della Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps), in merito all’ora d’aria richiesta nei giorni scorsi per i bambini in una lettera aperta di associazioni, insegnanti e psicologi. Lo specialista però invita tutti “all’attenzione, perché uscire fuori non sembra essere la cosa preferibile”. Poi aggiunge: “Nei limiti delle restrizioni, e a seconda delle singole organizzazioni abitative, si possono fare diverse valutazioni“.
“Se ci sono terrazzi, balconi o cortili va bene camminare, basta che poi in un cortile non si riuniscano dieci bambini, così si rischia l’assembramento”. E’ ottimale “fare passeggiate sui balconi o sui terrazzi ma soprattutto bisogna arieggiare ed aprire. Se i raggi solari entrano dalle finestre hanno un potere disinfettante, come dei ‘mini’ raggi ultravioletti. Quella dei raggi solari è una gradazione ‘disinfettante’ minimale rispetto agli Uv veri e propri, ma può agire in questo senso”.
Il pediatra consiglia: “Se si hanno delle mascherine in casa, di esporle ai raggi del sole, perché cosi’ si pratica una sorta di disinfezione delle stesse”. Poi ancora sui bambini in quarantena precisa: “Non devono stare sigillati, non si abbia paura di aprire le finestre perché entra il virus: non è così. Il virus non ha le ali”.
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