Bambini: vademecum per sicurezza digitale
Una città si occupa dei bambini e gli adolescenti con un vademecum per benessere e sicurezza digitale dei più piccoli. Dato che la dipendenza dai device oramai è un fatto accertato, e non solo per i ragazzini, pure per gli adulti.
Le “Raccomandazioni di Milano per il benessere e la sicurezza digitale di bambini e pre-adolescenti” saranno divulgate a tutte le famiglie attraverso le scuole. E’ un vademecum con otto raccomandazioni.
Il vademecum per il benessere e la sicurezza digitale dei bambini e pre-adolescenti è stato, redatto da Marco Gui, Marina Picca e Marianna Sala. E’ stato promosso da Comune di Milano, Università Bicocca, Ufficio Scolastico Territoriale di Milano, Ats Milano Città Metropolitana, Corecom Lombardia, Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche (SICuPP) . Il movimento “Aspettando lo smartphone” è nato nell’ambito del “Patto Educativo Digitale della città di Milano”, lo hanno voluto un primo gruppo di genitori che avevano deciso di non dare lo smartphone ai figli prima dei 13 anni.
“Nel primo punto c’è la necessità di una formazione degli adulti e la consapevolezza dell’interferenza che il tempo trascorso davanti allo schermo pone nella relazione tra genitori e figli, facendo venire meno attenzione e confronto fin dalla primissima età. Si sottolinea poi che debba essere rispettata la privacy dei ragazzi (quanti genitori li utilizzano per creare contenuti e averne tornaconto economico o di visibilità?)”, scrive il Corriere della Sera, riportando la notizia.
“Punto due: l’ingresso nel mondo digitale deve essere graduale e con contenuti selezionati dagli adulti e ciò non deve accadere solo in famiglia. Ci deve essere una convergenza a livello sociale. Punto tre: norme e divieti già ci sono, ma sono largamente disattesi (l’età dei videogiochi, l’uso dei social sotto i 14 anni etc): la rotta va invertita. Punto quattro: il possesso di uno smartphone personale, senza filtri e che permette l’accesso a internet illimitato è altamente sconsigliato sotto i 13 anni”.
“Tra gli altri punti, il necessario bilanciamento tra vita mediata dalla tecnologia e la vita in presenza fisic., Aiutare i piccoli a sviluppare competenze digitali ma anche senso critico nei confronti dei contenuti che incontrano e delle fonti a cui si rivolgono. Maggior dialogo tra docenti e famiglie sull’opportunità o meno di assegnare compiti da svolgere online per un ‘diritto alla disconnessione’”.
“E non dimenticare mai che un buon rapporto tra bambini e tecnologie digitali è un problema anche di salute pubblica (le dipendenze da cellulari e videogiochi portano a patologie fisiche come miopia, problemi di postura, cervicale, obesità e psichiche come ansia, depressione, ecc)”.
“Le raccomandazioni nascono dal dialogo e dal confronto tra famiglie e scuola, università, ricercatori e pedagogisti, pediatri, giuristi e amministrazione. Un punto di partenza concreto, un riferimento che permette di superare la polarizzazione delle posizioni sui temi educativi e allo stesso tempo evita il sottrarsi a un dibattito che ha un carattere non solo locale, ma che viene affrontato in tutto il mondo e che non deve lasciare sole le famiglie”, sottolinea la vicesindaco e assessore all’Istruzione Anna Scavuzzo.
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