Covid: diminuita donazione latte umano
La pandemia da Covid-19 ha causato una forte riduzione della donazione di latte umano, fondamentale per la crescita di neonati prematuri e di quelli più fragili, che non possono riceverlo dalle proprie mamme. La diminuita donazione è un grave problema.
“Purtroppo la situazione di emergenza sanitaria, che stiamo vivendo da un anno, ha creato notevoli problemi per le Banche del Latte Umano Donato presenti nel nostro paese”, affermano il Presidente della Società Italiana di Neonatologia Prof. Fabio Mosca ed il Presidente dell’Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato (AIBLUD) – ONLUS Dott. Guido Moro.
L’allarme per la diminuita donazione del latte umano a causa del Covid viene lanciato nella Giornata Mondiale della Donazione del Latte Umano, che si celebra oggi, 19 maggio, occasione per presentare le nuove Raccomandazioni per la costituzione e l’organizzazione di una Banca del Latte Umano Donato.
Prodotte da un team multidisciplinare di neonatologi, epidemiologi, dietologi clinici ed esperti esterni, tra i quali operatori delle Banche del Latte (BLUD), le raccomandazioni rappresentano uno strumento per standardizzare ed ottimizzare la funzione delle BLUD esistenti in Italia e definiscono i requisiti minimi indispensabili per costituirne di nuove.
L’organizzazione e la gestione delle BLUD devono garantire la sicurezza e la qualità del prodotto e tutelare le mamme donatrici ed i neonati che ne beneficeranno, ancora di più in epoca Covid, durante la quale sono stati inseriti dei protocolli aggiuntivi, tra i quali lo screening delle donatrici per SARS-Cov-2.
Quando il latte materno è assente o insufficiente, il latte umano donato (LUD) rappresenta l’alimento per eccellenza per i neonati prematuri e le BLUD rivestono un ruolo fondamentale nel rispondere a questa esigenza. Le BLUD sono, infatti, strutture senza fini di lucro, create con lo scopo di raccogliere, secondo i principi dell’HACCP e le più scrupolose norme igieniche, trattare, conservare e distribuire il latte umano donato da mamme idonee, per utilizzarlo successivamente, per le necessità dei neonati pretermine ricoverati nelle neonatologie italiane.
I principali vantaggi dell’utilizzo del Latte Umano di Banca per il neonato prematuro sono: riduzione dell’incidenza di intolleranza alimentare, di enterocolite necrotizzante, di displasia broncopolmonare, di sepsi e di altre infezioni, di retinopatia del prematuro, precoce raggiungimento dell’alimentazione enterale esclusiva, miglioramento degli outcome neurocognitivi e promozione dello sviluppo cerebrale.
L’utilizzo precoce del latte Umano Donato consente, inoltre, una riduzione dei tempi di degenza e favorisce la promozione dell’allattamento materno esclusivo nelle TIN. Recenti dati pubblicati dalle TIN italiane ed in uno studio statunitense evidenziano, infatti, che la presenza di una Banca del latte nella stessa struttura sede della TIN, o, comunque, la possibilità di usufruire del latte donato, sembra avere un impatto notevolmente positivo sulle percentuali di allattamento esclusivo alla dimissione.
Nel mondo si contano oltre 750 banche del latte umano donato distribuite in 66 paesi e ogni anno 800.000 neonati ricevono questo alimento, che rappresenta un dono unico e molto speciale da parte di donne sensibili e generose. Quasi la metà di queste banche è ubicata in Europa. Le Banche del Latte distribuite sul territorio nazionale oggi sono 39, con una maggiore presenza nelle regioni del Centro-Nord, confermando a livello europeo l’Italia come il paese col maggior numero di BLUD.
“La generosità deve superare la paura”, concludono il Prof. Mosca ed il Dott. Moro. “La cultura della donazione deve essere promossa e incentivata, anche con l’aiuto delle istituzioni sia a livello locale che nazionale, attraverso politiche mirate ad aumentare la disponibilità ed abbattere i costi del Latte umano donato. All’interno di un buon programma di assistenza sanitaria, ogni donna dovrebbe poter contare sulla vicinanza di una Banca del Latte e sapere che è possibile donare liberamente e in sicurezza, consapevole dell’importanza del gesto che andrà a compiere”. La diminuita donazione del latte umano per colpa del Covid preoccupa: è opportuno porvi rimedio.
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