Devitalizzazione denti da latte

Set 29
Scritto da Annamaria avatar

La devitalizzazione dei denti da latte solitamente viene praticata ogni qual volta la carie interessi la polpa del dente oppure un trauma ne abbia provocato la necrosi, ossia la morte delle cellule del nervo dentale. In questi casi il dente generalmente appare più scuro, solitamente tendente al grigio.

Quando la carie non ha ancora contaminato in maniera completa la polpa dentaria, la devitalizzazione dei denti da latte viene praticata in maniera parziale, mediante la pulpotomia, una tecnica più veloce. Questa se applicata correttamente, può dare gli stessi esiti di una terapia canalare completa.

Noi genitori sbagliando pensiamo: “Se il dente deve addirittura essere devitalizzato, tanto vale estrarlo”. Ed è altrettanto errato pensare che un dente da latte che presenti ascessi più o meno gravi, venga lasciato nella bocca del bambino, senza alcuna cura non sia il mantenimento della camera pulpare aperta (ossia il dente aperto). Questo consiglio fa sì che i piccoli abbiano un’infezione permanente dell’osso circostante il dente. In alcuni casi questa infezione può anche estendersi.

Il centro odontoiatrico del dottor Mauro Farneti, della dottoressa Elena Bondi e della dottoressa Catia Zanfanti sottolinea: “Un dente da latte affetto da carie penetrante deve essere curato, e mai deve essere lasciato aperto per le possibili complicanze che ne possono derivare. Il dente da latte svolge tante funzioni, da quelle psico-sociali, a quelle di mantenimento del corretto spazio per il dente permanente, e la sua permanenza in bocca, anche se devitalizzato, assicura salute dentale ed evita al bambino quella sgradevole esperienza rappresentata dall’estrazione.
La permuta dei denti da latte deve essere un fenomeno naturale, in cui nessuno deve intervenire al di fuori dei ritmi biologici della natura”. Perciò se necessaria, sì alla devitalizzazione dei denti da latte.

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