Epilessia: cosa fare davanti a una crisi
In caso di epilessia, bisogna sapere cosa fare, come comportarsi, davanti a una crisi. Per questo in occasione della Giornata mondiale, la Lega Italiana contro l’Epilessia (Lice) ha presentato oggi al Policlinico Umberto I di Roma la nuova Guida alle epilessie.
Davanti a una crisi di chi soffre di epilessia ecco principalmente cosa fare:
Quando la persona è già a terra, è utile porre qualcosa di morbido sotto la testa, in modo che durante le convulsioni non sbatta il capo su una superficie dura.
Terminate le convulsioni, che non durano generalmente più di 1 o 2 minuti, è utile slacciare gli indumenti che possano ostacolare il flusso nelle vie aeree, ruotare la testa di lato e porre il paziente su un fianco facilitando una migliore respirazione.
Evitare capannelli attorno alla persona che ha avuto una crisi, durante la fase di recupero: dopo l’attacco epilettico, la persona riprende coscienza gradualmente passando attraverso una fase di confusione che può durare diversi minuti e l’assembramento di persone non è di aiuto.
Durante le convulsioni non tentare di aprire forzatamente la bocca per impedire il morso della lingua, o inserire le dita.
Non bloccare braccia e gambe agitate dalle convulsioni
Non tentare di somministrare acqua, farmaci o cibo.
Normalmente non c’è bisogno di chiamare un’ambulanza. Si ricorre invece al 118 se la crisi dura più di 5 minuti, se dopo la crisi il recupero è lento o ci sono difficoltà nella respirazione, se ci sono crisi ripetute e se ci sono segni di traumi dopo l’attacco.
Ecco cosa fare davanti a una crisi. Il Lice sottolinea pure che il bambino che soffre di epilessia ha spesso problemi di inserimento nell’ambito scolastico spesso per ‘colpa’ del comportamento iperprotettivo dei genitori che tendono a nascondere il disturbo agli insegnanti o anche a parlarne troppo, rischiando di descrivere il figlio come un disabile e invocando l’esenzione da comuni attività o esigendo trattamenti educativi personalizzati. Gli insegnanti, spiegano gli esperti, a loro volta sono poco preparati sui problemi dell’epilessia e spesso drammatizzano accrescendo il pregiudizio e contribuendo, senza essere consapevoli, a emarginare il bambino. La paura fondamentale consiste nel non sapere come comportarsi qualora si verifichi una crisi epilettica in classe. Per facilitare l’inserimento scolastico del bambino, indica l’opuscolo realizzato dalla Lice, sono fondamentali interventi educativi e formativi che devono coinvolgere i genitori e gli insegnanti da un lato, e il bambino stesso e i suoi compagni dall’altro. In evidenza il fatto che l’epilessia di per sé, quando non è grave, non incide sulle capacità di apprendimento, mentre le eventuali interferenze negative possono dipendere in modo rilevante dall’ignoranza e dal pregiudizio collettivo. Ancora più difficile l’accettazione dell’epilessia durante l’adolescenza: in questa età il sostegno psicologico è di fondamentale importanza.
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