Influenza: picco previsto per metà febbraio

Gen 31
Scritto da Annamaria avatar

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Sono moltissimi i piccoli a letto con l’influenza. Per chi è rimasto ancora immune, il pericolo non è passato. Si prevede che il picco arriverà tra un paio di settimane.
“No agli antibiotici e agli antivirali. A meno che nel bambino non sopraggiunga un’altra infezione batterica o si debba fronteggiare una malattia cronica. Mai senza prescrizione medica”, fa sapere la Società Italiana di Infettivologia Pediatrica.
L’impennata dei casi c’è stata tra i bambini che hanno meno di cinque anni. Come si legge nel registro dell’Istituto superiore di sanità Influnet, nella fascia di età tra 0-4 anni l’incidenza è stata pari a 18,73 piccoli pazienti per mille e nella fascia tra 5 e 14 si è sfiorato il 13.
“Non ci sono motivi di particolare allarme – spiega Giacomo Milillo, segretario della Federazione nazionale dei medici di medicina generale – Da sconsigliare la corsa al pronto soccorso. Solo per sintomi che fanno sospettare un aggravamento importante o una complicazione con una malattia di cui il bambino già soffre. E se si è in emergenza“.

 

I consigli sono semplici: riposo, somministrazione di antifebbrili, una dieta equilibrata povera di grassi, integrazione dei liquidi persi, un apporto calorico giusto. I luoghi chiusi sono quelli in cui ci si contagia facilmente, meglio far stare i bimbi il più possibile all’aria aperta. Se fa freddo, coprirsi adeguatamente, ma uscire! “Evitare di restare sigillati tra le mura domestiche anche durante le giornate rigide – sottolinea Antonino Reale responsabile del Pronto soccorso del Bambino Gesù di Roma – Non aumenterà certo le probabilità di prendersi un bel raffreddore. Diminuiranno, però, le occasioni di entrare in contatto con i virus che attaccano le vie respiratorie. Ricordare che un ambiente bello caldo i virus prolificano e si diffondono. Le eccessive variazioni termiche possono costituire un fattore favorente l’instaurarsi di infezioni.
Chi ha figli con problemi immunologici o affetti da malattie croniche dovrebbe averli vaccinati, ma deve comunque prestare maggiore attenzione. “Possono andare incontro a complicanze – spiega Susanna Esposito presidente della Società italiana di infettivologia pediatrica – Ad un aggravamento della patologia di base. Soprattutto i più piccoli. Per questo in Europa si sta lavorando all’ipotesi di vaccinare, in prossimo futuro, tutti i bambini dai sei mesi ai cinque anni anche se sani”.

 

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