L’acne si combatte con una dieta sana
Durante lo sviluppo non ho avuto forme acneiche gravi, ma parecchi brufoli sì. Anche oggi la mia pelle mista non fa sconti, purtroppo…
Lo studio condotto da un team della Facoltà di Farmacia e Medicina del Polo Pontino di Terracina e della Sapienza di Roma ci dice ciò che forse abbiamo sempre saputo: l’acne si combatte con un regime alimentare giusto.
Certo, c’è la predispozizione genetica, ci sono gli scompesni ormonali, ma le eruzioni sulla pelle vengono spesso rese ancora più gravi dal mangiare male. Secondo la ricerca è fondamentale l’apporto glicemico, quello che causa l’aumento di secrezione delle ghiandole sebacee e quindi di sebo.
Bisogna scegliere la dieta mediterranea, come consigliato anche da Italia Salute. Olio di oliva, ortaggi,legumi e la frutta proteggono dall’acne.
“Quest’alimentazione è pertanto considerata un modello da seguire per un corretto stile di vita – ha spiegato Giuseppe La Torre, docente al dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive della Sapienza – I suoi benefici per la salute della pelle si aggiungono a quelli per la diminuzione delle malattie cardiovascolari, dell’incidenza del cancro, del colesterolo ‘cattivo’ e della sindrome metabolica”.
Non bere, poi, più di tre bicchieri di latte a settimana. “L’associazione si ha soprattutto con il latte scremato o parzialmente scremato — ha sottolineato Naldi, direttore del Centro Studi Gised (Gruppo Italiano Studi Epidemiologici in Dermatologia) — Nel latte si trovano proteine come l’alfa-lattoalbumina, con caratteristiche simili agli androgeni, e la somatomedina, che induce la produzione di sebo: quando al prodotto vengono tolti i grassi aumenta la quota relativa di proteine presenti, a parità di quantità, e questo rende il latte sgrassato più ‘pericoloso’. Analogamente, scremare il latte accresce la quantità relativa di zuccheri, e questi a loro volta favoriscono la produzione di somatomedina da parte del nostro organismo”.
Per i ragazzi golosi, non è stata trovato alcun legame con cioccolato e patatine fritte.
Fa molto bene il pesce, che ridurrebbe di circa il 30% la probabilità di sviluppare il disturbo. “E’ possibile che i grassi ‘buoni’ del pesce aiutino a riequilibrare i fattori infiammatori – ha precisato ulteriormente Naldi – Di certo la dieta influenza l’acne, malattia tipica dei paesi occidentali sedentari e sovrappeso: acquisire buone abitudini serve perciò a scongiurare che i piccoli brufoli che ineluttabilmente, o quasi, accompagnano il ‘boom ormonale’ dell’adolescenza si trasformino in pustole e cisti più difficili da mandar via. Se però i brufoli si infiammano non bisogna insistere con il fai da te, ma chiedere consiglio al dermatologo”.
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