Michelle Obama Vs. l’obesità dei bimbi

Mag 12
Scritto da Annamaria avatar

Anche in Italia sempre più bambini sono a rischio obesità. Negli Usa il problema è grande e arriva pure Michelle Obama, First Lady, a cercare di dare il suo aiuto.
La moglie del Presidente degli Stati Uniti ha pubblicato il rapporto della White House task force on childhood obesity, una commissione voluta da lei stessa, in cui si auspica di ridurre entro il 2030 al 5% la percentuale dei bambini obesi, ora ben il 20%.

In 124 pagine viene illustrata una roadmap per raggiungere l’obiettivo. Settanta consigli all’interno, divisi in cinque aree: la gravidanza, la preparazione dei neogenitori riguardo a una corretta nutrizione dei bambini, il miglioramento nell’offerta alimentare delle scuole,  l’accesso a cibi sani nei quartieri più poveri e nelle aree rurali, la maggiore diffusione dell’attività fisica per i più piccoli.
La crociata di Michelle contro il junk food fa parte intergante della campagna “Let’s Move”, partita a febbraio, quando la Obama ha affidato la commissione a Melody Barnes, consigliere della Casa Bianca per la politica interna. “Per la prima volta fissiamo degli obiettivi precisi e misurabili che ci aiuteranno ad affrontare questa sfida un passo, una famiglia, un bambino alla volta”, ha detto la First Lady.

Ora anche in Italia bisognerà correre ai ripari.

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2 commenti per “Michelle Obama Vs. l’obesità dei bimbi”

  1. avatar Alessia says:

    Anche in Italia su questo punto si sta andando allo sbaraglio…e non è solo colpa dei fast food o del modello americano..è sempre il citato disinteresse dei genitori, sempre più comodo mollare merendine e piatti pronti che occuparsene! Brava Michelle!

  2. avatar Gaia says:

    Purtroppo non ci sono controlli seri sul contenuto delle merendine. Quantomeno non si chiarisce la pericolosita’ delle tante calorie. Dovrebbero mettere dei bollini chiari che classificano come piu’ pericolose certe merendine rispetto ad altre allora si che qualche consumatore intelligente potrebbe spingere la produzione meno pericolosa.

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