Neonati prematuri: abbraccio può salvare vita
I neonati prematuri devono avere il contatto pelle a pelle con i propri genitori: un abbraccio può salvare loro la vita.
“Viola” è nata molto prima della 37ª settimana di gestazione, dopo soli 6 mesi di gravidanza, piccola e fragile, lotta come un leone nella sua incubatrice in Terapia Intensiva Neonatale (TIN). La sua vita è attaccata a fili e tubicini, i giorni scorrono lenti, con il sottofondo di un “bip” costante di macchinari e monitor. C’è una luce per riscaldarla e lo sguardo attento di neonatologi ed infermieri per curarla e proteggerla. Dovrà aspettare qualche mese, forse, per poter lasciare l’ospedale e tornare a casa con la sua mamma e il suo papà, che con i loro abbracci, il loro contatto, la loro voce, possono, però, partecipare in modo determinante alle sue cure in TIN, fin dai primi giorni di vita.
Viola è un nome di fantasia, scelto per raccontare la storia dei 30.000 mila neonati in Italia che affrontano la vita come un viaggio in salita e che comporta non pochi rischi, perché la prematurità è una vera e propria patologia, una sfida per la neonatologia ed un enorme bagaglio da portare, per le famiglie ed i loro piccolini.
I prematuri sono bambini che nascono prima del tempo e l’immaturità dei vari organi (polmoni, cervello, intestino, cuore), è tanto più grave, quanto più il parto avviene in anticipo. Fragili, ma allo stesso tempo forti e tenaci, non sono ancora pronti ad adattarsi da soli alla vita fuori dal grembo materno. Richiedono assistenza e cure dedicate nei reparti di Terapia Intensiva Neonatale, con personale medico ed infermieristico altamente specializzato, le più moderne attrezzature e la vicinanza dei loro genitori.
In occasione della Giornata Mondiale della Prematurità 2022, che si celebra oggi, 17 novembre, la Società Italiana di Neonatologia (SIN) ribadisce, insieme a Vivere Onlus Coordinamento Nazionale delle Associazioni per la Neonatologia, l’importanza di attenzionare l’opinione pubblica ed i decisori istituzionali su una problematica spesso sottovalutata, ma che coinvolge nel nostro Paese circa 30.000 bambini ogni anno.
“Per garantire la sopravvivenza ed una buona qualità di vita ai piccoli come Viola, occorrono ospedali attrezzati, personale specializzato ed attento alle esigenze, non solo del neonato, ma di tutta la famiglia. I genitori devono poter stare con il loro bambino 24 ore su 24, per il loro benessere fisico e psicologico, per nutrire il legame familiare che sta nascendo e per alleviare, anche con il calore di un abbraccio, il peso di un evento inaspettato, come quello della prematurità”, afferma il Dott. Luigi Orfeo, Presidente della SIN. “È necessario, inoltre, favorire il contatto pelle a pelle, anche allo scopo di facilitare l’avvio dell’allattamento materno e coinvolgere la famiglia in ogni fase del ricovero, fino alle dimissioni ed anche oltre. Ma per fare questo c’è bisogno di un sistema strutturato e di un lavoro in sinergia, tra personale sanitario, istituzioni e famiglie. Una vera e propria missione che noi neonatologi portiamo avanti da sempre e per la quale lavoriamo tutti i giorni, dentro e fuori i nostri reparti”.
Gli effetti positivi a breve e lungo termine della Care della famiglia, le cure individualizzate centrate sul nucleo familiare dei piccoli prematuri, sono ormai noti. Quando i neonati ricoverati in TIN vengono separati dai loro genitori, diventa difficile per le mamme e i papà assumere il ruolo di caregivers primari. Tra i principali benefici della vicinanza dei genitori, una risorsa per lo sviluppo del neonato prematuro, ci sono la riduzione della durata del ricovero ospedaliero e del tasso di complicanze mediche, il miglioramento della regolazione del sonno e della gestione del dolore e dello stress, sia del piccolo che dei genitori, il miglioramento dell’outcome relativo allo sviluppo del bambino e della qualità della vita nel corso dell’infanzia, l’aumento della Kangaroo Care e dell’allattamento al seno.
L’abbraccio può salvare la vita dei neonati prematuri. Il tema di quest’anno della Giornata Mondiale della Prematurità e oggetto della campagna di sensibilizzazione della Fondazione Europea per la cura dei neonati pretermine (EFCNI), “L’abbraccio di un genitore: una terapia potente. Sostenere il contatto pelle a pelle fin dal momento della nascita”, rinforza e pone l’accento su uno degli aspetti fondamentali della cura del neonato prematuro: il contatto con i suoi genitori.
Una delle prime modalità di avvicinamento della triade mamma-papà-neonato è infatti proprio la Kangaroo Care (KC), il contatto pelle a pelle, un importante momento terapeutico per i neonati, ma anche per i genitori. Diminuisce infatti lo stress post-partum, aiuta ad aumentare fiducia e autostima, per la sensazione di poter fare qualcosa di positivo per il bambino.
Numerosi sono i vantaggi a breve e lungo termine di questa pratica per il neonato. Durante le prime fasi del ricovero, facilita l’adattamento e la stabilizzazione del bambino, riduce la risposta al dolore procedurale, aiuta la termoregolazione, migliora l’ossigenazione, la variabilità della frequenza cardiaca e stabilizza l’attività respiratoria, diminuisce la frequenza e la gravità delle apnee e riduce lo stress, attraverso un minor stimolo cortisonico. Inoltre, favorisce l’organizzazione degli stati sonno-veglia, migliorando la maturazione dei pattern cerebrali ed ha un effetto protettivo, sia a breve termine, che a distanza. È stato dimostrato che la KC ha effetti neuro protettivi, di beneficio sociale e comportamentale significativi reperibili fino a 20 anni dalla nascita.
La KC rappresenta, inoltre, un vero e proprio “trampolino di lancio” per l’allattamento al seno, incrementando i tassi di allattamento, anche esclusivo, alla dimissione e la sua durata nel tempo.
Un avvicinamento precoce al seno a partire dalla KC, infatti, determina un maggior successo nella pratica dell’allattamento. Per facilitare questa operazione è stata inserita, all’interno degli Standards of Care dell’EFCNI la Ruota dell’Allattamento, un decalogo in 10 step da seguire. Tenere il neonato con bocca e naso di fronte al capezzolo; aspettare che il neonato sia sveglio e apra la bocca e gli occhi e spremere qualche goccia di latte materno, lasciando che lo annusi e lecchi il capezzolo e sia invogliato ad aprire la bocca; spremere lentamente il latte manualmente: questi alcuni dei passaggi da seguire, in un processo lento e graduale, che porterà all’allattamento al seno a richiesta.
Allo scopo di avere protocolli condivisi per la KC all’interno di tutti i punti nascita italiani, il Gruppo di Studio sulla Care neonatale della SIN ha condotto di recente una survey tra le TIN italiane. L’analisi dei dati raccolti ha consentito la realizzazione, in collaborazione con un gruppo di lavoro multidisciplinare, formato da medici, infermieri, fisioterapisti e rappresentanti del coordinamento nazionale delle associazioni dei genitori, di indicazioni nazionali specifiche sulla Kangaroo Care, rivolte alla cura di tutti i neonati ricoverati in Neonatologia e in TIN e a disposizione di tutti gli operatori.
Il contatto, tramite un abbraccio, può salvare la vita ai neonati prematuri. Dargli quel conforto che serve e accompagnarlo in un difficile step verso la normalità.
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