Articoli della categoria ‘IL BAMBINO’

Bambini: nomi più scelti 

Gen 03
Scritto da Annamaria avatar

Come chiamare i propri bambini? I nomi più scelti nel 2022-23 vedono sempre le stesse tendenze. Nonostante esistano miriade di nomi e i genitori si impegnino a cercare, usando libri e confronti famigliari, quelli che piacciono paiono sempre gli stessi.

bambini nomi piu scelti

Chissà cosa accadrà in questo 2024 appena iniziato. I nomi più scelti per i bambini, quelli più diffusi e amati in Italia per il maschietto, nella top ten, finora sono stati:

  • Leonardo
  • Francesco
  • Alessandro
  • Lorenzo
  • Mattia
  • Andrea
  • Tommaso
  • Gabriele
  • Riccardo
  • Edoardo

Anche con le femminucce le cose nel 2022-23 sono rimaste pressoché invariate. Si fanno strada anche dei nomi tra quelli più scelti per i bambini, ops, le bambine, stranieri, come Nicole, ma sono fuori dalla classifica dei primi dieci. Eccola qui di seguito:

  • Sofia
  • Aurora
  • Giulia
  • Ginevra
  • Vittoria
  • Beatrice
  • Alice
  • Ludovica
  • Emma
  • Matilde

Le mamme e i papà sembrano comunque amare anche Chloé, Amelie, Frida, Emily, Zoe, Mia, Agnese, Nora, Rebecca. Per i maschietti Nathan, Leone, brando, Liam, Loris, Denis, Elia, Noah, Milo.

Per chi è in dolce attesa, scegliete con cura e ricordate che secondo la legge nel Bel Paese si può dare al proprio figlio un massimo di tre nomi. Se non li separate con la virgola, saranno obbligati, da grandi, a riportarli nella firma, Quindi occhio! Io sono andata sul classico a suo tempo, decidendo per Benedetta. All’anagrafe l’ho registrata solo così, riservando il secondo e terzo nome solo alla Chiesa nel battesimo. Avendo un cognome abbastanza lungo, ho evitato problemi.

Parental control

Dic 31
Scritto da Annamaria avatar

Il parental control ci aiuta a proteggere i nostri figli dai pericoli della Rete, che sono innumerevoli. E’ uno strumento fondamentale per filtrare i contenuti a cui i minori possono avere accesso tramite gli ormai tanti device che fanno parte del nostro e del loro quotidiano.

La flessibilità del parental control si riflette nella sua capacità di adattarsi a diverse tipologie di dispositivi elettronici. Esistono diverse opzioni tra cui scegliere, ognuna progettata per fornire un controllo mirato su specifici aspetti dell’esperienza digitale dei minori. Queste soluzioni possono essere facilmente scaricate e installate su qualsiasi dispositivo connesso a Internet. La chiave per sfruttare appieno i benefici del parental control risiede nella sua corretta attivazione e configurazione. A questo proposito, i genitori possono rivolgersi ai fornitori di servizi di comunicazione elettronica. Solitamente i gestori telefonici con cui hanno sottoscritto il contratto per l’accesso a Internet. Questi fornitori possono offrire informazioni dettagliate su come attivare e personalizzare il parental control in base alle esigenze specifiche della propria famiglia, chiarisce una nota pubblicata da Adnkronos.

Intanto ha preso il via la nuova campagna di comunicazione istituzionale dal titolo Parental Control. Proteggi il mondo dei tuoi figli“. L’iniziativa vuole sensibilizzare i genitori sull’importanza di utilizzare questo strumento per proteggere i propri figli dagli eventuali rischi presenti nel mondo digitale. La Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Maria Roccella ha promosso la campagna. Il Dipartimento per le politiche della famiglia, insieme al Dipartimento per l’informazione e l’editoria, l’ha realizzata in collaborazione. Il tutto è stato reso possibile grazie alle nuove misure di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, inclusi nel recente “Decreto Caivano”. L’obiettivo è raggiungere un vasto pubblico e proteggere così la nuova generazione dalle potenziali minacce online.

Ricordiamoci di attivare il parental control. Facciamolo ora, iniziamo questo 2024 con più attenzione e tranquillità.

Bambini iperattivi

Dic 27
Scritto da Annamaria avatar

In questi giorni di festa avete avuto a che fare per molto più tempo del solito con i vostri figli. Se siete genitori di bambini iperattivi, è importante sapere come gestirli al meglio. Spesso non è facile.

bambini iperattivi

La dott.ssa Alessia di Costanzo, terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Domodossola, chiarisce alcuni punti. “Se vogliamo aiutare il bambino a regolarsi dobbiamo, in primis, imparare a regolare e modulare le nostre emozioni. L’adulto deve rappresentare per il bambino un facilitatore che possa supportarlo nell’interazione e contenerlo nell’attività. La prima cosa da fare quindi è lavorare sulle nostre emozioni, conoscere le nostre risposte emotive alle situazioni difficili o frustranti imparando ad individuare e riconoscere i segnali che il nostro corpo ci manda.   Non esiste uno strumento universale perché ognuno di noi vive e percepisce in maniera diversa ma partire dall’ascolto, di noi stessi e poi dei nostri bambini, è fondamentale per individuare quelli giusti. Nell’ottica dell’ascolto possiamo poi mettere in atto alcune facilitazioni concrete per supportare la regolazione. Possiamo individuare tre aree di intervento: gli spazi, le routine, il corpo”.

Noi adulti dobbiamo fare da filtro ai bambini iperattivi. “Dobbiamo creare per il bambino degli spazi di gioco sicuri e che possano facilitarlo nella regolazione. Innanzitutto, proviamo a ridurre i giochi a vista o a portata di mano affinché il bambino non passi continuamente da un’attività all’altra e se richiede di cambiare attività coinvolgiamolo attivamente nel riordino, cercando di fare in modo che ci sia sempre un unico materiale a disposizione a cui dedicarsi”, spiega l’esperta. 

“Può essere anche utile dare una collocazione e un limite chiaro alle attività creando degli ‘angoli’ di gioco definiti, ad esempio, ‘le costruzioni si usano sul tappeto’, ‘i pennarelli sul tavolino piccolo’, e via dicendo. In questo modo forniamo al bambino un contenimento visivo e spaziale. Anche creare uno spazio morbido sensomotorio dove sperimentare con il corpo può aiutare a incanalare l’energia motoria del bambino in un contesto positivo e di scoperta”, sottolinea ancora, parlando dei bambini iperattivi.

“Per i bambini che faticano a regolarsi è utile rendere ciò che avverrà prevedibile . E’ utile impostare delle routine per quei momenti della giornata nei quali il bambino ha difficoltà nel passaggio da una situazione ad un’altra”, dice ancora. Poi parla del corpo: “Spesso trascuriamo l’importanza che il nostro corpo gioca nelle comunicazioni e nella relazione con il bambino”. Deve trasmettere sicurezza e conforto. “Soprattutto coi bambini più piccoli, è fondamentale coinvolgerli in attività di scambio tonico-emozionale per rispondere al bisogno di contenimento fisico e sensoriale. Giochi di abbracci e di opposti (morbido-duro, forte-piano), li aiutano a comprendere come modulare il proprio corpo.  Nel giocare possiamo guidarli fisicamente mettendo la nostra mano sulla loro in modo che possano sentire la forza necessaria a svolgere l’attività. Ad esempio, quando riponendo i giochi li buttano con forza nella scatola, proviamo a guidarli nel movimento”. 

Regali di Natale

Dic 25
Scritto da Annamaria avatar

Oggi state festeggiando il Santo Natale. E ci sono i tanto agognati regali di Natale sotto l’Albero. Li avete già aperti per caso? Lo domando perché da un po’ di anni con mia figlia c’è una diatriba in atto. Finché abbiamo festeggiato in casa nostra, i doni, quelli comprati da noi e quelli portati da Santa Claus, venivano scartati dopo la mezzanotte. Ora che invece andiamo a celebrare questo importante giorni dai parenti di mio marito, l’usanza è un’altra…

regali di natale

Da mia cognata i regali di Natale si aprono il 25, ossia oggi, addirittura dopo il lunghissimo pranzo. Bibi polemicamente si oppone: lei, impaziente, anche ora che di anni ne ha compiuti ben 17, vorrebbe continuare ad aprirli dopo la mezzanotte, appena trascorsa la Vigilia. Ma la zia è categorica a riguardo e anche tutti gli altri esponenti del resto della famiglia.

La regola, a quanto leggo, imporrebbe che se si sta festeggiando la vigilia i doni andrebbero aperti a mezzanotte; se invece si festeggia il natale, dovrebbero essere scartati il 25, ma prima di sedersi a tavola. Dovrò sottolinearlo a Miryam…

Da lei non solo si aprono dopo il pranzo, ma uno alla volta. Siamo in tantissimi e i regali di Natale sono davvero moltissimi. Se ne prende una alla volta, si legge a chi è indirizzato, glielo si consegna e l’interessato lo  apre davanti a tutti, mostrandolo, ringraziando e così via. L’operazione doni occupa quasi due ore del pomeriggio. E mia figlia scalpita.

Voi che usanza avete? Intanto tanti auguri!

Importante viaggiare con bambini

Dic 23
Scritto da Annamaria avatar

E’ assolutamente importante viaggiare con bambini. Anche durante queste feste prendete in considerazione una vacanza, seppur piccola, insieme ai vostri figli. Sono molti gli esperti che spiegano quanto la dimensione della scoperta fatta con i più piccoli aiuti voi stessi e anche loro.

Non bisogna mai dimenticare quanto sia importante viaggiare con bambini al seguito. Stefania Andreoli, famosa psicoterapeuta dell’età evolutiva, Giudice onorario del Tribunale per i minori, parlamentare, autrice, lo sottolinea a Vanity Fair. “Il viaggio è scoperta, dinamismo e conoscenza. Gli adulti che amano viaggiare e lo fanno con i bambini sin dalla più tenera età, introducono una routine aggiuntiva nella vita dei figli educandoli da subito alla curiosità dello sguardo, alla necessità di doversi anche adattare e al tempo condiviso facendo famiglia al di fuori di casa propria: indubitabilmente una ricchezza”, dice.

Quello che i bimbi piccoli non ricordano nulla è un falso luogo comune. E’ importante viaggiare con bambini, anche se infanti: “La memoria non è solo quella consapevole: abbiamo tutti anche una memoria pre-verbale, sinestesica, somatica. In altre parole, anche quando non possiamo ricordarne i dettagli, sappiamo che ci sono luoghi ed esperienze dentro alle quali siamo stati bene con chi è importante per noi”.

Non è importante fare un cosiddetto ‘viaggione’: “Si viaggia ovunque: anche andando alla sagra del paese accanto a quello dove si vive. Scoraggerei con convinzione l’idea del viaggio sia solo quello in un altro emisfero, perché semplicemente è una bugia. Con i figli piccoli, anche la vasca da bagno o il letto possono diventare un luogo d’avventure. Credo piuttosto che sia più interessante che i genitori insegnino ai figli la distinzione tra diversi stili di partenza, più che fare una classifica della instagrammabilità della meta: cosa sia una vacanza, cosa sia un viaggio, cosa sia una città d’arte, preferire il mare ma senza snobbare la montagna e viceversa. Insomma, offrire un metaforico vassoio dai diversi pasticcini, per poterne assaggiare il più possibile accompagnando i figli a creare un loro gusto”.

La Andreoli ai genitori spaventati dà il suo consiglio: coinvolgere i più piccoli. “Per i figli, non solo quelli piccoli il viaggio può rivelarsi ostico anche con gli adolescenti. La cosa peggiore che possa loro capitare è di essere portati in giro come una delle valigie dei genitori, ovvero a traino. Ho dei pazienti che ricordano viaggi apparentemente da sogno con dolore, rammentando di essere stati piccoli e stanchi eppure di avere dovuto camminare senza lamentarsi per andare verso l’ennesimo luogo di interesse: viaggiare bene con i figli significa farlo a loro misura, facendo sì che si torni a casa ricchi di racconti e di esperienze, non di stanchezza e malumore”. 

L’esperta conclude: “Viaggiare con i figli è anche un investimento. E’ come farli studiare ma senza i banchi,. Dona loro un viatico per il futuro, può mettere d’accordo tutta la famiglia offrendo a ciascuno dei suoi membri qualcosa di cui poter godere. Inoltre, è molto più semplice insegnare qualcosa a chi è piccolo, anziché introdurlo da grandi”.

Bambini: altro effetto della pandemia

Dic 21
Scritto da Annamaria avatar

Li ha resi più fragili mentalmente. C’è un altro effetto della pandemia. I bambini nati subito prima o durante questo orribile periodo sembrano avere più difficoltà a parlare, a sviluppare le loro capacità linguistiche. 

bambini altro effetto della pandemia

Uno studio condotto da quattro psicologi spagnoli, docenti dell’Università Autonoma e della Complutense di Madrid (Eva Murillo, Marta Casla, Irene Rujas e Miguel Lázaro) lo mette nero su bianco. Questo è un altro terribile effetto della pandemia. I bambini ne pagano le conseguenze. Gli studiosi in un intervento su The Conversation spiegano: “Le interazioni sociali nei primi mesi di vita sono fondamentali affinché i bambini imparino a comunicare e sviluppino le loro abilità linguistiche. Il contatto fisico, il tatto, il sorriso e le nostre prime ‘conversazioni’ faccia a faccia sono i pilastri su cui costruiamo la nostra comprensione del mondo sociale”. Ma tutto ciò è stato sacrificato nei tempi del lockdown e delle mascherine…

La ricerca ha coinvolto 153 bambini di età compresa tra i 18 e i 31 mesi. “I nostri risultati – scrivono gli esperti – hanno mostrato che i bambini nati durante la pandemia usavano meno parole distinte. Il che significa che avevano un vocabolario più piccolo rispetto a quelli nati prima di essa. Questi ultimi, inoltre, erano in grado di utilizzare frasi più complesse, con più parole e una gamma più ampia di strutture. In un contesto normale, si prevede che gli effetti della pandemia sullo sviluppo del linguaggio si compensino nel tempo. Tuttavia, questa situazione ha rappresentato un ulteriore fattore di rischio per i bambini più vulnerabili. Quelli che corrono maggiori rischi di difficoltà di sviluppo, sia per ragioni biologiche che sociali”.

Questo altro effetto della pandemia impone ai genitori di bambini che presentano difficoltà nel parlare la diagnosi precoce. “Se la diagnosi precoce era già cruciale, ora, sulla scia della pandemia, è essenziale. Anche se la crisi del Covid-19 può sembrare una cosa del passato, i suoi effetti sulla salute mentale della popolazione in generale, e sullo sviluppo dei bambini in particolare, sono ancora una realtà. C non possiamo e non dobbiamo ignorare”, sottolineano i ricercatori.

Neofobia alimentare bambini

Dic 17
Scritto da Annamaria avatar

Quando i bambini rifiutano un cibo categoricamente spesso non si tratta di capricci. E’ la neofobia alimentare. I piccoli hanno riluttanza a provare alimenti a loro ignoti. Questo comportamento solitamente arriva in età prescolare, ossia fra i 2 e i 6 anni.

neofobia alimentare bambini

Il motivo per cui la neofobia alimentare non sia un tratto dei bambini molto piccoli è semplice. Quelli di uno o due anni assaggiano quasi sempre anche i cibi più strani, se a proporglieli sono persone nella quali hanno fiducia.

Con la neofobia alimentare i bambini tirano fuori un comportamento arcaico, quasi di protezione della specie: non conoscono il cibo e non si fidano, dicono no a prescindere. Non c’entra affatto l’asilo e la mensa all’interno. Il problema sorgerebbe anche a casa. Sono soprattutto frutta o verdura a essere rifiutati, come anche altri cibi proteici. Cosa fare? 

Lo spiega la professoressa Caterina Dinnella, docente di Scienze dell’alimentazione all’Università di Firenze: “Intervenire per superare la neofobia allargando il repertorio dei cibi conosciuti è possibile aumentando la familiarità dei bambini con questi prodotti, che andrebbero presentati in una forma riconoscibile. Così che con il tempo siano disposti ad assaggiarli, in quanto ormai familiari.  La carota, ad esempio, se mostrata nella sua forma originale verrà riconosciuta come cibo noto e sicuro. Maggiori saranno così le possibilità che venga accettata. Frullare o grattugiare il cibo, mescolarlo con ingredienti che ne mascherano il sapore, ad esempio, non è una buona idea finché il bambino non avrà raggiunto familiarità con gli alimenti nella loro forma naturale”. 

Natale: smartphone ai bambini sì o no?

Dic 14
Scritto da Annamaria avatar

Lo smartphone ai bambini come regalo di Natale è opportuno? Molti di noi lo fanno trovare ai figli sotto l’albero: sì o no? E’ giusto come dono? Mara Morelli, psicologa, psicoterapeuta, e ricercatrice presso il Dipartimento di Psicologia Dinamica, Clinica, e Salute, della Sapienza dà alcune indicazioni a riguardo.

Happy little sisters wearing Christmas pajamas opening gift boxes by a fireplace in a cozy dark living room on Christmas eve.

Smartphone sì o no ai bambini a Natale? ”Non è semplice capire a che età si può regalare un dispositivo ai propri figli – spiega la terapeuta a FanpageI rischi ci sono, però mettendo limiti e impostando una comunicazione corretta, aperta e interessata, si possono evitare alcuni problemi legati all’utilizzo. Non c’è un giusto o sbagliato in assoluto, sicuramente più i bambini sono piccoli più vanno guidati nell’utilizzo perché non hanno ancora la capacità di autoregolarsi, non sanno cosa devono fare. Quindi è importante che il limite venga dato da fuori”.

Decidere per il sì o il no riguardo a regalare smartphone ai bambini a Natale è solo una scelta nostra. Ma è bene, come dice l’esperta, porre dei limiti: “Regolare il numero di ore, ma non è solo una questione di tempo, bisogna anche capire cosa ci fanno con questi dispositivi, i rischi sono dietro l’angolo. Bisogna attivare sistemi di parental control, mantenere un canale comunicativo. E poi mettere delle regole, i limiti servono ai figli, sono rassicuranti, ne hanno bisogno. Lo dimostra anche la letteratura”. 

Per la psicologa un telefonino si può regalare a ragazzini “dalla scuola secondaria in poi, non prima”: ossia quando hanno 11 o 12 anni. “E comunque monitorando sempre in maniera stretta come vengono utilizzati questi dispositivi. Perché spesso gli adolescenti non si rendono conto di quali potrebbero essere i pericoli. In primis l’adescamento online, perché cominciano magari a comunicare con sconosciuti, entrano in intimità, spesso poi vengono chieste foto e video, che poi diventano gli strumenti del ricatto. Ma anche il sexting può diventare un problema, è molto diffuso tra i giovani, e può degenerare nel revenge porn. Sono cose che ho visto succedere anche nelle scuole secondarie di primo grado. Per questo è molto importante educare sin da subito i ragazzi, sia a casa, sia a scuola”, precisa.

Sul rischio di dipendenza da smartphone la Morelli spiega: “Sicuramente, non è automatico, ma l’utilizzo dei dispositivi può diventare disfunzionale ed essere un problema per i ragazzi e le ragazze”.

I genitori devono stare attenti: “Bisogna affiancarli sin dall’inizio, spiegandogli cosa si può fare, fargli capire che possono chiedere aiuto e consiglio. Sostanzialmente comunicando, e poi è importantissimo essere curiosi di quello che fanno online, un genitore attento a ciò che il figlio fa sul web è anche in grado di intercettare meglio le difficoltà”. Regole chiare e comportamenti coerenti delle mamme e dei papà, questo serve per la terapeuta.