Pubblicità bambini: 5 principi per tutela
La pubblicità bombarda i nostri bambini, che spesso, soli, non riescono a separare le informazioni giuste da quelle sbagliate. La rete europea di cooperazione per la protezione dei consumatori (CPC) ha approvato 5 principi che i fornitori di servizi dovrebbero considerare quando forniscono pubblicità indirizzata ai minori, sono per la loro tutela.
I fornitori di servizi dovrebbero considerare questi 5 principi quando si accingono a fornire pubblicità indirizzata ai bambini, approvati apposta per una giusta tutela.
I 5 principi per una pubblicità più equa nei confronti dei bambini, messi nero su bianco per la loro tutela, sono:
Quando si progettano tecniche di marketing che hanno come destinatari i bambini, bisogna tenere conto delle loro specifiche debolezze e in particolare: nel mondo on line digitale, i fornitori di servizi non devono progettare la pubblicità in modo da trarre in inganno i bambini o in modo da influenzarli a intraprendere azioni senza esserne pienamente consapevoli; alcune tecniche, come la pubblicità personalizzata potrebbe essere inappropriata quando i bambini sono tra i destinatari di tale pubblicità.
Nel progettare le tecniche di marketing rivolte ai bambini, non bisogna mai sfruttare la loro l’età o la loro ingenuità.
Se la pubblicità è rivolta ai bambini, dovrebbe essere chiaro quale è lo scopo di tale pubblicità, e tale scopo dovrebbe essere comprensibile anche da un bambino, se ne è uno dei soggetti destinatari.
In generale un bambino non dovrebbe essere spinto a comprare un servizio all’interno di un gioco che è stato dichiarato gratuito. Tali giochi, inoltre, dovrebbero essere fruibili anche senza effettuare acquisti specifici.
I bambini non devono essere profilati per scopi pubblicitari.
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