Ragazzi: i 10 vocaboli più usati nel 2018
Volete sapere i 10 vocaboli più usati dai ragazzi nel 2018? Conoscerli è utile anche per noi genitori. Pure quelli dei più piccolini, certo, stiamo sempre parlando di pargoli dai 12 anni in su… Lo ‘slang’ che usano i giovanissimi a volte è davvero incomprensibile agli adulti. Il gergo creato a scopo di maggiore espressività però contagia i modi di dire e diventa assai usuale.
I 10 vocaboli più usati nel 2018 tra i ragazzi ce li dice Babbel, come riporta l’Ansa. Saperli aiuta i genitori a comunicare con i propri figli e a non essere ‘out’ in una società che corre a volte troppo in fretta.
Ecco i 10 vocaboli più usati dai ragazzi nel 2018:
• Match: proviene dall’ambito del flirt online: le persone che hanno utilizzato in qualche occasione una app per fare nuovi incontri l’hanno incontrata sicuramente in diverse occasioni. Si ha un match con qualcuno quando due persone si piacciono.
• Random: questo termine fa riferimento a qualcuno o qualcosa “a caso”, non conosciuti o specifici. “Una persona random ha cominciato a parlarmi”. È la tipica parola che si può usare in qualsiasi situazione.
• Stalkerare/Stalkizzare: in questo caso non stiamo parlando del serio problema dello stalking, ma di una versione più leggera, fatta sui social media. Si stalka qualcuno quando si “spia” il profilo Facebook o Instagram di qualcuno che ci piace tramite un’altra persona amica che conosca quella persona. Alla fine la presunta fiamma non avrà più segreti!
• Spoiler: se si è amanti dei libri o delle serie TV, sarà meglio conoscere questo termine. Indica infatti il racconto del proseguimento o della fine di una trama a chi ancora non la sapeva, rovinandone quindi la fruizione. I giornalisti sanno che è temuto e odiato e scrivono quindi spesso all’inizio dell’articolo di cultura o tempo libero: attenzione, spoiler!
• Influencer: si dice di una persona che, avendo una buona reputazione e parlando con una certa credibilità di determinate tematiche o aree di interesse, ha un alto seguito di pubblico sui social media. Per questo motivo hanno la capacità di influenzare i comportamenti di acquisto dei consumatori e sono quindi molto interessanti per brand e prodotti.
• Mainstream: si tratta di una corrente presente in ambito culturale nel senso più largo, qualcosa di convenzionale, dominante e seguita da un largo pubblico.
• Hater: ci sono molti hater nel mondo, persone che esprimono le peggiori opinioni su qualcuno e divulgano sentimenti negativi. I social media sono purtroppo infestati da questo tipo di persone, da questi “odiatori” professionali.
• Troll: è “parente stretto” dell’hater, una persona che si dedica ad appestare le discussioni sulle reti sociali con commenti inappropriati, fuori tema e provocatori, disturbandone il normale svolgimento. In particolare, marche e brand temono questi troll.
• Shippare/Shipping: questo termine, che viene dall’inglese “relationship”, relazione (sentimentale) è usato nei social media per parlare di personaggi di serie TV e reality show, che secondo la rete farebbero una bella coppia. Se ne parla e sparla, quindi, spesso ancora prima che la coppia si sia formata.
• Follower: termine ormai in uso in tutti i contesti dei social media. Si tratta degli utenti registrati alla pagina di altri utenti, band o marchi, per ricevere notifiche e gli ultimi post. Oggigiorno avere un elevato numero di follower mostra la propria importanza, non solo nel mondo online.
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