Visita oculistica bambini

Ago 19
Scritto da Annamaria avatar

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La visita oculistica per i bambini è basilare: quando farla?
I genitori devono essere informati e sapere quando portare i loro bambini alla visita oculistica. A chiarire le idee ci pensa l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, con un vademecum in cui spiega tutto sulla visita oculistica dedicata ai bambini.

“Se il bambino non presenta alcun sospetto di problema della vista, è bene effettuare una visita oculistica di controllo quando raggiunge le seguenti età: 1 anno; 3 anni; 4 anni; 6 anni.
Successivamente, e secondo le indicazioni dell’oculista, va effettuata una visita ogni 1-2 anni.
E’ ormai consuetudine di tutti i Centri di Ostetricia e Ginecologia far visitare i bambini appena nati dal neonatologo, sarà sua cura prescrivere una visita oculistica se riscontrerà patologie e/o malformazioni”.

La visita oculistica per i bambini è utilissima: “La diagnosi precoce di un problema oculistico migliora la prognosi e rende più efficace la riabilitazione visiva. Ad esempio: la presenza di una cataratta congenita ha buone possibilità di riabilitazione visiva se trattata più precocemente possibile.
Uno strabismo (occhio deviato) può essere segno di patologie gravissime (tumore retinico, patologie neurologiche), ma molto più frequentemente essere espressione di un deficit visivo. La sua precoce correzione sicuramente favorisce il trattamento, spesso scongiurando un intervento chirurgico.
Bisogna tenere conto che è spesso difficile per il genitore capire se è presente un difetto visivo: il mondo che interessa il bambino è quello che può toccare con le proprie mani. Al bambino non interessa vedere le macchine lontane, ma vuole afferrare la bambolina vicino a lui”.

“La visita del bambino non differisce molto da quella che generalmente è effettuata nell’adulto anche se esistono problematiche d’interpretazione legate all’età del paziente.
La prima visita oculistica, per un bambino che non ha subito particolari problemi alla nascita e con un iter di gravidanza materna nella norma, è consigliata ad un anno d’età. L’importanza di tale visita è motivata dalla ricerca di eventuali anomalie anatomiche o alterazione della motilità oculare e della trasparenza dei mezzi diottrici (cornea e cristallino), che, se riconosciuti in tempo e trattati adeguatamente, non creano deficit gravi nel futuro oftalmologico del bambino.
La prima cosa che a quest’età si deve valutare è il movimento coordinato e sincrono dei bulbi oculari. Una sua alterazione può essere il primo campanello d’allarme di una differente percezione della visione tra i due occhi. Bisogna stare sempre attenti a non essere ingannati dall’epicanto che a volte può essere marcato.
L’epicanto è una piega cutaneo-palpebrale sita sul bordo nasale dell’apertura palpebrale, tipica della razza orientale. La presenza dell’epicanto può nascondere l’occhio in alcune posizioni estreme di sguardo, facendo pensare ad uno strabismo. Per accertarsi della trasparenza dei mezzi diottrici è necessario il rilevamento del “riflesso rosso del fondo oculare”.
Tale esame, che viene generalmente effettuato dal medico Pediatra di famiglia, consiste nel proiettare nella pupilla (forame pupillare) del paziente, tenuto sulle gambe del genitore con il volto rivolto verso il medico, una luce polarizzata.
La caratteristica dell’occhio, che si comporta come uno specchio, riflettendo la luce proiettata, farà evidenziare il colore rosso della retina. Una colorazione rossa ed uniforme della pupilla è un buon indice di trasparenza dei mezzi diottrici (cornea e cristallino).
Una attenta valutazione delle strutture esterne dell’occhio a forte ingrandimento (palpebre, congiuntiva, cornea, iride, regolarità del bordo pupillare, valutazione dello spazio tra cornea ed iride tecnicamente chiamata camera anteriore che può essere sede di fatti infiammatori nell’artrite reumatoide giovanile), deve essere eseguita con l’utilizzo del biomicroscopio o lampada a fessura.
Il passo successivo è quello di scoprire se il paziente è portatore di deficit visivi. Per permettere ciò è necessario bloccare temporaneamente la capacità di mettere a fuoco (cicloplegia) e di dilatare la pupilla (midriasi).
Questo richiede la somministrazione di farmaci ad uso locale, sotto forma di collirio.
Esistono diverse tecniche e farmaci per la cicloplegia e la midriasi:
atropina solfato 1% collirio: deve essere somministrato mattino e sera per i cinque giorni che precedono la valutazione
ciclopentolato collirio; deve essere somministrato per 3 volte ogni 10 minuti prima della visita
tropicamide 1% collirio: deve essere somministrato per 3 volte ogni 10 minuti prima della visita
È bene sempre ricordare che i colliri sono farmaci e che come tali vanno utilizzati con cautela e solo secondo le indicazioni del medico.
La valutazione di un eventuale difetto visivo è eseguita grazie alla tecnica chiamata schiascopia. Con tale tecnica l’oculista è in grado di prescrivere occhiali indipendentemente dalla risposta verbale del paziente. Tale tecnica utilizza lo stesso principio del riflesso rosso del fondo oculare.
La fase più importante della visita oculistica, è rappresentata dall’esame del fondo oculare che ci permette di valutare lo stato di salute del nervo ottico, dei vasi retinici e della retina, con eventuali loro malformazioni. L’esame deve essere eseguito con le pupille dilatate il più possibile (midriasi) con l’utilizzo dei colliri prima descritti”.

C’è poi la visita a 3 anni: “Se il paziente non presenta alcuna anomalia, la visita successiva si consiglia a tre anni d’età. Tutte le metodiche fin qui elencate si ripetono.
Il maggiore sviluppo di tutte le strutture dell’occhio, permette all’oculista una più precisa valutazione dell’integrità dell’occhio del paziente, ma soprattutto potrà rispondere con maggior precisione alla costante domanda da parte dei genitori: “Il mio bambino/a da grande dovrà portare gli occhiali?””.

A seguire quella a 4 anni: “A quattro anni d’età, la maggiore attenzione del paziente ci permette di valutare la capacità visiva utilizzando delle tavole di lettura (ottotipi) studiati per i bambini.
Generalmente queste tavole rappresentano disegni elementari di dimensioni sempre più piccole, oppure delle “E” girate nelle quattro posizioni. È fondamentale eseguire l’esame della vista sui due occhi separatamente (monocularmente)”.

E via, via le successive: “In assenza di difetti visivi e di anomalie anatomiche si consiglia una visita a sei anni d’età. Eventuali altre saranno consigliate dall’oculista se necessarie”.

Seguite i consigli del vademecum, ve lo dico per esperienza diretta: la mia Bibi è astigmatica e me ne sono accorta per tempo, così da poterla aiutare immediatamente grazie a un buon oculista.

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