Acido folico per tutto il periodo fertile della donna
Aprile è il mese dedicato alla Prevenzione dei Difetti Congeniti e della Prematurità. In questa occasione Effik ed Italfarmaco riaprono e sottolineano il discorso iniziato lo scorso settembre sull’importanza dell’assunzione dell’acido folico durante tutto il periodo fertile della donna.
Il messaggio è chiaro: estendere la finestra terapeutica. Tutte le donne sessualmente attive devono agire consapevolmente e assumere preventivamente la giusta dose di acido folico, ossia 400 mcg, in modo da ridurre il rischio di difetti del tubo neurale e diminuire l’incidenza di cardiopatie, labbro leporino, prematurità, autismo e ritardo del linguaggio nei loro futuri figli.
Anche l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), comprendendo l’importanza della prevenzione delle malformazioni neurologiche, ha inserito l’acido folico a 400mcg, nell’elenco dei farmaci a rimborsabilità totale (classe A).
Del resto i più importanti esperti del mondo medico ostetrico e ginecologico continuano a sottolineare l’importanza di una corretta prevenzione. Maria Pia Pisoni, rappresentante dell’ASBIN (Associazione Spina Bifida e Idrocefalo Niguarda) e specialista in Ostetricia e Ginecologia con Alta Specialità nelle patologie dei difetti del tubo neurale materno-fetale presso l’Ospedale Niguarda Ca’Granda ha spiegato: “Basterebbe assumere l’acido folico a 400mcg, tra l’altro farmaco di fascia A, per un periodo più lungo rispetto ai soli mesi iniziali della gravidanza, per contrastare i difetti del tubo neurale nei nascituri: si potrebbe incentivare l’assunzione di tale vitamina nel periodo in cui la donna inizia ad essere sessualmente attiva, senza utilizzare una contraccezione sicura, e promuovere campagne informative anche nei corsi di educazione sessuale delle scuole. Se si pensa all’impatto sociale e al conseguente impegno nella gestione di un bambino nato con una malformazione neurologica come la Spina Bifida in termini di assistenza, di qualità della vita e del caregiver (strutture, tempi, costi) diventa fondamentale riscrivere la storia della prevenzione”.
Serena Battilomo, della Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, ha affermato: “L’assunzione dell’acido folico nelle donne in età fertile rappresenta un intervento di prevenzione primaria fondamentale per migliorare la salute della popolazione futura. Il Ministero della Salute già dal 2007 ha sostenuto un programma per l’implementazione di strategie utili a favorire la salute preconcezionale, con particolare riferimento all’assunzione ottimale di acido folico nelle donne in età fertile e nella popolazione in generale”.
“In Italia si verificano ogni anno poco meno di 600 casi di DTN. E’ un dato molto elevato se si considera la “semplicità” della prevenzione: è sufficiente prescrivere alla donna nel periodo fertile 400mcg di acido folico al giorno per ridurre del 72% il rischio di difetti del tubo neurale. Anche altre malformazioni come cardiopatie e labbro leporino potrebbero essere prevenute. Inoltre alcuni studi suggeriscono anche una riduzione del rischio di prematurità, di basso peso neonatale, di autismo e di ritardo del linguaggio”, ha precisato Pierpaolo Mastroiacovo, pediatra, epidemiologo e direttore del Centro Collaborativo OMS ICBD (International Centre on Birth Defects and Prematurity) e del progetto www.pensiamociprima.net. Dello stesso avviso Nicola Colacurci, Delegato AGUI (Associazione Ginecologi Universitari Italiani) e Professore Ordinario di Ginecologia e Ostetricia presso la Seconda Università degli Studi di Napoli: “In una realtà come quella dell’Unione Europea in cui la pratica della fortificazione degli alimenti con acido folico risulta non percorribile, le linee guida mondiali e quelle italiane suggeriscono la supplementazione, a mezzo farmaco con il dosaggio di 400mcg, come l’unica soluzione per una reale e affidabile prevenzione di specifiche patologie congenite ”.
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