Calcoli renali: rischio aumenta in gravidanza
Il rischio di formare calcoli renali aumenta in gravidanza. La formazione dei calcoli renali infatti è la prima causa di accesso alle strutture ospedaliere delle donne incinte, al di fuori di quelle che sono le problematiche ostetriche. La causa sarebbe da ricercare in un mix di cambiamenti fisiologici e anatomici a livello dell’apparato urogenitale femminile. Questo è quanto emerge da uno studio condotto dai ricercatori della Mayo Clinic (Rochester) e pubblicato pubblicato sull’American Journal of Kidney Diseases.
Dai dati forniti dagli esperti, come riporta Fondazione Veronesi Magazine, sembrerebbe che il rischio di sviluppare calcoli aumenta nel secondo e nel terzo trimestre di gestazione. In gravidanza cresce ma non solo. Un maggior numero di diagnosi è stato effettuato tra le neomamme anche nel primo anno successivo al parto.
Il nefrologo Andrew Rule, esperto di epidemiologia delle malattie renali della Mayo Clinic, lo spiega così: “Alcuni calcoli possono formarsi durante la gravidanza, ma non dare sintomi e rimanere all’interno delle vie urinarie senza che né la donna né il ginecologo se ne accorga”.
Il rischio calcoli renali aumenta in gravidanza, ma i trattamenti, mentre si è incinta, per risolvere il problema sono limitati. “Solitamente, se il problema emerge durante una gravidanza, si cerca di gestirlo correggendo lo stile di vita della paziente e rimandando il trattamento dopo il parto”, afferma Piergiorgio Messa, direttore dell’unità operativa complessa di nefrologia, dialisi e trapianto renale del Policlinico di Milano.
Come prevenirli? “Descrivendo i fattori di rischio, abbiamo di fatto anticipato anche quelli che sono i comportamenti da caldeggiare nel corso della gravidanza – prosegue lo specialista, che è anche professore ordinario all’Università di Milano e presidente della Società Italiana di Nefrologia – Quanto all’alimentazione, oltre a seguire una dieta varia ed equilibrata, soprattutto le donne più esposte all’eventualità di formare calcoli renali dovrebbero moderare l’apporto di alimenti ricchi di vitamina D per evitare che l’assorbimento di calcio risulti eccessivo”.
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