Cardiopatie congenite bambini: prevenzione
Le cardiopatie congenite rappresentano il 40% di tutte le malformazioni diagnosticabili subito dopo il parto e provocano il 4% delle morti che avvengono nel periodo neonatale, cioè nei primi 28 giorni di vita dei bambini. La prevenzione è importantissima, come afferma la Società Italiana di Neonatologia (SIN) e la Società Italiana di Cardiologia Pediatrica e delle Cardiopatie Congenite (SICP), in occasione della Giornata Mondiale delle Cardiopatie Congenite, che ricorre il 14 febbraio.
I genitori devono essere sensibilizzati sulla prevenzione delle cardiologie congenite nei bambini. Sono patologie che possono essere diagnosticate durante la gravidanza, grazie allo sviluppo sempre maggiore delle tecniche di imaging, come tipicamente l’ecografia e, anche se in termini sperimentali e particolarmente selezionati, la risonanza magnetica nucleare. Le ecografie di primo livello eseguite in gravidanza sono in grado di identificare una cardiopatia congenita in circa il 50-60% dei casi (considerando tutti i tipi di cardiopatia). E’ importante, pertanto, il ruolo diagnostico del cosiddetto “Test combinato” che prevede la valutazione di esami ematici, parametri clinici ed ecografici, al fine di stimare un rischio di patologia genetica fetale. Tale test permette di indirizzare tutti i futuri genitori con gravidanze a rischio verso una diagnostica di livello più elevato.
La valutazione complessiva dell’anatomia fetale e di tutti i parametri funzionali, durante l’eventuale ecografia ostetrica di secondo livello, permette di selezionare con adeguata sicurezza le gestanti che necessitino di un esame ecocardiografico fetale mirato (esame di terzo livello). Infatti, l’ecocardiografia fetale, eseguita da personale esperto e con attrezzatura moderna, è in grado di identificare una cardiopatia congenita in oltre il 90% dei casi (considerando tutti i tipi di cardiopatia) sin dalla 20a settimana di gravidanza. In tale contesto, di fondamentale importanza sono le figure del cardiologo e del cardiochirurgo pediatrici in quanto rappresentano le uniche figure professionali competenti per un corretto counseling e per indirizzare i futuri genitori in un momento di scelte difficili.
Durante la gravidanza il feto ha una circolazione del sangue molto diversa da quella postnatale, fattore che contribuisce, in molti casi, a limitare o neutralizzare l’effetto patologico dell’anomalia cardiaca. Questa può rendersi evidente a distanza di ore o giorni dalla nascita, quando si completa il modello circolatorio postnatale, con l’insorgenza dei primi segni clinici che accompagnano l’evoluzione della cardiopatia (distress respiratorio, cianosi, bassa portata cardiaca).
Lo screening con pulsossimetria in epoca neonatale si è rilevata una tecnica molto utile per diagnosticare precocemente la maggior parte delle CC e, di concerto con la disponibilità della diagnosi prenatale, dell’accuratezza della valutazione clinica neonatologica e della tempestività delle cure, ha permesso la riduzione importante della mortalità neonatale per CC critica.
Per tale motivo il ruolo del neonatologo nei primi giorni di vita dei bambini è fondamentale così come quello del cardiologo e del cardiochirurgo pediatrici per la corretta diagnosi e per il compimento dell’iter terapeutico più appropriato, nonché per la a scelta di un centro nascita adeguatamente attrezzato e in cui siano presenti tutte le competenze professionali necessarie.
La SIN e la SICP raccomandano ai futuri genitori di rivolgersi al proprio medico di fiducia nel momento in cui venga pianificata una gravidanza, al fine di poter intraprendere tutte le misure di prevenzione possibili idonee a prevenire l’insorgenza di malformazioni congenite fra cui l’implementazione della dieta con folati (da iniziare almeno tre mesi prima del concepimento), l’adozione di stili di vita appropriati (non assumere alcool durante l’intera gravidanza e nel periodo di allattamento) e la vaccinazione contro le principali malattie infettive a rischio teratogeno.
In caso di diagnosi fetale o postnatale di cardiopatie congenite, la stabilizzazione medica del neonato e la presa in carico da parte di un centro di cardiologia e cardiochirurgia pediatrica consentono, nella gran parte dei casi, un trattamento ottimale e la migliore garanzia di successo anche a lungo termine.
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