Fare un bebè dopo i 30: non solo rischi

Lug 30
Scritto da Annamaria avatar

L’età in cui si decide di avere il primo bebè è sempre più alta. Ma non ci sono solo rischi se rimani incinta dopo i 30. Uno studio ha dimostrato che le donne che partoriscono prossime ai 40 corrono meno rischi per quanto riguarda il cancro all’utero (o tumore dell’endometrio).

Per i ricercatori americani della Keck School of Medicine dell’University of Southern California, le donne che danno alla luce un figlio tra i 30 e i 40 anni e pure oltre vedono ridursi la possibilità di sviluppare il cancro all’utero dal 17% al 44%, rispetto a chi lo mette al mondo prima dei 25 anni.
Come ha riportato La Stampa, aiutati dall’US National Cancer Institute, la dottoressa Veronica “Wendy” Setiawan e colleghi della USC hanno fatto “uno studio revisionale che ha analizzato i dati raccolti da 4 studi di coorte e 13 studi clinici randomizzati e controllati – provenienti dall’Epidemiology of Endometrial Cancer Consortium. Gli studi coinvolgevano oltre 25mila persone, di cui sono stati analizzati 8.671 casi di tumore dell’endometrio e 16.562 soggetti di controllo. I risultati completi dello studio sono poi stati pubblicati sulla versione online dell’American Journal of Epidemiology”.
“Mentre la fertilità in età avanzata è stata in precedenza associata a un minor rischio di tumore dell’endometrio, la dimensione di questo studio dimostra definitivamente che la tarda età per l’ultima nascita è un fattore significativo di protezione, dopo aver tenuto conto di altri fattori noti per influenzare la malattia: il peso corporeo, il numero di bambini e l’uso di contraccettivi orali”, ha chiarito nel comunicato USC la dottoressa Setiawan, principale autrice dello studio. E ha aggiunto: “Abbiamo scoperto che il rischio più basso di cancro endometriale e perdurato anche per le madri più anziane tra le diverse età-gruppi-diagnosi, comprese quelle sotto i 50, 50-59, 60-69 e oltre i 70 anni, il che dimostra che la protezione persiste per molti anni. La protezione, inoltre, non varia a prescindere dai due tipi di malattia: il più comune tipo 1, che noi pensiamo essere legato all’esposizione agli estrogeni; e anche il più raro, ma più aggressivo e mortale, di tipo 2, che si ritiene si sviluppi in modo indipendente dagli ormoni”.
Dopo i 30 anni il rischio inizia a diminuire di circa 13 punti percentuali per ogni cinque anni di ritardo delle nascite. Davvero notevole.

 

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Un commento per “Fare un bebè dopo i 30: non solo rischi”

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