Fecondazione assistita: decalogo
Fecondazione assistita, c’è molto da sapere. Per tutte le coppie che vogliono essere informate del percorso da intraprendere nel caso non riuscissero ad avere un figlio, arriva in libreria “Il bambino possibile. Guida alla fecondazione assistita”, un vademecum pratico scritto da Adele Lapertosa e pubblicato da Il Pensiero Scientifico Editore. E’ libro “vissuto sulla mia pelle”, come lo descrive l’autrice stessa, giornalista dell’agenzia Ansa e del Fatto Quotidiano.
Il volume è una vera guida per chi decide per la fecondazione assistita, con tanto di decalogo.
Tutto quel che si vuole sapere, decalogo compreso sulla fecondazione assistita in un volume. Tante le informazioni utili. Una, ad esempio? “La maggior parte dei farmaci”, ricorda l’autrice, “viene rimborsata dal Servizio sanitario nazionale se la diagnosi di infertilità e il piano terapeutico vengono compilati da centri specializzati individuati dalle Regioni”. Elemento importantissimo, visto che i costi sono piuttosto sostenuti.
DECALOGO SULLA FECONDAZIONE ASSISTITA
1 L’infertilità è una patologia, che viene accertata dopo 12/24 mesi di rapporti mirati e non protetti senza alcun concepimento. Desiderare un figlio non è un capriccio. Se i cittadini sono uguali di fronte alla legge, tutti devono allora essere messi nelle stesse condizioni di poter avere una famiglia.
2 Il paziente in una fecondazione assistita è la coppia, dunque entrambi i partner devono sottoporsi ad alcuni esami. Quelli di base da fare per accertarla sono, per la donna, un’ecografia delle ovaie, dosaggi ormonali e ricerca di agenti infettivi come la clamidia; per l’uomo spermiogramma, spermiocoltura, valutazione dell’andrologo ed ecografia del testicolo.
3 L’infertilità provoca un carico di ansia e depressione paragonabili a quelle vissute in condizioni gravi come il cancro, la sieropositività o il dolore cronico. E’ un dolore simile a quello di un lutto. Il primo ostacolo per affrontare una procreazione assistita è di tipo psicologico. Se si sente di non farcela, non bisogna avere timore di chiedere aiuto ad uno psicologo o almeno di parlare con qualcuno che capisca quello che si sta vivendo.
4 Lo stile di vita influisce fortemente sulla fertilità, in particolare sulla qualità di sperma e ovociti. Alcol e fumo andrebbero eliminati e il caffé quantomeno ridotto, mentre bisognerebbe praticare attività fisica regolarmente e privilegiare un certo tipo di alimentazione, anche con cibi biologici.
5 E’ molto importante scegliere il medico giusto da cui farsi seguire. Meglio perdere un mese in più nell’informarsi per cercarlo, che un anno con quello sbagliato. Non sempre il ‘gran nome’ è garanzia del miglior trattamento. Un buon medico dovrebbe essere disponibile ad ascoltare, rispondere alle domande e chiarire tutti i dubbi, per quanto stupidi possano sembrare.
6 Non esistono classifiche dei ‘migliori’ centri in Italia, con le loro percentuali di successo. Tuttavia vi sono degli indicatori che possono aiutare a capire e scegliere, come il numero di cicli di procreazione assistita fatti in un anno, di gravidanze ottenute e di bambini nati vivi, la possibilità di congelare gli ovociti ed embrioni sovrannumerari, il tipo di servizi offerti.
7 La maggior parte dei farmaci viene rimborsata dal Servizio sanitario nazionale se la diagnosi di infertilità e il piano terapeutico vengono compilati da centri specializzati individuati dalle Regioni.
8 Le tecniche di pma principalmente usate, e con maggiori percentuali di successo, sono la fivet (fecondazione in vitro) e l’icsi (lo spermatozoo viene iniettato direttamente nell’ovocita). Si impiantano 2 o 3 embrioni, a seconda anche dell’età della donna.
9 In Italia gli unici divieti rimasti in piedi dopo gli interventi di tribunali, Corte Costituzionale Corte dei diritti europei, riguardano la soppressione e uso degli embrioni prodotti in sovvranumero per fare ricerca scientifica, il ricorso alla maternità surrogata e l’accesso alla procreazione assistita single e coppie gay.
10 La diagnosi genetica pre-impianto permette di identificare la presenza di malattie genetiche o alterazioni cromosomiche in embrioni generati in vitro. La fecondazione eterologa è quella in cui l’embrione viene ricavato usando ovociti, spermatozoi o embrioni donati da persone esterne alla coppia. In Italia il donatore rimane anonimo, riceve solo un rimborso spese ed è sottoposto a screening infettivi e genetici.
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