Fertilità maschile in calo
La fertilità maschile è sempre più in calo, per questo bisogna sottoporsi a dei controlli se si vuole avere un figlio.
Da 99 milioni di spermatozoi per millilitro nel 1973 a 47 milioni nel 2011, è il crollo verticale della capacitò riproduttiva maschile fotografata dalla meta-analisi apparsa su Human Reproduction Update. Eppure la prevenzione e la protezione della fertilità maschile sono le grandi assenti dai programmi di screening e in molti casi i problemi vengono identificati quando la coppia cerca di avere una gravidanza.
La fertilità maschile è in calo. La prevenzione se si vuole una gravidanza deve essere la priorità di ogni coppia. Per questa ragione la Clinica Sanatrix a Roma dedica il week end del 10 e 11 novembre alla prevenzione andrologica e alla protezione della fertilità del maschio.
I dati della letteratura scientifica evidenziano che il 30-40% dei giovani maschi di età compresa tra i 16 e i 35 anni presentano una patologia andrologica come varicocele (dilatazione delle vene del testicolo), fimosi (restringimento del prepuzio), idrocele (raccolta di liquido nel testicolo) e ipospadia (apertura del meato uretrale esterno in sede anomala). In aumento anche i tumori del testicolo. Si tratta di patologie che possono interferire sulla fertilità del giovane. E essendosi spostata l’età della paternità il fattore tempo e’ fondamentale per evitare che patologie banali diventino irreversibili,
“Sappiamo che tra il 40% e il 50% dei casi di infertilità di coppia sono attribuibili a problemi maschili e che una coppia su 5 ha difficoltà a procreare, una percentuale doppia rispetto a solo 20 anni fa – spiega il Professor Salvatore Sansalone, Specialista in Urologia, Docente all’Università di Tor Vergata e Responsabile del Centro di Chirurgia Genito-Uretrale presso la Clinica Sanatrix di Roma – secondo i dati del Registro Nazionale sulla PMA (Procreazione Medicalmente Assistita) la percentuale dei maschi infertili – tra quelli delle coppie che si rivolgono ad un centro per avere un figlio – è risultata del 29,3%”.
Viene definita infertile una coppia che non riesce ad ottenere una gravidanza dopo almeno 12-18 mesi di rapporti sessuali liberi, non protetti. Si stima che in Italia l’incidenza della “infertilità di coppia” si attesti al 10-15%.
La fertilità maschile è in calo: le cause? “Molteplici: congenite o acquisite (ipogonadismi ipo e ipergonadotropi, iperprolattinemie, disfunzioni tiroidee), patologie testicolari (traumi, tumori, infezioni, varicocele, criptorchidismo), patologie delle vie seminali ma anche fattori ormonali, ambientali come l’esposizione a sostanze tossiche, legate agli stili di vita come l’abitudine al fumo o al sempre più diffuso consumo di droghe – interviene la Dottoressa Ilaria Ortensi, Biologa e responsabile del Laboratorio di Fertilità Maschile – Spesso ci si rende conto di questi problemi solo nel momento in cui si decide di avere un bambino. Troppo tardi! Se le patologie fossero state diagnosticate in età giovanile si sarebbe potuto ricorrere, con maggiori possibilità di successo, a terapie o, nei casi più gravi, alla crioconservare degli spermatozoi”. Per questo anche per gli uomini, così come fanno le donne, è importante la prevenzione e la comunicazione tra medico e paziente, sottoponendosi, già in età adolescenziale a screening ed eventuali test diagnostici.
Nella giovane popolazione maschile non esiste una forte sensibilità alla fertilità. Inoltre con l’abolizione della visita di leva obbligatoria per il servizio militare è venuta meno anche una forma di prevenzione andrologica di massa. L’uomo si preoccupa molto di problemi funzionali legati ai disturbi dell’erezione, ma non conosce il proprio organo sessuale e non ha la cultura dell’autopalpazione così come invece fanno le donne con il proprio seno.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce l’infertilità come una vera e propria malattia sociale: un uomo su 10 nel mondo è infertile ma in molti casi il problema sarebbe reversibile e curabile se fosse diagnosticato tempestivamente.
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