Articoli della categoria ‘PANCIONE E PARTO’

Ecografia trans-perinale per scegliere il parto

Mar 27
Scritto da Annamaria avatar

Naturale o cesareo? L’ecografia trans-perinale è la migliore per scegliere il parto. “Da oltre 15 anni i centri di ostetricia di riferimento propongono l’utilizzo dell’ecografia per scegliere tra parto operativo con la ventosa e taglio cesareo. Questo allo scopo di valutare quale sia la procedura migliorare per far nascere il bambino”, spiega a InSalute il prof. Tullio Ghi. E’ Ordinario di Ginecologia e Ostetricia all’Università Cattolica del Sacro Cuore. 

ecografia trans perinale per scegliere il parto

“L’ecografia può essere effettuata in modalità classica. E cioè posizionando la sonda sulla pancia della mamma per vedere se l’occipite del bambino è posizionato anteriormente o posteriormente. Ma una modalità di ecografia più innovativa ed efficace nel caso in cui ci sia necessità di accelerare il parto è quella trans-perineale”, continua l’esperto.

Il Direttore della UOC di Ostetricia e Patologia Ostetrica di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS è chiaro. “In questo caso la sonda viene posizionata sui genitali esterni della madre e si vanno a valutare una serie di parametri, che indicano la distanza del bimbo dall’uscita. Il nostro studio ha dato una risposta chiara su come individuare i casi nei quali il parto operativo con ventosa può comportare un rischio aumentato di fallimento”, precisa.

Questo tipo di esame, l’ecografia trans-perinale per scegliere il parto, deve essere effettuata da mani esperte. Il medico poi chiarisce: “L’ostetricia negli ultimi anni ha ricevuto un impulso a recuperare la naturalità del parto. E a ricorrere al taglio cesareo solo quando c’è un’indicazione clinica mandatoria. Per anni si è ritenuto che il taglio cesareo fosse una scorciatoia per ridurre il rischio di eventi sfavorevoli in sala parto. Ma poi abbiamo capito che questo eccesso di tagli cesarei procura alle donne problemi nelle gravidanze successive, per le aderenze che si formano a livello addominale”. 

E ancora: “Mentre i bimbi che nascono col taglio cesareo hanno un adattamento alla nascita più difficoltoso. E maggior rischio di malattie autoimmuni e di asma. Oggi abbiamo tanti strumenti, tra cui anche l’ecografia trans-perineale, che possono consentirci di selezionare meglio i casi in cui il parto può avvenire per vie naturali, rispetto a quelli in cui c’è l’indicazione al taglio cesareo”.

Parto: consigli per non svenire ai papà

Mar 12
Scritto da Annamaria avatar

Sono impavidi, coraggiosi e hanno tanta voglia di vedere il loro bebè che viene al mondo, ma spesso si impressionano durante il parto della partner. Il medico dà alcuni consigli per non svenire ai papà.

Il dottor Darien Sutton nel famoso programma statunitense Good Morning America regala alcuni preziosi consigli per non svenire ai papà che vogliono essere in sala parto. “Vi assicuro che non è poi tanto insolito che sia l’uomo il primo a svenire in sala parto”, ha spiegato, intervistato da Jason e Kyle Kelse. E non c’è motivo per deridere questi uomini: può succedere.

Fanpage riporta i consigli per non svenire dati ai papà dall’esperto da seguire in sala parto:

Conoscere gli elementi che possono potenzialmente scatenare uno svenimento: durante il parto c’è molto sangue, molta pressione, si può anche semplicemente essere spaventati dall’idea di veder soffrire la partner: “Bisogna essere consapevoli delle emozioni che queste situazioni scatenano in noi, per prevenire uno svenimento”.

Preparati all’impatto, se ti senti svenire: il medico suggerisce quando si pensa che da lì a poco si sverrà, di prepararsi all’impatto dal momento che è quello a causare dolore e ad essere potenzialmente pericoloso, non lo svenimento in sé.

Tendi i muscoli: “Si sviene perché il sangue abbandona il cervello e scorre verso tutti i gli altri arti, perciò quando ci si sente così è necessario tendere tutti i muscoli dai piedi, alle braccia ai bicipiti, così il sangue torna a confluire verso il centro”.

Siediti e incrocia le gambe: stringere le gambe permette al sangue di confluire verso il cervello.

Sdraiati e tieni i piedi verso l’alto appoggiando le gambe al muro.

Portati una barretta energetica in sala parto: una barretta energetica, qualcosa di molto zuccherato o molto salato, come delle patatine fritte, aumenta il volume del sangue e gli permette di tornare verso la testa

Allattamento al seno: i 10 passi

Mar 04
Scritto da Annamaria avatar

Affinché una struttura sia riconosciuta come Ospedale Amico dei Bambini deve rispettare i 10 passi relativi all’allattamento al seno. E’ il decalogo redatto ormai da molto tempo da Unicef e OMS. E’ bene ricordarlo.

allattamento seno i 10 passi

Per quel che riguarda l’allattamento al seno quali sono i dieci passi? Ecco qui di seguito un decalogo che è sempre meglio tenere a mente anche noi mamme.

Allattamento: i 10 passi:

1. Definire un protocollo scritto per l’allattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2. Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3. Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dell’allattamento al seno

4. Mettere i neonati in contatto pelle a pelle con la madre immediatamente dopo la nascita per almeno un’ora e incoraggiare le madri a comprendere quando il neonato è pronto per poppare, offrendo aiuto se necessario

5. Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche nel caso in cui vengano separate dai neonati

6. Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno, tranne che su precisa prescrizione medica

7. Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ), in modo che trascorrano insieme ventiquattr’ore su ventiquattro durante la permanenza in ospedale

8. Incoraggiare l’allattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9. Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dell’allattamento

10. Promuovere la collaborazione tra il personale della struttura, il territorio, i gruppi di sostegno e la comunità locale per creare reti di sostegno a cui indirizzare le madri alla dimissione dall’ospedale.

Pancetta post gravidanza

Mar 01
Scritto da Annamaria avatar

Jacqueline Luna Di Giacomo mostra la sua pancetta a tre mesi dal parto. Ne è fiera: il 30 novembre scorso ha dato alla luce Enea. La 24enne, compagna di Ultimo, figlia di Heather Parisi, non la teme, anche, le ricorda quanto quel ventre morbido le abbia regalato: tanto amore. Molte donne, però, nel post gravidanza, ne sono ossessionate. Pensano a come buttarla giù il prima possibile.

pancetta post gravidanza
pancetta post gravidanza

E’ vero che con tanti addominali sparisce la pancetta post gravidanza. No, è assolutamente falso. Gli addominali, che vanno nuovamente iniziati almeno 6 settimane dopo aver partorito, e comunque seguendo le indicazioni del proprio medico, da soli non bastano.

Per far scomparire la pancetta post gravidanza è necessario associare anche un’attività aerobica per bruciare il grasso in eccesso. Poi bisogna seguire corretta alimentazione. Come dice il mio nutrizionista, un vero luminare, il professor Giorgio Calabrese, la dieta mediterranea è il top: l’ottimo è un regime alimentare, con elevato consumo di verdura, cereali, pesce, legumi, poca carne e pochi grassi.

Non dimenticate, inoltre, che il ventre morbido potrebbe anche dipendere da fattori genetici e ormonali, oltre alla scorretta alimentazione e alla sedentarietà.

Carenza vitamina D aumenta rischio parto prematuro

Feb 20
Scritto da Annamaria avatar

La vitamina D è importantissima anche in gravidanza. La sua carenza aumenta il rischio di parto prematuro, lo evidenzia uno studio dei ricercatori della Pennsylvania State University.

La ricerca mette nero su bianco quel che tutti sapevano. Conferma che una carenza della vitamina D nelle prime 14 settimane di gravidanza aumenta il rischio di parto prematuro e di alterazioni nella crescita fetale.

Le donne con carenza di vitamina D hanno il 60% di rischio in più di partorire prima della 37a settimana di gestazione. Le probabilità di parto prematuro sono alte. Questo perché svolge un ruolo fondamentale nell’assorbimento del calcio e del fosforo (minerali essenziali per la formazione delle ossa del bambino), partecipa al funzionamento del sistema immunitario e al corretto sviluppo della placenta. Aumenta pure il rischio di preeclampsia, diabete gestazionale e infezioni materne.

Questa vitamina che si assorbe con l’esposizione al sole, si può assumere anche includendo nella dieta alimenti come pesci grassi (salmone, tonno e sardine), tuorlo d’uovo, fegato di manzo e latticini fortificati. Se non è sufficiente, come spesso accade, è necessaria l’integrazione, sempre seguendo i consigli del proprio medico.

Entrare in sala parto: consigli

Feb 04
Scritto da Annamaria avatar

Se un’amica o una parente ti chiede di entrare in sala parto con lei e tu sei del tutto impreparata cosa fai? Alcuni consigli a riguardo li regala Morena Terracciano, ostetrica. Ne parla a Vanity Fair.

Doctor examining pregnant woman during delivery while man holding her hand in operating room

Entrare in sala parto può spaventare anche i padri dei bebè che stanno per arrivare. I consigli, in questo caso, sono più che utili. La responsabile di Area Ostetrico Ginecologica Policlinico di Milano sottolinea: “Il partner è consigliato, perché questo è anche il momento in cui nasce una nuova famiglia, ma ci sono persone che non se la sentono e potrebbero non essere di aiuto. Chi sta vicino alla donna in questo momento importante deve fare una cosa semplice: fare quello che chiede la partoriente, ma anche rassicurarla e aiutarla a decidere le cose, anche soltanto un cambio di posizione, oppure se fare o non fare l’analgesia, o quali procedure scegliere”.

“La persona che accompagna la futura madre è lì per essere di sostegno in un momento in cui è possibile perdere il controllo ed entrare in confusione. E’ appunto una ‘persona di fiducia’ che mette la partoriente in una situazione di tranquillità”, precisa ancora l’esperta. “L’importante è che sia una presenza empatica, che capisca il vero bisogno della donna, che non si imponga troppo ma sia affidabile e presente”, fa sapere ancora Terracciani.

Non è sempre facile entrare, però, in sala parto, i consigli riguardano anche chi facilmente si impressiona. Il parto è un’esperienza traumatica per alcuni: “Certo la visione della nascita può essere forte. Per questo noi chiediamo sempre all’accompagnatore se vuole restare in sala parto e per quanto vuole stare. Ma soprattutto chiediamo alla donna quanto vuole che stia, perché lei deve sentirsi sempre a proprio agio. A chi è troppo impressionabile suggeriamo di stare alle spalle della donna. Oppure in alcuni casi, l’accompagnatore aspetta appena fuori dalla porta, per entrare appena il bambino è nato”.

Mommy bag

Gen 12
Scritto da Annamaria avatar

La mommy bag ormai sembra indispensabile per chi sta per diventare mamma o chi già lo è. Quale deve essere quella ideale? Ecco qualche consiglio per sceglierne una perfetta sul mercato.

mommy bag

La mommy bag per madri super organizzate deve essere spaziosa per metterci dentro pannolini, biberon, cambi vestiti, giocattoli. Deve avere scomparti ben dividi, così che ogni cosa sia esattamente al proprio posto, deve essere facile da pulire e avere pure uno stile iconico.

Una mommy bag super deve contenere tutto quel che serve nella giornata col bimbo: un fasciatoio pieghevole, un porta biberon termico, la tracolla deve essere regolabile. La si usa per l’ospedale, quando ci si va per partorire, ma non solo. Diventa indispensabile quando si è in git al parco o durante la visita dal pediatra. E’ con noi nei weekend in viaggio, ma anche mentre si fa shopping in città. Deve avere equilibrio tra funzionalità e stile, essere adatta per qualsiasi situazione. 

Ce ne sono moltissime in vendita e per tutti i prezzi. Cercate di risparmiare, ma ricordatevi cosa la rende unica, quindi non lesinate. Deve pure essere resistente, perché per un po’ sarà sempre tra le nostre mani.

Capodanno col pancione

Dic 31
Scritto da Annamaria avatar

Oggi è l’ultimo giorno di questo 2024. Vi state preparando? Se siete incinta ecco qualche consiglio per trascorrere un bel Capodanno col pancione.

capodanno col pancione

Il Capodanno col pancione richiede qualche attenzione in più da parte delle mamme, per evitare problemi o stanchezza eccessiva. Occhi quindi a non fare troppi sgarri o a esagerare.

I consigli per il Capodanno col pancione:

Evitare di bere, lo strappo alla regola è solo alla mezzanotte per il brindisi.

Attenzipone al menù, soprattutto quando sul buffet ci sono i tramezzini: evitare prosciutto crudo, salame, bresaola. Mentre vanno bene prosciutto cotto, salmone e anche caviale, possibilmente senza troppe salse o intingoli.
Evitare grandi abbuffate e piatti pesanti, dolci compresi. La soluzione è bilanciare con una giornata detox, con una dieta a base di verdure di stagione, pesce al vapore, cereali integrali e frutta fresca.

Panettone sì, ma con moderazione: potrebbe aumentare acidità di stomaco e bruciori.

Pesce crudo solo se si è certi della provenienza del pesce e sicuri che sia stato abbattuto a regola d’arte. Da evitare invece il consumo delle ostriche che possono contenere la Salmonella Campylobacter.

Trovare il tempo per schiacciare un pisolino per recuperare energia.

Bere tanta acqua per idratare e svolgere un’azione detossinante.

Non stare sedute a lungo e camminare, muoversi per riattivare circolazione.

Cercate di adottare un look elegante, ma allo stesso tempo comodo e confortevole. Non i tacchi troppo alti, che fanno male.