Birth trauma
Il birth trauma è un disturbo da stress dovuto a problemi e incidenti che sono accaduti durante il parto. Può causare notevoli problemi alle donne. In Inghilterra le neomamme lo hanno fatto conoscere.
Incidenti e disturbi nella delicatissima fase del parto possono creare il cosiddetto birth trauma. Non si sta parlando di baby blues o depressione post-partum, disturbi ormai abbastanza noti, ma di birth trauma, come già sottolineato disturbo da stress legato a traumi ed esperienze spiacevoli durante il parto o la gravidanza.
Qualsiasi esperienza traumatica può provocare problemi importanti per la nostra psiche. In termini psicologici viene definito disturbo da stress post traumatico (o Ptsd): ansia, panico, memorie ricorrenti, incubi, problemi a dormire e a concentrarsi. Questi sintoni possono colpire anche le donne dopo un parto particolarmente difficile, scioccante o imbarazzante. Il problema deve essere affrontato e superato, prima di tutto, però, bisogna far sapere di non stare bene, di aver avuto un birth trauma. Poi arrivano le cure e le terapie adeguate.
Nel Regno Unito è stata istituita la “birth trauma awareness week”, una settimana (dal 14 al 21 agosto) dedicata a discutere i problemi legati ai birth trauma, e come affrontarli. Promotore dell’iniziativa è l’inglese birth trauma association.
“In Italia c’è una forte cultura della maternità, e una grande attenzione ai problemi che affrontano le donne prima e dopo il parto. Ma questo si scontra, nella pratica, con la mancanza di mezzi del Servizio Sanitario Nazionale”, racconta Maria Grazia Pellegrini, Ostetrica Capo dell’Ospedale Fatebenefratelli dell’Isola Tiberina di Roma. Il birth trauma è noto agli specialisti, in assenza di un’assistenza domiciliare post-parto, le donne devono chiedere aiuto in caso di bisogno. “Sono i consultori che dovrebbero occuparsi dell’assistenza territoriale nei mesi successivi alla gravidanza, ma per mancanza di mezzi in pratica non avviene”, continua la Pellegrini. “Per supplire a questa mancanza nel nostro ospedale abbiamo dei protocolli che ci aiutano a riconoscere le donne che hanno maggiori rischi di sviluppare disturbi al termine della gravidanza, e un servizio di puerperio domiciliare per seguire le pazienti a casa anche nei giorni successivi al parto”, conclude.
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