Come sopravvivere al Mom Shaming?
Come sopravvivere al Mom Shaming? E’ un fenomeno sempre più diffuso. Riguarda quelle che si sentono ‘mamme cattive’ per colpa dei giudizi degli altri. Queste donne vivono nel dubbi costante di fare la cosa sbagliata e sono piene di sensi di colpa. Le pressioni sociali sulle neo mamme impazzano: le più deboli ne risentono moltissimo. Anche le super famose.
“Odiavo come mi sentivo. Odiavo il mio aspetto. Non ero più io. Mi sedevo a casa e piangevo tutto il tempo“, ha dichiarato Kim Kardashian in passato intervenuta durante il podcast dell’attrice Kristen Bell, We Are Supported By. Tutto è avvenuto dopo la sua prima gravidanza, ora la socialité ha quattro figli avuti con Kanye West, da cui si è separata lo scorso febbraio: North (8 anni), Saint (5 anni), Chicago (3) e l’ultimo arrivato, il piccolo Psalm (2). Tutta colpa degli altri: come sopravvivere al Mom Shaming?
“Ma non allatti?”, “Sei uscita con tuo marito e hai lasciato i bambini con la babysitter?”, “Come puoi vestire tuo figlio in questo modo?”, “Hai ricominciato a lavorare così presto?”. Tutte queste domande o affermazioni esprimono giudizi impliciti, il contesto in cui si può parlare di Mom Shaming.
“Ognuna ha diritto di scegliere come essere madre, all’interno della propria consapevolezza. La maternità è certamente cambiata così come la coppia e la famiglia, la donna può scegliere quando avere un figlio e si è assistito a un allungamento dei tempi prima di avere il primo figlio, soprattutto per le donne laureate. I padri sono oggi più presenti nella cura del bambino, le giovani madri spesso tornano al lavoro (ma purtroppo spesso no), quindi molte cose sono cambiate. Sul piano profondo, però, sappiamo che i comportamenti degli esseri umani sono lenti a cambiare. La donna è ancora troppo spesso oggetto di ingiustificati sensi di colpa riguardo alla maternità, tutto quello che fa le sembra sbagliato, ed è su questo che punta il Mom Shaming. La maternità è oggetto oggi, forse perché si fanno pochi bambini e questi pochi sono diventati idoli, di una eccessiva idealizzazione: si attende a lungo un primo e unico bambino, che arriva quando la coppia è matura, e questa maternità dovrà essere perfetta. Ma nessuna maternità, nessuna cosa umana è perfetta, né lo deve essere; una mamma deve poter sbagliare”, spiega la psicologa e psicoterapeuta Rossella Valdrè a Vanity Fair.
Ecco come sopravvivere al Mom Shaming: “Intanto, non sentirsi affatto ‘cattive’ e cercare di ignorare assolutamente queste maldicenze, anche a costo di rompere qualche rapporto. Inoltre, tornare a comportamenti più riservati, fare meno uso dei social che sono spesso la bomba di innesco delle critiche; non occorre mostrare come si allatta, come si gioca, cosa si fa col proprio bambino e così via. La maternità è un fatto intimo, e tale deve restare. Ciò non vuol dire isolarsi, ma anzi chiedere l’appoggio delle persone care e del marito, che devono aiutare la donna a non sprofondare in vissuti depressivi o di vergogna; in donne predisposte o fragili, infatti, come in tutte le forme di persecuzione e di bullismi, anche il Mom Shaming può diventare pericoloso e innescare una spirale depressiva da cui non è poi facile uscire, la donna può realmente convincersi di non andare bene, in una sorta di identificazione con l’aggressore. Direi, insomma, che una buona stima di sé, la consapevolezza di sé, limitare o eliminare l’uso dei social per esporre la maternità sono le migliori armi contro il Mom Shaming”.
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