Leggere al pancione fa bene

Apr 23
Scritto da Annamaria avatar

Leggere al pancione, o meglio al bimbo che si porta in grembo, fa bene. Allena il cervello del nascituro. Lo dimostra uno studio, “Learning-induced neural plasticity of speech processing before birth” pubblicato su PNAS dall’Università di Stanford. “L’esposizione continua al linguaggio materno è di importanza cruciale nello sviluppo del bambino – spiega il dottor Marco Grassi – La stimolazione uditiva funziona come un esercizio preparatorio, aiutando il feto ad avvicinarsi all’apprendimento del linguaggio”. 

Young pregnant woman reading a book at home

Il ginecologo all’ospedale ‘C. e G. Mazzoni’ di Ascoli Piceno è chiaro con Adnkronos a riguardo. “L’ascolto ripetuto della voce materna potenzia la risposta neuronale ai suoni linguistici. Si tratta di un allenamento precoce che avrà un impatto sulla capacità del bambino di comprendere e produrre parole nei primi anni di vita”. 

Il momento ideale per cominciare a leggere al proprio bambino? Secondo i ginecologi e i neonatologi, intorno alla ventesima settimana di gravidanza, quando l’udito fetale è ormai sviluppato a sufficienza per captare suoni esterni. “Leggere a voce alta – aggiunge il dottor Grassi – abitua il bambino alla musicalità della lingua, creando un ponte sensoriale e affettivo tra madre e figlio”. E’ un’abitudine salutare. Leggere al pancione fa davvero bene.

Leggere al pancione fa bene pure alla mamma. “La lettura prenatale può essere vista come un vero e proprio strumento di cura affettuosa – spiega il dottor Grassi – una forma di Nurturing Care che non solo migliora il benessere psicologico della donna, ma rafforza il senso di connessione e protezione verso il nascituro”.

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