Partorire con la musica
Partorire con la musica può essere un’esperienza unica, terapeutica e di grande passione. Livia Di Corato aiuta le mamme così, con il progetto Alma Musica, un percorso di musicoterapia importante, che lei stessa ha sperimentato durante i travagli avuti per i due figli.
Il suo primo travaglio è durato 7 ore “scandito dagli incessanti canti di mamma e papà senza parole fatti solamente delle sillabe dei bambini tipo pam, pum, pam”, scrive Il Nuovo Trentino, che l’ha intervistata. “Il secondo parto è stato più veloce, ma a cantare con noi c’era anche l’ostetrico. Tutto si basa su una considerazione. Il diaframma del torace è collegato in maniera indiretta con quello pelvico e allargandosi a causa del canto, favorisce la maggiore apertura di quello pelvico e di conseguenza favorisce il parto”, racconta lei. Questo è stato il suo partorire con la musica.
Livia, diploma al Liceo Psicopedagogico, diploma da pianista conseguito al Conservatorio di Roma, laurea specialistica in Musica da Camera Master in Marketing e Comunicazione musicale, ha allargato i suoi orizzonti. “L’insegnamento classico proprio non mi piaceva, c’era pochissimo spazio sia per la musica che per la creatività musicale e così mi sono guardata attorno. Ho frequentato corsi di insegnamento alternativo della musica sia in Austria che in America ed ho iniziato questa nuova esperienza con i bambini da 0 a 3 anni, ma anche prenatale e per le mamme in gravidanza ed ho trovato la mia strada”.
La sua idea è “portare la musica ai bambini con la stessa modalità dell’apprendimento del parlare che arriva dopo una fase di ascolto e di prove per arrivare a delle parole prima approssimative e poi definite. Così con la musica che prima si ascolta, poi si fanno prove con la voce, col corpo, si instaurano relazioni perché fino ai 3 anni si lavora insieme con le mamme e poi si arriva allo sbocco finale che può anche essere la semplice scelta di uno strumento musicale”.
Partorire con la musica fa bene. Ma è il progetto in toto ad avere una grande valenza: “Si educa a trovare un punto di contatto con il prossimo che nei primi tre anni di vita può essere la mamma, ma anche il papà o i nonni. Per quanto riguarda la gravidanza, si sa che dalla 24ma settimana in poi i bambini iniziano a percepire i suoni e farlo attraverso la voce della mamma è un inizio di una relazione diretta che altrimenti arriverebbe solo dopo il parto”.
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