WaterBirth, prima app per chi partorisce in acqua

Gen 12
Scritto da Annamaria avatar

Per chi partorisce in acqua arriva la prima app, Waterbirth. Ricordate che rispetto al travaglio e al parto tradizionale, per chi partorisce in acqua si ha un abbassamento della frequenza cardiaca.

E’ stata Pharma Mum Italia a creare la prima app per chi partorisce in acqua: si chiama WaterBirth e , chiaramente se si possiede uno smartwatch, permette di tenere d’occhio le condizioni della partoriente sullo smartphone mentre lei è immersa.

Secondo uno studio condotto dall’Unità di Ostetricia e ginecologia dell’Arnas-Civico di Palermo, come già detto, il parto in acqua rispetto al travaglio e al parto tradizionali, riesce ad abbassare la frequenza cardiaca della donna.

I ricercatori hanno osservato attentamente 120 partorienti: di queste, 81 hanno avuto travaglio o parto in acqua, 39 fuori dalla vasca. Le gestanti indossavano uno smartwatch sul quale hanno indicato l’inizio e la fine di ogni contrazione e anche la sua intensità (che poteva essere lieve, media o severa). Tutto ciò grazie alla prima app. Nello stesso momento, WaterBirth ha permesso di registrare la frequenza cardiaca delle donne per valutarne l’andamento e alterazioni e consentire così l’intervento dei sanitari, se si fosse reso necessario. I dati – frequenza, intensità e durata delle contrazioni e battito cardiaco – sono stati presi in considerazione al momento dal ginecologo e dall’ostetrica su uno smartphone.

In tutte le rilevazioni è risultato che la frequenza cardiaca delle donne con il travaglio o parto in acqua era più bassa rispetto a quelle che invece non lo hanno fatto. Tutto ciò accade per il rilascio di endorfine (ormoni del benessere) provocato dall’acqua calda. Questo attenua il dolore delle contrazioni, quindi conseguentemente, la frequenza cardiaca si abbassa.

“L’acqua calda dona relax e riduce il dolore perché le endorfine ritardano la percezione dolorosa a livello cerebrale. La diminuzione del dolore comporta anche una diminuzione della frequenza cardiaca – dice il professore Luigi Alio, direttore del reparto – Le tecnologie impiegate nello studio ci hanno permesso di misurare nella vasca del parto in acqua, oltre ai parametri cui eravamo abituati con il tradizionale cardiotocografo, anche la frequenza cardiaca della donna che partorisce in acqua. Questa ricerca ci ha consentito di fare una nuova esperienza, che fa crescere tutti e che dà soddisfazione alle partorienti. E’ stata un’esperienza che magnifica il percorso in cui da sempre crediamo”.

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