Gravidanza vegan: le controindicazioni
Gravidanza vegan, si o no? Due esperti in un libro danno le controindicazioni. Pietro Antonio Angelucci ed Elvira Frojo in “Non di solo pane. L’importanza dell’alimentazione in gravidanza“ non sono per una gravidanza vegan ed espongono le controindicazioni. Uno è ginecologo presso l’Ospedale san Giovanni Calibita dei Fatebenefratelli all’Isola Tiberina di Roma, docente e autore di numerose pubblicazioni, l’altra una sua paziente, madre di due figli, avvocato e dirigente della pubblica amministrazione. Nel volume raccontano l’avventura della dolce attesa da prospettive diverse e parlano dell’alimentazione quando si è incinta. Sulla gravidanza vegan, per loro, sono tante le controindicazioni.
“La salute della tua creatura dipende soprattutto da te, dal tuo amore, dal contesto ambientale che ti circonda, dal cibo che assumi”, si legge. Mai darsi alle mode. I due autori consigliano sì un moderato consumo di carne, soprattutto quella rossa, ma raccomandano pure un’alimentazione ricca e variata affinche madre e figlio abbiano tutto ciò che serve per una crescita sana e completa. “Inizia a considerare un’alimentazione corretta e genuina, ben equilibrata e mirata per le tue esigenze metaboliche, alcuni mesi prima del concepimento (ancor meglio un anno prima), per depurare, rigenerare e preparare l’organismo a un’ottimale accoglienza dell’embrione; continua durante tutto il periodo della gestazione, per garantire a te consistenti benefici e un fisiologico accrescimento intrauterino al tuo bambino; prosegui durante il periodo puerperale, per assicurare un migliore e più duraturo allattamento naturale, utilissimo per il neonato, indispensabile alla salute del seno, ma anche alla psicologia e neuroendocrinoimmunologia di entrambi”, scrivono.
Angelucci e Frojo spiegano: “Va considerato che lo sviluppo strutturale e plastico del cervello non si arresta alla nascita, ma prosegue sicuramente per il primo anno di vita, come se la gravidanza durasse ventuno mesi, come afferma la tradizione cinese. Continua nei due anni successivi, favorendo un proporzionale incremento della lunghezza della vita media”.
Alimentarsi bene significa prevenire: “Un feto che sia stato nutrito in utero con un regime alimentare troppo ricco di zuccheri, grassi o cibi altamente energetici per lunghi periodi, ha maggiore rischio, da adulto, di andare incontro ad obesità, diabete e cardiopatie”. Per questi motivi “acquisisci consapevolezza sull’evidenza che, attraverso l’alimentazione, è nelle tue mani la possibilità di prevenire danni, disfunzioni e patologie anche gravi per te e per la tua creatura; è dunque un dono prezioso che ti lega la tuo bambino saldamente ancor prima della nascita e per il resto della vita”.
Durante la gestazione, quindi, no a fumo e alcol. “E’ importante abbinare alla carne, preferibilmente bianca o al pesce azzurro, una generosa porzione di insalata mista, condita con olioextravergine e limone, che contiene una buona dose di vitamina C, che catalizza e permette di assimilare meglio il ferro naturale contenuto nelle carni, indispensabile specialmente dal quarto mese di gestazione. La tua dieta dovrà essere ricca di proteine preferibilmente vegetali, ma anche animali, cereali integrali, frutta e verdure fresche di ogni tipo, carboidrati integrali (riso, pane, pasta), patate e legumi, in quantità moderata che, oltre a controllare la nausea e la stipsi nei primi mesi, forniscono vitamine del gruppo B, folati B9-B6, indispensabili all’accrescimento del feto e alla profilassi di gravi malformazioni”.
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