“Come si torna in forma dopo la gravidanza? Lentamente”

Lo diciamo da sempre. Inutile voler essere immediatamente super dopo un parto. Miriam Leone, bellissima attrice, ex Miss Italia, diventata mamma lo scorso 29 dicembre di Orlando, lo dice tranquillamente: “Come si torna in forma dopo la gravidanza? Lentamente”.

La Leone affida a un post sul social il suo messaggio chiaro e diretto. Non è tra quelle che pensano solo all’obiettivo con una quasi ossessione. Scrive una lunga riflessione, per lei c’è una solo risposta alla domanda ‘come si torna in forma dopo la gravidanza‘: “Lentamente”.
“Come si ritorna in forma dopo la gravidanza? Per me al momento è più un ritrovare forma, una forma e una forza nuova gradualmente. Pole pole. Piano piano. Lentamente”, sottolinea la 39enne.
“Nell’esperienza di questi primi mesi di una nuova me, di una nuova famiglia, ho aggiunto tra me e il mondo mille ponti …alle poche ore di sonno ho aggiunto un quantitativo di sorrisi non quantificabili, al contatto con me stessa, che si muove e smuove di continuo (e questo non deve agitare o preoccupare una neo-mamma, perché siamo come argilla non ancora infornata, malleabili e ci stiamo riassestando in questa forma nuova) ho aggiunto il contatto con una vita nuova che mi guarda fiduciosa. Ai giorni messi in fila ho aggiunto la Felicità”, continua Miriam.
“Tornerò me mille e mille volte ancora, tornerò in una nuova forma, e sono sempre qui, sempre la stessa…grata per averci provato, felice per tutto questo amore in circolo che ossigena ogni centimetro di me. Questo raggio di sole sul viso mi ricorda che si può essere così, indefiniti e contenti”, conclude. Tutte noi dovremmo fare come lei, senza drammi, senza paura di non essere più noi stesse, aprendoci a “un’altra me”.
Pregnancy Nose

E’ uno dei trend che spopolano su TikTok. Quale? Quello del Pregnancy Nose. In molti credono che il naso cambi e si trasformi in gravidanza. Ma è proprio così? Sì, a quanto pare. Non è solo la pancia a crescere e il nostro fisico a trasformarsi.
L’aumento dell’ormone estrogeno, che provoca un aumento del flusso sanguigno ai tessuti corporei, fa sì che si verifichi il cosiddetto Pregnancy Nose, ossia quel gonfiore al naso dovuto, quindi, alla dolce attesa. E che quindi la nostra ‘proboscide’, che prima ci sembrava contenuta, magari risulti molto più evidente.
Non dobbiamo poi dimenticare che la ritenzione idrica, che aumenta in gestazione, gonfia non solo il naso, ma pure tutto il volto solitamente. Magari non ne saremo molto contente, questo è comprensibile, ma lo stress e l’ansia come al solito non aiutano affatto. Non bisogna temere il peggio, né tanto meno farsi prendere da attacchi di panico.
Il Pregnancy Nose, il naso fondamentalmente più grosso quando sta per arrivare la cicogna, tornerà poi alle sue dimensioni normali. Ci vorranno dai 20 ai 40 giorni, chiaramente dopo aver partorito, dando alla luce il bebè. Per cercare di minimizzare il problema, in realtà, un piccolo accorgimento c’è: evitare o diminuire il sale in gravidanza e mantenere idratato sempre e costantemente il naso. Provate per credere.
Allergia primaverile in gravidanza

L’allergia primaverile arriva, anche in gravidanza. Come proteggersi? Gli occhi lacrimano, il naso si chiude, arrivano gli starnuti ed è subito disagio.

L’allergia primaverile, sotto stretto controllo medico, può essere trattata anche quando si è in gravidanza. Mai ricorrere al fai da te. Ma alcuni consigli possono aiutare.
Come alleviare l’allergia primaverile in gravidanza? Come alleggerire i sintomi? Ecco qualche piccola raccomandazione, come sottolinea Qui Mamme del Corriere della Sera:
- Identificare i tipi di polline a cui sei allergica. E’ il primo passo per potersi difendere, per conoscere il periodo critico, cioè il periodo di fioritura della pianta che provoca l’allergia, e per controllare settimanalmente la densità del livello di polline nell’aria.
- Effettuare frequenti lavaggi nasali con soluzione fisiologica. In questo modo, vengono eliminate le secrezioni nasali, ma anche le sostanze che causano l’infiammazione.
- Creare un ambiente umido, utilizzando umidificatori.
- Stare lontana dal fumo di sigaretta! Sia il fumo attivo che quello passivo indeboliscono le mucose nasali, oculari e bronchiali, favorendo l’ingresso del polline e, quindi, le reazioni allergiche.
- Rinunciare alle passeggiate all’aperto nelle giornate particolarmente asciutte e ventose, quando la concentrazione di pollini nell’aria è massima. Se non si possono evitare orari e condizioni climatiche particolarmente “avverse”, è preferibile indossare una mascherina che copra naso e bocca.
- Non uscire subito dopo un temporale. Mentre piove, la concentrazione di pollini è minima. Tuttavia, al termine delle precipitazioni, i granuli di polline possono rompersi riducendosi in minuscole. particelle che, più facilmente, arrivano ai bronchi, il che rappresenta una situazione critica per le persone allergiche. Anche le prime ore del mattino sono problematiche.
- Installare un filtro antipolline sull’auto. Quando si viaggia in auto, i finestrini devono essere ben chiusi e l’aria condizionata deve essere dotata di uno speciale filtro antipolline (non dimenticare di pulirlo periodicamente).
- Attenzione al giardino o al terrazzo! Oltre a non effettuare operazioni di giardinaggio o falciare l’erba nei periodi “critici”, occorre prestare particolare attenzione nella scelta delle piante e di ciò che si desidera coltivare, evitando rigorosamente quelle che provocano allergie primaverili.
- La meta ideale per trascorrere le vacanze è il mare. La presenza di pollini è molto ridotta e la brezza marina contribuisce a contrastarla ulteriormente. Il risultato è che, nel giro di un paio di giorni, si assiste a un miglioramento molto accentuato, con la scomparsa di tutti i sintomi dell’allergia.
- Gite in campagna? No grazie! Nei periodi di massima diffusione dei pollini, è preferibile evitare le escursioni nella natura.
Pillola del travaglio

La pillola del travaglio, quella che lo induce, è un grande aiuto per le partorienti. Ne parla a Il Telegrafo Stefano Masoni. Il direttore della struttura complessa ’Ostetricia e Ginecologia Cecina Piombino Elba’ spiega i vantaggi immediati per madre e neonato. “La pillola che induce il travaglio evitando il ricorso a dispositivi meccanici o altre modalità più invasive, è adesso a disposizione anche delle partorienti delle Valli Etrusche”, annuncia.

Il primario sulla pillola del travaglio spiega: “Questo tipo di metodica viene utilizzata nei casi in cui la gravida, per svariate ragioni, abbia necessità di partorire, ma non abbia ancora sufficienti contrazioni. Fino ad oggi le modalità di induzione del parto prevedevano l’uso di dispositivi meccanici quali appositi palloncini, lo scollamento o la rottura delle membrane. Oppure di farmaci in forma di gel, fettucce medicate o flebo. Le nuove pillole, somministrate quindi per via orale, permettono di evitare tutto questo arrivando al medesimo risultato di stimolare l’utero a contrarsi e quindi far nascere il bambino”.
La pillola del travaglio rende tutto meno complicato. “L’induzione del travaglio con compresse di misoprostolo – continua Masoni – si è diffusa da alcuni anni in Scandinavia e in Francia con ottimi risultati, riportando un tasso di cesarei inferiore alle altre metodiche. Così, appena il prodotto è divenuto disponibile abbiamo subito scelto di utilizzarlo anche per le nostre partorienti. Ad oggi sono già stati quattro i casi trattati. E tutti con buoni risultati sia per la madre che per il neonato. Specialmente per quanto riguarda l’induzione in casi di rottura prematura delle membrane. L’utilizzo della pillola consente di ridurre i potenziali rischi di infezioni per via vaginale”.
Disfunzioni tiroidee in gravidanza

E’ bene controllare tutto durante la gravidanza. Soprattutto la tiroide. Le disfunzioni tiroidee che possono insorgere in gravidanza possono avere conseguenze disastrose, anche per il feto: aborto spontaneo, parto pretermine, alterazioni nello sviluppo neurologico.
La dott.ssa Caterina Premoli lo sottolinea. Consiglia a tutte le donne che stanno pianificando una gravidanza o sono nelle prime fasi di gestazione di sottoporsi a un prelievo ematico per misurare il TSH-r. Dopo i risultati potrebbe essere necessario dosare anche gli anticorpi anti Tg e gli anticorpi Anti-TPO, oltre a eseguire un’ecografia tiroidea. L’endocrinologa presso gli ambulatori Humanitas Medical Care di Monza, Assago e Murat a Milano spiega quanto sia importante il corretto funzionamento della tiroide in gravidanza, le disfunzioni tiroidee possono comparire all’improvviso. Meglio sempre prevenire.
“Durante la gravidanza, il corretto funzionamento della tiroide è fondamentale sia per la salute della madre che per quella del feto. Infatti, durante il primo trimestre di gravidanza, fino alle 18-20 settimane di gestazione (quando avviene la piena maturazione della ghiandola tiroidea fetale), il feto dipende dagli ormoni tiroidei materni, indispensabili per assicurare il suo corretto sviluppo, in particolar modo per la formazione del sistema nervoso centrale e l’apparato muscolo scheletrico”, precisa.
Elenca anche le disfunzioni tiroidee che possono insorgere in gravidanza:
· Ipotiroidismo e tiroidite autoimmune. Colpisce circa il 2%-3% delle donne in età fertile (la causa principale è rappresentata dalla tiroidite di Hashimoto, una malattia autoimmune della tiroide). E’associato ad un aumentato rischio di complicazioni nella gravidanza, nonché a effetti dannosi sullo sviluppo neurocognitivo fetale. Per questo, per garantire adeguati livelli di ormoni tiroidei al feto può essere necessario avviare una terapia sostitutiva mediante l’assunzione di ormoni tiroidei.
· Carenza di iodio. Durante la gravidanza, il fabbisogno di iodio (un micronutriente indispensabile per la produzione degli ormoni tiroidei) aumenta fino a 250 μg al giorno. Per cui è opportuno iniziare prima della gravidanza (continuando per tutto l’allattamento) una supplementazione di 150 μg di iodio al giorno (oltre al normale uso di sale iodato).
· Ipertiroidismo. Quello di tipo autoimmune colpisce circa lo 0.2% delle donne in gravidanza e richiede un trattamento specifico per tenere sotto controllo l’eccessiva quantità di ormoni tiroidei in circolo.
· Tireotossicosi gestazionale transitoria. Anche qui si ha un eccesso di ormoni tiroidei circolanti, in questo caso dovuta a elevati livelli di betaHCG (un ormone prodotto dalla placenta). E’ più frequente nelle gravidanze gemellari e spesso si associa a iperemesi gravidica. Ma è limitata alla prima metà della gestazione e tende a risolversi spontaneamente senza conseguenze negative sul feto.
· Tiroidite post-partum. E’ una forma di tiroide autoimmune che può presentarsi con una fase tireotossicosica (a causa del rilascio di ormoni tiroidei immagazzinati dalla ghiandola). Poi una successiva fase ipotiroidea e generalmente il ripristino di una normale funzione tiroidea entro la fine del primo anno post-partum. Si verifica in circa l’8% delle puerpere. Tuttavia, le donne che presentano autoimmunità tiroidea hanno un rischio da 5 a 7 volte maggiore di sviluppare una tiroidite post-partum.
· Noduli tiroidei. Possono aumentare in numero e dimensioni per effetto trofico degli estrogeni, soprattutto in zone iodo-carenti. Per la diagnosi, viene prescritta alla paziente un’ecografia tiroidea. Consente valutare le caratteristiche e le dimensioni dei noduli e può essere eseguita anche durante la gravidanza. In caso di sospetto, può essere richiesto un agoaspirato per ottenere un campione citologico del nodulo.
”Sesso in gravidanza? Assolutamente sì”

Quando le si è domandato dei rapporti intimi quando si è incinta, Ilaria D’Amico, giornalista conduttrice tv e compagna di Gigi Buffon, non ha avuto dubbi. “Sesso in gravidanza? Assolutamente sì”, ha detto, ospite del podcast di Diletta Leotta Mamma Dilettante.

La 50enne, due volte mamma, ha affermato: “Sesso in gravidanza? Ma certo! Ma di che parliamo? Non c’è nessun tipo di problema secondo me: se ti va, assolutamente sì! E nessuno me l’ha mai fatta pesare questa cosa. Verso la fine aiuta anche a partorire. Per me è un grandissimo sì, ma sempre assecondando quel che sente la mamma”. E l’esperta è d’accordo con lei.
Sesso in gravidanza assolutamente sì pure per la dottoressa Elisa Restelli. Laspecialista in Ginecologia e Ostetricia della Clinica Mangiagalli del Policlinico di Milano a Vanity Fair dice la sua. “Quando la gravidanza è fisiologica non ci sono controindicazioni ad avere rapporti sessuali. I benefici sono molteplici, in primis per l’intimità di coppia, ma anche per la donna e per la stessa gravidanza. In particolare, verso il termine della gestazione i rapporti possono favorire, se completi, l’insorgenza del travaglio spontaneo. Lo sperma contiene prostaglandine, sostanza che modifica il collo dell’utero e aiuta a far partire le contrazioni. Le posizioni che si possono assumere quando si fa sesso in gravidanza, soprattutto quando il pancione diventa ingombrante, possono essere la posizione laterale, la posizione a carponi o, se gradita, la posizione in cui la donna è sopra l’uomo”, spiega
“Ci sono effettivamente dei casi in cui i rapporti sessuali tendono a essere controindicati – ricorda però il medico – In particolare alcune condizioni di patologia della gravidanza come la placenta previa, la minaccia di parto prematuro o le infezioni in corso. Il sesso può essere controindicato anche nel primo trimestre se si hanno perdite ematiche o una minaccia di aborto. Concludendo, il sesso in gravidanza dev’essere sempre e solo un piacere per la donna: no alle forzature se ci si sente a disagio o manca il desiderio. Accogliete il vostro sentire senza autogiudicarvi. Oltre all’importanza delle posizioni sessuali più comode per la futura mamma, per entrambi i partner è importante curare al massimo l’igiene intima, allo scopo di prevenire la comparsa di eventuali infezioni”.
Primi segni gravidanza

Quali sono i primi segni di una gravidanza? “Il segno precoce di gravidanza più affidabile è un test di gravidanza positivo”, afferma Christine Greves, ginecologa, a Women’ Health US. Ma ci sono particolari ‘indizi’, chiamiamoli così, che gli esperti elencano per capire che si è in dolce attesa.

I primi segni rivelatori di una gravidanza sono 10, c’è da ribadire che posso essere validi, ma anche sbagliare. Li elenca Elle, che riporta l’articolo statunitense:
I primi segni di una gravidanza:
Aumento della minzione. Se siete consapevoli di quanto spesso fate pipì, potreste notare che andate in bagno un po’ più spesso del solito. “I cambiamenti ormonali della gravidanza possono causare l’espansione dei reni e la produzione di più urina, il che aiuta il corpo a liberarsi delle scorie più rapidamente”, spiega l’ostetrica Jennifer Wider.
Una maggiore sensazione di fatica. “Questo è complicato – dice la dottoressa Greves – dato che potete sentirvi stanche per tante cose, incluso l’avvicinarsi del ciclo. In ogni caso, potreste sentirvi un po’ affaticate a causa degli alti livelli dell’ormone progesterone e di un aumento della produzione di sangue nel vostro corpo”.
Seni e capezzoli gonfi. “Quando aspettate un bambino, l’aumento dei livelli di progesterone può far espandere le ghiandole mammarie, in modo da poter allattare lungo il percorso”, chiarisce il dottor Schaffir. Quindi potreste sentire un po’ di dolore o notare un gonfiore nella fase iniziale.
Nausea con o senza vomito. Non tutte sperimentano nausea e/o vomito durante la gravidanza. Se li avrete, è più probabile che i sintomi siano più evidenti dopo il mancato ciclo a causa dell’aumento dei livelli di ormoni della gravidanza. “Si ritiene che la nausea sia il risultato diretto dell’ormone HCG, che raggiunge il picco tra le otto e le dieci settimane dall’ultimo periodo mestruale prima di diminuire”, afferma il dott. Schaffir. “Alcune donne sono più vulnerabili a questo rispetto ad altre”, aggiunge la dott.ssa Wider.
Stitichezza. Andate in bagno meno del solito? Potrebbe essere un segnale rivelatore. “Il progesterone rilassa la muscolatura liscia dell’intestino, rallentando il tempo di transito del cibo”, precisa la dottoressa Greves. Di conseguenza, potreste sentirvi un po’ bloccate.
Mal di testa. Questo non è particolarmente comune ed è difficile da definire dato che, ovviamente potreste avere mal di testa per un sacco di ragioni diverse. Quando si tratta di gravidanza, il mal di testa può essere “causato da una combinazione di aumento degli ormoni e aumento del volume del sangue”, dice la ginecologa Wider.
Temperatura corporea più alta. “Ciò è dovuto a un aumento dei livelli di progesterone che rimangono elevati se l’ovulo viene fecondato”, spiega sempre la dottoressa Wider. Non vi sentirete necessariamente diverse, ma potreste notare una temperatura leggermente aumentata, se la tenete monitorata.
Gonfiore. “Ciò risale al rallentamento del tratto gastrointestinale da parte del progesterone: può anche farvi sentire gonfie”, afferma il dottor Schaffir.
Lievi crampi pelvici. “Questo può accadere dopo che l’ovulo si è attaccato alla parete uterina – dice la dottoressa Wider – anche se non tutti potrebbero notarlo o sentirlo. A volte sembrano crampi mestruali, facendo pensare ad alcune donne che il loro ciclo sia in arrivo”.
Improvvise avversioni alimentari. “All’improvviso non volete più la vostra colazione preferita? Potrebbe essere un segno di gravidanza e di solito è collegato all’aumento dei livelli di HCG”, afferma il dottor Schaffir. Non dura per sempre, però. “Di solito migliora alla fine del primo trimestre”, aggiunge.
Linee Guida Procreazione Medicalmente Assistita

Il Ministero della Salute ha pubblicato le linee guida della procreazione medicalmente assistita, come richiesto dalla legge numero 40 del 2004. Nel decreto ministeriale pubblicato in Gazzetta ufficiale si legge che dopo la fecondazione assistita dell’ovulo, il consenso alla P.M.A. non può essere revocato. La donna può richiedere l’impianto dell’embrione anche se il partner sia deceduto o se è cessato il loro rapporto, divieti basati sulla sentenza della Corte di Cassazione del 2019 e su una della Consulta del 2023.

La procreazione medicalmente assistita (PMA), comunemente detta “fecondazione artificiale”, come si legge sul sito del Ministero della Salute è l’insieme delle tecniche utilizzate per aiutare il concepimento in tutte le coppie. Chiaramente nei casi in cui il concepimento spontaneo è impossibile o estremamente remoto e nei casi in cui altri interventi farmacologici e/o chirurgici siano inadeguati.
“Il ministero alla Salute pubblica le nuove linee guida sulla procreazione medicalmente assistita, Pma e inserisce anche quanto indicato da una sentenza della corte di Cassazione nel 2019 riguardo al decesso del compagno e dalla Corte Costituzionale l’anno scorso riguardo appunto alla fine della coppia”, sottolinea La Repubblica.
La nuova indicazione nasce dal valore del consenso informato. “Ai richiedenti – è scritto nel decreto – al momento di accedere alle tecniche di Pma, devono essere esplicitate, con chiarezza e per iscritto, le conseguenze giuridiche di cui all’articolo 8 e all’articolo 9 della Legge 40/2004. Con le medesime modalità deve essere rappresentato che, dopo la fecondazione assistita dell’ovulo, il consenso alla Pma non può essere revocato e la donna può richiedere l’impianto dell’embrione anche se il partner sia deceduto ovvero sia cessato il loro rapporto”. Visto che la legge italiana prevede che gli embrioni creati con la procreazione non possano essere mai distrutti, teoricamente l’impianto può avvenire anche dopo anni. Così sottolinea il quotidiano.
“Le linee guida prevedono che le coppie paghino un canone per la loro conservazione, che fino ad oggi era gratuita se questa avviene in uno dei centri privati, che rappresentano il 70% dell’offerta e quindi su scala nazionale sono prevalenti. Si stima che il costo, che non scatterebbe dal primo anno, sia di 100-150 euro all’anno. La coppia che, magari perché ha fatto figli ma non ha utilizzato tutti gli embrioni fecondati, si troverà a versare una sorta di vitalizio alla struttura di Pma, che del resto è obbligata alla conservazione”, chiarisce ancora il giornale.