Viaggiare in gravidanza: miti da sfatare

Viaggiare in gravidanza si può. Ci sono miti da sfatare, assolutamente falsi.
Dobbiamo sempre avere l’ok del medico curante, questo è ovvio. Se la gravidanza è a rischio, anche qui è chiaro, cambia tutto. Ma viaggiare in gravidanza si può e si deve fare se si è in salute. I miti sono da sfatare per forza.
Per viaggiare in gravidanza il mezzo più sicuro è l’aereo, pensate un po’, questo uno dei tanti miti da sfatare. Secondo gli esperti il trimestre migliore per salire a bordo è il secondo. Spesso nel primo trimestre è sconsigliato per via del rischio maggiore di aborto, così come può essere sconsigliato nel terzo trimestre per la possibilità di un parto prematuro.
Nell’ultima fase della gestazione può aumentare il rischio della trombosi venosa. E’ sempre meglio chiedere cosa ne pensa al ginecologo e ovviamente, tanto dipende pure dalle restrizioni delle compagnie aeree. Alitalia chiede alle donne che sono entrate nella 32esima settimana la prescrizione medica. Ryanair lo chiede già alla 28esima settimana, mentre dalla 32esima non consente alla donna incinta di volare.
L’aereo è meglio dell’auto perché il velivolo non crea vibrazioni. Certo, durante il viaggio è meglio muoversi un pochino, prenotando magari il posto vicino al corridoio, così da potersi alzare spesso.
Va bene anche andare in nave, solo se non soffrite di nausee però e se non state lì, lì per partorire…
Se non ci si vuole allontanare troppo si può scegliere tranquillamente tra mare o montagna, ma in Italia, in base ai propri gusti. Unica raccomandazione, evitare di esporsi tropo al sole in entrambi i casi: c’è il rischio di scottature e del cloasma gravidico.
Per quanto riguarda la montagna invece, i medici consigliano per scrupolo di non andare oltre i 1500 metri di quota per evitare affanno e ipossia fetale.
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