Quell’incontentabile di mia figlia…
Per Pasqua io di uova ne ricevevo una, al massimo due. Tra l’altro mia madre per problemi di salute mi teneva alla larga dalla cioccolata, che oggi, ormai adulta, adoro (sono praticamente una addicted…).
La mia Bibi ne ha ricevute sei, dico sei. Ci sono figli di mie amiche che arrivano addirittura a cifra doppia. Tra l’altro, proprio quando il papà e io siamo usciti per comprarle, le ho chiesto: “Preferisci l’uovo classico o vuoi l’ovone pieno di giocattoli?”, e lei candidamente ha indicato la prima opzione. Poi, però, domenica, dopo averle aperte e aver visto le sorprese, averci giocato per dieci minuti, ha subito detto: “Mamma, me ne compri un’altra?”. Le ho risposto con un ‘no’ deciso.
Il suo essere praticamente incontentabile mi preoccupa. Persino ieri, Pasquetta, dopo aver pranzato in un ristorante di Ostia e aver giocato sulle giostrine sulla spiaggia, a passeggio ha notato un negozio di giocattoli e ha pregato me e mio marito di comprarle una bambola, lamentandosi di non aver avuto regali in giornata. Probabilmente sono io che sbaglio, sicuramente non la sola. In questa corsa al consumo ho la complicità delle nonne e pure del papà.
Mi chiedo come sia possibile che i nostri piccoli credano che il bancomat i soldi li ‘regali’. E soprattutto siano sempre insoddisfatti di ciò che hanno. Dal quel che sento, non sono l’unica ad avere questo problema, comune a tanti genitori.
Faccio di tutto per renderla appagata e felice per poi scoprire che non basta mai, ma credo sia questo l’errore e dovrò porci rimedio al più presto.
Mi chiedo come: qualche consiglio?
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