Camminata veloce: regole
La camminata veloce per dimagrire e buttare giù un po’ di peso accumulato in questi giorni di festa è l’ideale. Perché però funzioni, ci sono delle regole. Maurizio Damilano, Campione olimpico nella marcia a Mosca 1980 e ideatore di Fit Walking, spiega come farla al meglio per bruciare i grassi.
“Un conto è camminare e un conto è camminare bene. Per farlo bisogna prestare attenzione al movimento dei piedi, delle gambe e delle braccia. Inoltre, la camminata fa bruciare i grassi solo se è continuativa nel tempo ed è quotidiana, o quasi. Senza dimenticare che serve abbinare una strategia alimentare corretta all’esercizio fisico”, sottolinea a Vanity Fair.
Le regole della camminata veloce sono semplici. La prima: “Per dimagrire in modo adeguato serve camminare per una durata ragionevole, ma gradualmente. Si partirà dai 20 minuti, mezz’ora, fino a salire all’ora e oltre in cinque o sei settimane. A questo punto si costruisce il programma di uscite per ottenere l’effetto desiderato”.
“L’OMS indica la dose minima consigliata di camminate in 30 minuti al giorno, o 180 minuti a settimana suddivisi in almeno 3 o 4 uscite. Questo è il minimo per mantenersi in salute e riequilibrare il peso corporeo. Più ci abituiamo a farlo e più il camminare diventerà una necessità”, precisa l’esperto. Le regole base della camminata veloce sono basilari.
“Passeggiare è ciò che possiamo fare andando a fare shopping, mentre camminare è mettersi in moto per una certa durata. Più il ritmo è sostenuto e più benefici cardiocircolatori ci sono. Mentre per il dimagrimento, bruciamo più grassi a ritmi medio bassi: quindi non è necessaria la velocità della camminata a questo scopo. Per convenzione si indica 5 o 6 km orari il confine tra la passeggiata e la camminata più vigorosa”, continua Damilano. E aggiunge: “Il momento ideale in cui camminare è soggettivo, va bene a qualsiasi orario a seconda della stagione. Si potrebbe fare a digiuno prima di colazione o dopo un pasto leggero e uno snack, ma mai a stomaco pieno”.
Poi passa ai consiglio più tecnici: “Il piede si muove appoggiando il tacco a terra e, più è ampio l’angolo tra questo e il terreno, meglio è. Poi il tacco scende in appoggio a pianta piena e conclude il suo lavoro nella fase di spinta (suddivisa in spinta iniziale, mediana e finale alla punta dell’alluce). Tacco, pianta e punta in modo vigoroso e deciso è lo schema del movimento corretto. L’ampiezza della falcata è personale, non c’è un passo giusto per tutti, anche a parità di altezza. Il passo corretto deve essere equilibrato alle misure antropometriche dei propri arti inferiori. Le braccia sono il secondo motore di chi cammina. Se non impariamo a farle oscillare bene piegandole al gomito, faremo una camminata troppo soft. Mai tenere le mani in tasca!”.
“I bastoncini da nordic walking sono un ausilio in terreni collinari o premontani e ci possono aiutare su terreni più movimentati. In pianura e in terreni duri, come l’asfalto o uno sterrato molto compatto, non hanno molto senso e anzi rallentano la camminata”, chiarisce.
E’ importante bere: “Bisogna potersi sempre reintegrare portandosi dell’acqua in un marsupio o in uno zaino. Al termine dell’esercizio è sempre bene reintegrare i liquidi che si sono persi anche nei periodi freddi”. E conclude: “Camminare è la più grande attività aggregativa che possiamo fare. Da soli è un esercizio per chi ha già una consuetudine nel farlo o ha degli obbiettivi di prestazioni personali. Camminare con altri compagni è sicuramente uno stimolo in più e aiuta sotto diversi aspetti: non solo per perdere peso, ma anche per mantenere una buona salute psicofisica”.
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