Estate 2013: tante meduse. Come curarsi (se c’è contatto)
Da Ponza a Minorca, passando per le Maldive (persino!), un unico comun denominatore: le meduse. Sembra che i mari ne siano ormai infestati. Colpa del surriscaldamento del globo terrestre e quindi pure dell’acqua.
Bibi ne ha il terrore, ma se avviene l’incontro ‘scontro’, i rimedi per curarsi esistono. Un vademecum molto utile in caso di necessità è stato pubblicato sulla rivista Marine Drugs.
La terapia cambia a seconda della specie e dell’area geografica in cui si trovano. L’aceto è ideale ai tropici e per le meduse australiane. Non usarlo, invece per quelle del Mediterraneo perché ne acuisce i sintomi.
Il contatto fa male, causa una sorta di orticaria dolorosa e bruciante simile ad una bruciatura. C’è l’eritema, il gonfiore e la comparsa di vescicole. In casi molto rari può pure verificarsi uno shock anafilattico.
1) A prescindere dalla specie di medusa incontrata, rimuovere qualsiasi residuo di tentacoli: finché questi sono attaccati alla pelle continuano a rilasciare veleno.
2) Per ridurre il dolore usare prima acqua di mare, poi acqua calda ( circa 42°) per 20 minuti e a seguire impacchi di ghiaccio.
3) Bicarbonato di sodio locale e analgesici locali o per bocca possono aiutare a lenire il dolore.
4) In caso di immersioni nelle coste equatoriali e tropicali è meglio proteggersi con la muta e fare attenzione alle eventuali segnalazioni di acque a rischio.
Ricordate che esistono pure specie mortali come la Vespa del mare australiana. Occhi aperti miei cari vacanzieri.
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