Fruttosio killer per fegato bambini

Feb 15
Scritto da Annamaria avatar

Il fruttosio, in grandi dosi, è un vero e proprio killer per
il fegato dei bambini. Zucchero naturale presente in molti
alimenti, fa male.

E’ un killer per il fegato dei bambini. Il fruttosio si trova
soprattutto nella frutta, ma anche nei vegetali e nelle farine
utilizzate per pasta, pane e pizza. E’ quanto è emerso da uno
studio dei ricercatori dell’area di Malattie epato-metaboliche
dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, pubblicato sul
‘Journal of Hepatology’.

La ricerca, fatta tra il 2012 e il 2016 su 271 bambini e
ragazzi affetti da fegato grasso ha fatto vedere quanto il fruttosio possa essere un killer per il fegato dei bambini. Gli esami effettuati in un bimbo su 2 hanno rilevato livelli  eccessivi di acido urico in circolo. L’acido urico è uno dei  prodotti finali della sintesi del fruttosio nel fegato. Quando è prodotto in grandi quantità diventa veleno per l’organismo e
concorre allo sviluppo di diverse patologie. Attraverso altre indagini, incrociate con i dati emersi dal
questionario alimentare fatto compilare ai pazienti, gli studiosi hanno dimostrato l’associazione tra gli alti livelli di acido urico e l’aggravarsi del danno al fegato, soprattutto tra chi consuma tanto fruttosio.

“L’abuso sistematico del fruttosio aggiunto ai cibi e alle bevande ha gli stessi effetti pericolosi dell’alcol: ogni grammo in eccesso rispetto al fabbisogno giornaliero (circa 25 grammi) accresce di una volta e mezza il rischio di sviluppare malattie epatiche gravi”, hanno spiegato.

“Il fruttosio è uno zucchero naturale presente in diversi alimenti, soprattutto nella frutta, ma anche nei vegetali e nelle farine utilizzate per pasta, pane e pizza. In una dieta bilanciata, il consumo di fruttosio naturalmente contenuto nei cibi non provoca alcun effetto negativo – spiegano gli esperti del Bambino Gesù – Il nemico dei bambini è il fruttosio aggiunto, presente negli sciroppi e nei dolcificanti largamente utilizzati dall’industria nelle varie preparazioni alimentari (marmellate, bevande, merendine, succhi di frutta, caramelle). Basti pensare che una sola lattina di bevanda zuccherata contiene il doppio della quantità giornaliera di fruttosio indicata per l’età pediatrica (circa 25 grammi). Un barattolo di marmellata confezionata ha una concentrazione di fruttosio 8 volte maggiore del fabbisogno quotidiano; una merendina ne contiene mediamente il 45% in più, mentre una bottiglietta di succo di frutta poco più della metà”.

“Nei bambini con il fegato già compromesso, accelerano la progressione della malattia verso stadi più gravi (steatoepatite non alcolica, fibrosi epatica, cirrosi)”. I ricercatori del Bambino Gesù hanno quindi dimostrato che i bambini con abitudini alimentari sbagliate, sottoposti a un
sistematico “bombardamento” di fruttosio, corrono un rischio di sviluppare patologie del fegato aumentato di almeno una volta e mezza per ogni grammo di zucchero in eccesso ingerito
quotidianamente. “Diversi studi hanno provato che l’elevato consumo di zucchero è associato a numerose patologie sempre più frequenti in età pediatrica come l’obesità, il diabete di tipo II e le malattie cardiovascolari. Ma poco si sapeva del suo effetto sul tessuto epatico, almeno fino ad oggi”, precisa Valerio Nobili, responsabile di Malattie epato-metaboliche del Bambino Gesù. “Con la nostra ricerca – continua – abbiamo colmato la lacuna: abbiamo infatti dimostrato che un eccessivo consumo di fruttosio si associa ad alti livelli di acido urico e soprattutto a un avanzato danno epatico, tanto da favorire la precoce comparsa di fibrosi prima e cirrosi poi a carico del fegato. Ecco perché, alla luce di quanto certificato dal nostro studio, è fondamentale evitare l’abuso di cibi e bevande con un elevato contenuto di fruttosio, modificando le cattive abitudini alimentari e gli stili di vita errati dei nostri ragazzi. Per fare un esempio concreto, gli spuntini dei bambini dovranno essere solo eccezionalmente a base di succhi di frutta o merendine confezionate e non la regola quotidiana”.

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