Gambe gonfie: carbossiterapia

Giu 27
Scritto da Annamaria avatar

Quante di noi hanno le gambe gonfie in estate? Se facciamo per alzata di mano, sicuramente quelle che rimarranno giù saranno pochine, beate loro. Per risolvere il problema delle gambe gonfie c’è anche la carbossiterapia.

Il problema della gambe gonfie secondo gli esperti sono due donne su tre. Questo fastidio oggi può essere ovviato grazie all’anidride carbonica, alla carbossiterapia.

Gambe gonfie, pesanti, piedi e caviglie gonfie, prurito, formicolii sono portati dal caldo e l’aumento delle temperature e che tendono maggiormente a manifestarsi nelle donne soggette a
disturbi circolatori dovuti all’insufficienza venosa e alla fragilità capillare.

“Difficile trovare una donna che non soffra o non abbia mai sofferto di ritenzione idrica soprattutto
d’estate. Quello dell’accumulo eccessivo di liquidi, infatti, è un problema molto comune nel sesso
femminile e il calore aumenta il problema – spiega Stefania Bizzarri, medico estetico, responsabile
dell’Ambulatorio di Medicina Estetica INI, Istituto Neurotraumatologico Italiano – Alla base c’è una cattiva circolazione sanguigna e soprattutto linfatica: se il sangue fatica a risalire verso il
cuore e il sistema linfatico non riesce a depurare e a filtrare la linfa, si verifica un ristagno di
liquidi e tossine nelle gambe”.

“La situazione può essere peggiorata da una scarsa tonicità dei muscoli delle gambe e dalla sedentarietà: in questi casi, infatti, i polpacci non riescono a comprimere le vene e i piedi a
svolgere la loro naturale azione di pompa – aggiunge l’esperta – Consumare spesso cibi salati, assumere di frequente bevande alcoliche, essere in sovrappeso, stare per troppo tempo nella stessa posizione, indossare indumenti stretti, portare tacchi troppo alti, fumare, esporre le gambe a fonti di calore sono abitudini che non fanno che peggiorare la situazione”.

“Per migliorare il problema si può ricorrere per esempio alla carbossiterapia, una metodica poco invasiva che prevede l’utilizzo di anidride carbonica – sottolinea – Si tratta di una tecnica che consiste nell’iniezione di anidride carbonica nel sottocute o nel derma. Questo gas esplica una
serie di effetti benefici. In primo luogo, stimola la motilità dei vasi, la cosiddetta ‘vasomotion’: di
conseguenza, il sangue scorre con più facilità, la circolazione migliora e il drenaggio veno-linfatico (di liquidi e tossine) aumenta. In secondo luogo, aumenta l’ossigenazione. Il risultato? I tessuti ricevono più nutrimento, le tossine e le scorie vengono smaltite più velocemente e il gonfiore si riduce”.

“Non bisogna temere che l’anidride carbonica sia nociva – fa sapere l’esperta – La quantità usata nella carbossiterapia è limitata, viene eliminata con la respirazione ed esplica la sua azione nel
distretto in cui viene iniettata. Infine, è sterile e sicura. Il trattamento è indolore o quasi, per cui
non è necessario praticare anestesie. Il medico inserisce sotto pelle, a circa un centimetro di
profondità, minuscoli aghi, attraverso i quali viene insufflata l’anidride carbonica, che per alcuni
secondi gonfia la parte. Il rigonfiamento si riassorbe spontaneamente in pochi attimi, migliorando circolazione e ossigenazione e diminuendo la ritenzione idrica. Si può intervenire
su piccole aree o su zone più estese (per esempio l’intera gamba) e la seduta dura dai 20 ai 40
minuti”.

“I primi effetti – conclude – iniziano a manifestarsi al termine della seduta, ma si perfezionano nei giorni successivi al trattamento”.

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