Articoli della categoria ‘SALUTE E BENESSERE’

Alimenti che allungano la vita

Mar 07
Scritto da Annamaria avatar

Quali sono gli alimenti che allungano la vita? Uno studio a cui hanno partecipato i ricercatori dell’Università di Bologna, pubblicato sulla rivista Advances Nutrition, li elenca. Sono quelli che regalano maggiore longevità. Ed è bene conoscerli.

alimenti che allungano la vita

Come si legge sul Corriere della Sera, che riporta i risultati della ricerca, “una dieta molto ricca di noci, cereali integrali, frutta, verdura e pesce è fortemente associata a una riduzione della mortalità per tutte le cause”. Anche legumi e carni bianche aiutano. Questi sono tutti alimenti che allungano la vita.

Oltre agli alimenti che allungano la vita, ci sono anche quelli che l’accorciano. “L’assunzione frequente di carni rosse e lavorate e di bevande zuccherate è correlato a un aumento di mortalità: tali alimenti vanno dunque limitati al massimo, se si vuole vivere a lungo. Un consumo abbondante di zuccheri aggiunti, cereali raffinati e uova è risultato tendenzialmente correlato ad aumento della mortalità, seppure in misura poco significativa”.

“I nostri risultati confermano i benefici per la longevità associati all’aumento del consumo di noci, cereali integrali, frutta, verdura e pesce, tutti chiaramente associati a tassi di mortalità più bassi – spiegano i ricercatori –. Questi alimenti sono generalmente ricchi di nutrienti cruciali, tra cui vitamine, minerali, fibre alimentari e grassi sani, essenziali per ridurre al minimo l’infiammazione, migliorare la salute metabolica e prevenire malattie non trasmissibili come quelle cardiovascolari, il diabete di tipo 2 e i tumori”.

Linee per la fotoprotezione in età pediatrica

Mar 06
Scritto da Annamaria avatar

La World Health Academy of Dermatology and Pediatrics (WHAD&P), associazione senza fine di lucro, ha riunito a Roma, presso l’Università degli Studi Guglielmo Marconi, un panel di esperti dermatologi e pediatri internazionali. Tutto per fare chiarezza sulla fotoprotezione pediatrica. Ha realizzato un documento condiviso:Linee di indirizzo per la fotoprotezione in età pediatrica. Questo, sulla base delle più recenti evidenze scientifiche, presenta un approccio globale, con gli stili di vita da seguire e i filtri da usare, per garantire efficacia e sicurezza.

linee per fotoprotezione in eta pediatrica

Quali sono le linee di indirizzo per la fotoprotezione in età pediatrica? Noi genitori dovremmo conoscerle a fondo, per salvaguardare i nostri figli durante l’esposizione al sole.

Ecco qui di seguito le linee di indirizzo per la fotoprotezione in età pediatrica:

• L’esposizione al sole va considerata necessaria per la produzione di vitamina D. Una carenza di Vitamina D si riscontra in Italia e in Europa nel 40-50% della popolazione in età compresa fra 0 e 18 anni. La vitamina D necessaria viene prodotta per l’80% dalla pelle dopo esposizione al sole. L’introduzione con gli alimenti incide solo per il 20% e di questo solo il 40% risulta biodisponibile. Per una produzione ottimale di vitamina D è stato calcolato che sono sufficienti 15 minuti di esposizione al sole del viso e degli arti. Questo sia in estate, che in inverno, 2 o 3 volte alla settimana, non nelle ore centrali del giorno.

• L’incongrua esposizione al sole, specie in età pediatrica, è certamente responsabile non solo dell’invecchiamento cutaneo precoce, ma soprattutto di gravi danni alla salute quali l’insorgenza di carcinomi cutanei (causata dal danno solare cumulativo) e di melanoma cutaneo (causato da ustioni solari ripetute) in soggetti geneticamente predisposti.

  • Per prevenire i tumori cutanei (carcinomi e melanoma) occorre:

a) identificare i soggetti a maggiore rischio 

b)adottare adeguate misure di fotoprotezione finalizzate a prevenire le ustioni solari e limitare la quantità di raggi ultravioletti che raggiungono la pelle nel corso dell’intera vita

c) seguire una dieta ricca di alimenti contenenti antiossidanti (Vitamine C, E, A / Zinco, Selenio, Rame / Polifenoli e Flavonoidi / Carotenoidi / Probiotici).

• La fotoprotezione, specie in età pediatrica, è indispensabile e non può limitarsi alla semplice applicazione di creme solari. E’ una pratica articolata che richiede soprattutto misure protettive non farmacologiche e adeguati stili di vita. Per questo si accolgono le indicazioni contenute nel documento del Gruppo Fotoprotezione della FIMP, denominato COCCO.

• In merito alla potenziale tossicità dei filtri solari, si condividono le preoccupazioni espresse da numerosi e autorevoli autori e da associazioni pediatriche. Molti filtri organici (filtri chimici) contengono sostanze che possono essere assorbite dall’organismo. Producono danni alla salute umana (interferenza endocrina, stimolo della formazione di carcinomi, reazioni allergiche) e possono risultare nocive per l’ambiente marino.

Cautelativamente si consiglia di preferire sempre prodotti solari contenenti molecole inorganiche, soprattutto Ossido di Zinco, stabile e ad ampio spettro, ma non formulato in nanoparticelle o nebulizzato. Possibilmente associato a sostanze naturali con proprietà antiossidanti e immunostimolanti. Si auspica che le autorità sanitarie, italiane ed europee, possano bandire l’impiego delle molecole incriminate e più in generale possano considerare i filtri solari, similmente a quanto avviene negli USA, farmaci e non cosmetici.

• Prima dei 6 mesi di vita i bambini non dovrebbero essere esposti intenzionalmente al sole. Nel caso in cui l’esposizione, anche indiretta, sia inevitabile, si raccomanda di utilizzare indumenti protettivi ed eventualmente applicare creme solari con filtri inorganici.

• In generale, tutti i bambini, quando possibile, dovrebbero soggiornare al riparo dal sole.

• In caso di attività ricreative all’aperto, si dovrebbero utilizzate indumenti protettivi, preferibilmente di colore scuro (i colori scuri riparano più di quelli chiari, i tessuti asciutti più di quelli bagnati). E a trama fitta (denim, poliestere, cotone + poliestere). Meglio ancora indumenti tecnici (Ultraviolet Protection Factor – UPF). È necessario indossare sempre un cappello, meglio se a falde larghe per proteggere anche la parte posteriore del collo e delle orecchie, che resterebbero scoperte con i berretti con visiera. E, quando possibile e se il bambino è consenziente, usate occhiali da sole, perché anche gli occhi possono risentire negativamente dell’esposizione solare prolungata (CE UV 100% o 100 UV 400 nm).

• Quando non si è vestiti è necessario esporsi sempre con gradualità per lasciare alla pelle il tempo di produrre la melanina, che rappresenta una difesa naturale dai raggi solari.

• Evitare di esporsi nelle ore centrali del giorno (dalle 11 alle 16) e nelle altre ore della giornata, alternare esposizioni brevi a periodi di non esposizione.

• In alcune circostanze (attività ricreative all’aperto, soggiorno in spiaggia durante la stagione estiva ecc.), i filtri e gli schermi solari risultano necessari, specie per i bambini con carnagione molto chiara, per evitare le scottature e limitare la quantità di UV che penetrano nella pelle. In tal caso si raccomanda di preferire creme solari contenenti Ossido di Zinco. La quantità giusta è di 2 mg per cm² di superficie corporea (circa 10-15 ml per un bambino di 5 anni), da applicare 30 minuti prima dell’esposizione e da ripetere ogni due ore e dopo il bagno.

• Si raccomanda di evitare prodotti contenenti profumi, preferendo formulazioni resistenti all’acqua (water resistent).

• Se possibile, verificare che il prodotto sia biodegradabile e che il packaging sia eco- sostenibile.

• L’uso della crema solare non deve generare un falso senso di sicurezza. E così indurre ad aumentare i tempi di esposizione. L’arrossamento cutaneo e la sensazione di bruciore che lo accompagna sono i campanelli di allarme estremi. Annunciano che si è superato il limite di sopportazione della propria pelle in quelle condizioni ambientali.

• Alcune malattie dermatologiche (vitiligine, psoriasi, dermatite atopica ecc.) possono beneficiare della esposizione alla luce del sole o di emittenti artificiali. Per la elioterapia si rimanda a quanto indicato sopra. In merito alla fototerapia, consigliata solo dopo i 16 anni di età, si indicano come prioritarie la fototerapia selettiva con UVB-NB (UVB 311 nm. Il laser a eccimeri e UVA-1 355 nm per la vitiligine. UVB-NB e UVA-1 per tutte le altre patologie. La fotochemioterapia (PUVA) è considerata una procedura di secondo livello, da adottare solo in caso di mancato beneficio con le precedenti.

Filtri solari: rischi per bambini e donne in gravidanza

Mar 05
Scritto da Annamaria avatar

I filtri solari devono seguire linee di indirizzo. Ci sono rischi per bambini e donne in gravidanza. Dermatologi e Pediatri della WHAD&P fanno chiarezza sulla fotoprotezione pediatrica.

filtri solari rischi per bambini e donne in gravidanza

Si è molto discusso sui filtri solari e i possibili rischi per bambini e donne in gravidanza. In un panel a Roma gli esperti cercano di dissipare i dubbi. Il mondo dermatologico e pediatrico da tempo sta rivolgendo sempre maggiore attenzione al tema cruciale della fotoprotezione. L’esposizione alla luce solare ha indiscutibilmente effetti salutari per il nostro organismo (basti pensare alla produzione della vitamina D) e ciò anche nell’età pediatrica. Tuttavia, è fondamentale esporsi al sole in modo prudente, sia per gli adulti, ma soprattutto per i bambini, perché i danni provocati dal sole possono influire sulla loro salute da grandi. 

La radiazione ultravioletta è responsabile non solo di potenziali danni cutanei acuti, quali l’ustione solare e le fotodermatiti, ma anche e soprattutto di danni a lungo termine, come l’insorgenza di tumori cutanei e il photoaging. Il melanoma cutaneo, in particolare, sembra più facilmente correlato alle esposizioni intense e intermittenti che spesso causano ustioni solari, soprattutto a quelle avvenute nell’età pediatrica. 

I bambini, infatti, sono più suscettibili sia alle scottature solari, che ai danni a lungo termine, poiché le loro difese naturali sono meno efficienti, la pelle è più sottile e la melanina meno rappresentata. È stato calcolato che all’età di 20 anni ogni individuo ha ricevuto dal 40 al 50% del totale di radiazione ultravioletta raggiunto all’età di 60 anni. Ciò fa comprendere meglio quanto sia importante la fotoprotezione in età pediatrica, specie per i bambini di pelle più chiara.

La World Health Academy of Dermatology and Pediatrics (WHAD&P) ha riunito a Roma, presso l’Università degli Studi Guglielmo Marconi, un panel di esperti dermatologi e pediatri internazionali, per fare chiarezza sulla fotoprotezione pediatrica ed ha realizzato un documento condiviso “Linee di indirizzo per la fotoprotezione in età pediatrica”. Sulla base delle più recenti evidenze scientifiche, questo presenta un approccio globale, con gli stili di vita da seguire e i filtri da usare, per garantire efficacia e sicurezza.

Per una protezione corretta ed efficace e per prevenire i tumori cutanei (carcinomi e melanoma) occorre tenere presente alcuni punti cardine:

identificare i soggetti a maggiore rischio;

adottare adeguate misure di fotoprotezione finalizzate a prevenire le ustioni solari e limitare la quantità di raggi ultravioletti che raggiungono la pelle nel corso dell’intera vita;

seguire una dieta ricca di alimenti contenenti antiossidanti (Vitamine C, E, A / Zinco, Selenio, Rame / Polifenoli e Flavonoidi / Carotenoidi / Probiotici).

La fotoprotezione, specie in età pediatrica, è indispensabile e non può limitarsi alla semplice applicazione di creme solari, ma è una pratica articolata, che richiede soprattutto misure protettive non farmacologiche e adeguati stili di vita. 

Il panel di esperti condivide le preoccupazioni relative alla potenziale tossicità dei filtri solari, già espresse da numerosi e autorevoli autori e da associazioni pediatriche. Molti filtri organici (filtri chimici) contengono sostanze che possono essere assorbite dall’organismo, producendo danni alla salute umana (interferenza endocrina, stimolo della formazione di carcinomi, reazioni allergiche) e possono risultare nocive per l’ambiente marino. Ci sono rischi per bambnini e donne in gravidanza.

Cautelativamente si consiglia di preferire sempre prodotti solari contenenti molecole inorganiche, soprattutto Ossido di Zinco, stabile e ad ampio spettro, possibilmente non formulato in nanoparticelle o nebulizzato, possibilmente associato a sostanze naturali con proprietà antiossidanti e immunostimolanti. Si auspica che le autorità sanitarie, italiane ed europee, possano cautelativamente bandire l’impiego delle molecole incriminate e più in generale possano considerare i filtri solari, similmente a quanto avviene negli USA, farmaci e non cosmetici.

Prima dei 6 mesi di vita, i bambini non dovrebbero essere esposti intenzionalmente al sole. Nel caso in cui l’esposizione, anche indiretta, sia inevitabile, si raccomanda di utilizzare indumenti protettivi ed eventualmente applicare creme solari con filtri inorganici quali l’Ossido di Zinco. In generale tutti i bambini, quando possibile, dovrebbero soggiornare al riparo dal sole.

In caso di attività ricreative all’aperto, si dovrebbero utilizzate indumenti protettivi, preferibilmente di colore scuro (i colori scuri riparano più di quelli chiari, i tessuti asciutti più di quelli bagnati) e a trama fitta (denim, poliestere, cotone + poliestere), meglio ancora indumenti tecnici (Ultraviolet Protection Factor – UPF). È necessario indossare sempre un cappello, meglio se a falde larghe, per proteggere anche la parte posteriore del collo e delle orecchie, che resterebbero scoperte con i berretti con visiera e, quando possibile e se il bambino è consenziente, usare occhiali da sole, perché anche gli occhi possono risentire negativamente dell’esposizione solare prolungata (CE UV 100% o 100 UV 400 nm).  La WHAD&P accoglie le indicazioni contenute nel documento del Gruppo Fotoprotezione della FIMP, Federazione Italiana Medici Pediatri, denominato COCCO, che ribadisce queste misure di fotoprotezione. 

Quando non si è vestiti è necessario esporsi sempre con gradualità per lasciare alla pelle il tempo di produrre la melanina, che rappresenta una difesa naturale dai raggi solari; evitare di esporsi nelle ore centrali del giorno (dalle 11 alle 16) e nelle altre ore della giornata e alternare esposizioni brevi a periodi di non esposizione.

In alcune circostanze (attività ricreative all’aperto, soggiorno in spiaggia durante la stagione estiva ecc.), i filtri e gli schermi solari risultano necessari, specie per i bambini con carnagione molto chiara, per evitare le scottature e limitare la quantità di UV che penetrano nella pelle. In tal caso, si raccomanda di preferire creme solari contenenti Ossido di Zinco.  La quantità giusta è di 2 mg per cm² di superfice corporea (circa 10-15 ml per l’intero corpo di un bambino di 5 anni), da applicare 30 minuti prima dell’esposizione e da ripetere ogni due ore e dopo il bagno.  Si raccomanda di evitare prodotti contenenti profumi, preferendo formulazioni resistenti all’acqua (water resistent o very water resistent).

Se possibile, verificare che il prodotto sia biodegradabile e che il packaging sia eco-sostenibile. L’uso della crema solare non deve generare un falso senso di sicurezza e indurre ad aumentare i tempi di esposizione. L’arrossamento cutaneo e la sensazione di bruciore che lo accompagna sono i campanelli di allarme estremi, annunciano che si è superato il limite di sopportazione della propria pelle in quelle condizioni ambientali.

“Queste linee di indirizzo rappresentano il contributo che la WHAD&P intende offrire alla  comunità medico-scientifica affinché insieme si possano proporre linee guida comuni per una fotoprotezione efficace e sicura  nell’età pediatrica”, afferma il Prof. Fabio Arcangeli, Presidente WHAD&P. 

“Una recente indagine del Gruppo Fotoprotezione della FIMP ha evidenziato come la conoscenza in merito ai rischi dell’esposizione solare, dell’uso dei filtri solari e delle misure più adeguate per una fotoprotezione sicura sia ancora molto  approssimativa, sia fra i pediatri di famiglia, che fra le famiglie dei loro assistiti.  Per questo occorre intensificare l’opera di informazione e proporre campagne di sensibilizzazione rivolte soprattutto ai giovani, per evitare esposizioni incongrue alla luce solare e per evitare l’uso dei lettini abbronzanti”, aggiunge. 

“Dati recenti, provenienti da studi condotti negli Stati Uniti e in Australia, mostrano, infatti, una diminuzione di circa il 5% dei casi di melanoma tra le generazioni più giovani, come risultato dell’efficacia delle good practices di fotoprotezione attuate negli anni precedenti, rispetto ad un incremento di casi nella popolazione over 60, che non ha beneficiato di una adeguata fotoprotezione. È necessario, inoltre, che le istituzioni sanitarie italiane ed europee provvedano tempestivamente a bandire le sostanze incriminate e che, al pari di quanto avviene negli USA, considerino i filtri solari farmaci e non cosmetici, prevedendo così adeguati requisiti di sicurezza ed efficacia”, conclude.

Carie bambini: consigli per prevenirle

Feb 26
Scritto da Annamaria avatar

Molti bambini soffrono spesso di carie, I consigli del dentista per prevenirle sono utilissimi. Miranda Pascucci al Mirror dà i suoi, ottimi da seguire.

carie bambini consigli per prevenirle

Le carie fanno piangere di dolore i bambini, non solo, anche le spese per eliminarle contano per la mamma e il papà. I consigli per eliminarle diventano, perciò, basilari. “Invitate i bambini a lavarsi i denti almeno due volte al giorno, la mattina e la sera – sottolinea l’esperta – Sarebbe bene che i piccoli lavassero i denti sempre nello stesso ordine, posizionando lo spazzolino a 45 gradi dai denti muovendo su e giù delicatamente le setole, senza dimenticare le gengive”.

Tra i consigli per prevenirle, quando si parla di carie dei bambini, c’è anche il filo interdentale: “Lo spazzolino può pulire solo il 60% della superficie dentale, per questo il filo è essenziale”. Sì ai cibi sani, no alle bevande zuccherine. Noci e anacardi sono fonte di fosforo e proteggono, come anche il formaggio, ricco di calcio.

Scegliere anche il dentifricio adatto. Sulla quantità: “Tra gli 0 e i 3 anni basta una sottile striscia di dentifricio, per i bimbi sopra i 3 anni basta una quantità di dentifricio della grandezza di un fagiolo”.

Alimentazione corretta: la scuola è fondamentale

Feb 14
Scritto da Annamaria avatar

I crescenti dati sull’obesità sin da piccoli preoccupano. Il ministro dell’Istruzione e il Merito Giuseppe Valditara ha annunciato nuove Indicazioni Nazionali per le scuole del primo ciclo. Rino Agostiniani, presidente della Società Italiana di Pediatria, ne è certo. La scuola è fondamentale per fornire informazioni su un’alimentazione corretta, così da prevenire alcune malattie criniche che hanno origine proprio dall’infanzia. Lo dice al Corriere della Sera.

Il giorno di San Valentino gli innamorati pensano a una cena succulenta e romantica. In famiglia, magari, si preparano dolci e leccornie varie. Va tutto bene, ma ricordate che l’educazione alla salute è basilare. L’alimentazione corretta ci fa vivere più a lungo. La scuola è fondamentale per indirizzare i bambini nel loro percorso. 

“La scuola è uno strumento di equità, è il luogo dove è possibile superare le disuguaglianze sociali . E i dati scientifici mostrano che adottare corrette abitudini sin da piccoli permette di avere effetti concreti sulla salute del bambino ed anche su quella della sua famiglia. Per un’efficace prevenzione è importante, però, lavorare sin dalla scuola primaria. E poi continuare con la fascia degli adolescenti, andando a diversificare i contenuti in base all’età. Ci son alcuni temi, come quelli che riguardano l’alimentazione e lo sport, che sono particolarmente indicati per i più piccoli. Altri, come quelli legati ai rischi dipendenze, alla sessualità, alla preservazione della fertilità, che sono più adatti alla fascia adolescenziale”, dice Agostiniani. Per lui è il luogo ideale per fare “educazione sanitaria”.

“Alle elementari è fondamentale lavorare per promuovere il corretto stile di vita che significa innanzitutto un’alimentazione varia e sana e quotidiana attività fisica. Oggi vediamo che l’Italia, patria della dieta mediterranea, si colloca al quarto posto in Europa per prevalenza di sovrappeso e obesità infantile”, precisa l’esperto. 

“Le principali cause di questo fenomeno sono riconducibili agli errati stili di vita”, dice. I piccoli, poi, trascorrono tanto tempo davanti agli schermi, sono quindi sedentari. In ultimo, ma importantissimo: “Molti genitori non hanno percezione del problema, non si accorgono dell’eccesso di alimenti che i loro figli assumono”. La scuola è fondamentale per scoprire i principi di una corretta alimentazione.

“La dieta mediterranea, ricca di frutta e verdura, che utilizza come condimento l’olio di oliva, deve tornare ad essere la base delle nostre abitudini alimentari. E poi cinque pasti all’interno della giornata partendo dalla colazione. Fondamentale è poi che i bambini abbiano una vita attiva che significa, anche nel quotidiano, scegliere le scale anziché l’ascensore, andare – se possibile – a scuola a piedi, sono banalità quotidiane ma che contribuiscono in modo importante al movimento”, prosegue. 

“Spesso, infatti, l’attività fisica strutturata è limitata a qualche ora della settimana e necessita di un’organizzazione familiare non sempre facile. Oggi per fa muovere i ragazzi occorre accompagnarli, organizzare gli spostamenti, e questo limita di fatto le attività, per questo è necessario introdurre semplici abitudini che permettono di garantire una quota minima di movimento ogni giorno”, conclude l’esperto.

Adolescenti hikikomori: fattori scatenanti

Feb 09
Scritto da Annamaria avatar

E’ un problema sociale. Gli adolescenti hikikomori crescono vertiginosamente. Il termine significa letteralmente “stare in disparte”. Identifica quelle persone che decidono di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi. Si chiudono semplicemente in casa in casa, senza avere alcun contatto diretto con il mondo esterno. Escludendo persino, a volte, i loro genitori. Quali sono i fattori scatenanti di tutto questo? Una ricerca li ha messi in luce.

adolescenti hikikomori fattori scatenanti

Lo studio che mostra i fattori scatenanti per gli adolescenti hikikomori è stato pubblicato sulla rivista Scientific Reports del gruppo Nature. Gli esperti hanno condotto due indagini trasversali nel 2019 e nel 2022. I dati sono stati raccolti tramite la tecnica CAPI (Computer Assisted Personal Interview) su campioni rappresentativi di adolescenti italiani. Prendono in esame un totale di 3.273 studenti nel 2019 e 4.288 studenti nel 2022, di età compresa tra i 14 e i 19 anni.

Quali sono quindi i fattori scatenanti, stando ai ricercatori, che inducono gli adolescenti a diventare degli hikikomori? Leggo riporta i risultati.

  • Scarsa qualità delle relazioni sociali (specialmente con i genitori, in particolare con la madre);
  • Bassa fiducia relazionale verso familiari e insegnanti;
  • Vittimizzazione da bullismo e cyberbullismo;
  • Iperconnessione ai social media;
  • Scarsa partecipazione ad attività sportive extrascolastiche;
  • Insoddisfazione per il proprio corpo.

“L’iperconnessione, in particolare, è stata identificata come un elemento chiave che non solo erode l’autostima degli adolescenti, ma contribuisce anche all’isolamento sociale e all’aumento delle ideazioni suicidarie giovanili”, si legge.

“E’fondamentale sviluppare interventi educativi rivolti a genitori e insegnanti per sostenere i giovani che si trovano in condizioni critiche”, fa sapere Antonio Tintori, uno degli autori dello studio.

La moda dell’olio d’oliva al mattino

Feb 05
Scritto da Annamaria avatar

La moda dell’olio d’oliva al mattino, da prendere a digiuno, impera. Su TikTok ci sono tanti video correlati sull’argomento. Del resto, lo dicono tutti gli esperti, è un elisir per la longevità in salute. Ma è davvero così importante e basilare seguire questa moda dell’olio d’oliva al mattino? O è solo l’ultima tendenza?

la moda dell olio d oliva al mattino

Quella dell’olio d’oliva al mattino a digiuno è la moda del momento, appunto. L’oncologo e ricercatore Silvio Garattini sottolinea che assumerlo a digiuno non ha alcuna evidenza scientifica che ne dimostri un valore aggiunto rispetto all’usarlo nei pasti comunemente.

“L’olio di oliva è ricco di acido oleico e polifenoli che svolgono un’azione antinfiammatoria. La sua composizione nutrizionale lo rende un alimento essenziale nella dieta perché abbassa il fattore di rischio di molte malattie che hanno come base l’infiammazione. Ed è sicuramente preferibile al burro quando sono necessari i grassi. Assumerlo al mattino a stomaco vuoto non fa né bene né male. E’ una moda che al momento non ha alcuna evidenza scientifica per cui non mi sento di suggerirla. Quando ci saranno degli studi in merito allora ne potremo riparlare”, dice.

“Personalmente utilizzo l’olio a crudo per condire la verdura, non è necessario assumerlo in altri modi, nell’alimentazione ordinaria va bene. Per essere sicuri di assumere un olio ricco di polifenoli, è la qualità dell’olio che può fare la differenza”, aggiunge il medico

Donne: obiettivi palestra

Gen 29
Scritto da Annamaria avatar

Con l’anno nuovo arrivano pure i buoni propositi, su tutti, spesso, c’è quello di rimettersi in forma con l’attività fisica. Le donne per riuscire a raggiungere un risultato, si devono dare i giusti obiettivi in palestra.

donne obiettiv palestra

Mamme e non, in palestra le donne devono identificare le finalità del proprio allenamento e partire da lì per raggiungere gli obiettivi prefissati.- A La Gazzetta dello Sport Kevin Fortuna, personal trainer, dice la sua. 

E’ necessario che le donne in palestra abbiano obiettivi chiari “senza esagerare con i carichi all’inizio, aspirare al conseguimento di progressi. Fondamentale ascoltare il proprio corpo senza spingersi oltre le proprie possibilità”.

A volte per darsi la carica serve davvero il minimo: “A volte serve poco per risvegliare l’entusiasmo: una parola detta da un amico con cui ci si allena, una playlist energizzante, un modello di attività promosso da un atleta per cui si prova ammirazione. E’ bene trovare ciò che funziona al meglio per se stessi”.

“Qualunque sia lo stile di allenamento scelto, deve piacere, divertire, essere efficace; non deve diventare un lavoro di routine, ma qualcosa a cui non si vede l’ora di dedicarsi. Scegliere più attività alternative, ma pur sempre funzionali: pilates, yoga, semplici passeggiate, sessioni di stretching che aiuteranno a rimanere in focus sul proprio obiettivo senza strafare. Avere un piano B, consente così di mantenere sempre alto l’umore, evitando l’emergere dei sensi di colpa”, evidenzia l’esperto.

Con un trainer accanto, è più facile avere un confronto e vedere i miglioramenti. Un ultimo consiglio: “E’ bene affrontare tutti gli allenamenti con un atteggiamento positivo, come opportunità per migliorare sé stessi senza vivere come un obbligo l’allenamento, bensì come risorsa. Necessaria la consapevolezza dei benefici dell’esercizio fisico sulla salute, sull’umore e sul benessere psicofisico”,