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Allergia al Nichel

Mag 26
Scritto da Annamaria avatar

Un’amica di mia figlia la ha. Prima che gliela diagnosticassero ce ne è voluto, ahimè. Sto parlando dell’allergia al Nichel. Occhio. E’ assai in aumento, quindi tenete sempre le antenne alzate con i vostri figli, ma non solo.

allergia al nichel

“L’allergia al Nichel è una patologia sempre più diffusa e parte della responsabilità è da imputare all’inquinamento che immette nell’aria e nei terreni metalli potenzialmente allergizzanti. Tra i quali c’è certamente il nichel. Qualche tempo fa ci era quasi del tutto indifferente. Oggi, invece, il nichel è, per l’uomo, uno degli indiziati più subdoli in diversi problemi di salute, arrivando a nuocere a circa il 10% della popolazione. Ma ci si può convivere. Diffidando dai tanti falsi miti, e superando le prime difficoltà”, spiega all’Adnkronos Salute l’immunologo Mauro Minelli.

Il responsabile per il Sud della Fondazione di Medicina personalizzata (Fmp) va oltre. “Non solo nichel, certo, anche mercurio, cobalto, cromo, cadmio. Tutti i metalli, entrando in contatto con il corpo, possono provocare danni più o meno visibili. A causarne la propagazione contribuiscono molto le industrie, le auto. In buona sostanza tutte le fonti inquinanti che immettono nell’aria che respiriamo e depositano nei terreni nei quali vengono coltivati i cibi, sostanze dannose per l’uomo – avverte – I sintomi sono alle volte visibili altre subdoli. A livello cutaneo l’allergia al nichel si presenta con eritemi, eruzioni eczematose, pomfi e vescicole in tutto il corpo. Altri sintomi, invece, riguardano l’apparato gastrointestinale (gonfiore e dolori addominali, stipsi o diarrea, disturbi digestivi). Si potranno avvertire, inoltre, stanchezza cronica, dolori articolari e muscolari quasi fosse una fibromialgia. Mal di testa, febbricola. Nei casi più complessi si parla di Snas, Sindrome sistemica da allergia al nichel”.

“Convivere con questa allergia, inizialmente, è molto complicato. Occorre prestare attenzione ai detergenti utilizzati, sia per il corpo che per la casa, al make up, alle stoviglie, agli indumenti e al cibo. Questo ultimo aspetto è particolarmente complicato da gestire, perché la gamma di alimenti poveri di nichel è ridotta al punto da indurre chi è allergico ad abituarsi ad una alimentazione diversa. E apparentemente meno varia. Questo non significa perdere il gusto della buona tavola, ma imparare ad adattare le ricette agli alimenti consentiti”, sottolinea ancora.

“E’ bene ricordare che l’allergia al nichel segue percorsi diversi da quelli dell’allergia ai pollini o agli acari della polvere. Manifesta solitamente i propri effetti con azione immunologica ritardata anche di molte ore rispetto al contatto fisico o alimentare con il metallo allergizzante, ciò che può giustificare una reazione prodotta da un qualche alimento che magari, in un primo momento, si pensava di aver ben tollerato. E’ questa – suggerisce l’immunologo – la ragione per la quale un cioccolatino ingerito oggi potrà sortire i suoi effetti, talvolta anche particolarmente duri, nei giorni successivi. Ciò deve indurre il paziente a seguire sempre scrupolosamente la dieta e lo stile di vita nichel free così da preservare il suo organismo da reazioni successive”.

Ecco cosa evitare. “Tutti gli oggetti contenenti parti metalliche laddove non espressamente indicato ‘nichel tested’. Monete, collane, orologi, anelli, orecchini, piercing, cinture, fibbie, bottoni, parti metalliche di occhiali. E ancora: scarpe, pentole, chiavi. Gli indumenti di colore nero e, come detto, alcuni alimenti. Da evitare cacao, cioccolato, mais, avena, grano saraceno, cereali integrali. Frutta secca, tè, bevande in barattolo, aringhe affumicate, cozze, ostriche, crostacei. Gran parte della frutta tranne gli agrumi, le banane e le mele. Soia, legumi, pomodori, lattuga, cipolle, asparagi, spinaci, funghi, cibi in scatola, margarina”.

Rivolgersi a un immunologo, ingrado di capire immediatamente il problema e intervenire.