Bebè: consigli anti panico
Quando sta per arrivare il bebè si va in ansia, sorgono mille dubbi. Ecco alcuni consigli anti panico per i neo genitori.
E’ corretto prenderlo se piange? Può dormire nel lettone? Lo svezzamento quando si inizia? Le domande a volte assalgono le mamme e i papà. Il bebè è una novità bella grossa, i consigli anti panico degli esperti psicologi e pediatri di Heart4Children, associazione di promozione sociale che supporta le famiglie possono dare una grande mano.
Consigli anti panico per gestire al meglio il bebè riportati da Oggi:
Il co-spleeping accoglie i bisogni di contatto, calore e rassicurazione del neonato. Se volete tenerlo nel lettone con voi attenti, però, che dorma supino e usate una superficie dedicata senza paracolpi e cuscini.
Attaccare il bambino al seno è l’unico modo per stimolare la produzione di latte. A volte, però, il latte prodotto non basta e non ci si deve sentire in colpa. Offritegli del latte artificiale dopo la poppata al seno.
Quando e se tornare al lavoro. Il rientro al lavoro dovrebbe avvenire in modo graduale, dopo i 6 mesi del bambino, dopo, cioè, che il piccolo ha posto le basi per la sua conoscenza del mondo e del proprio valore, attraverso la relazione con mamma e le altre figure primarie.
Affidare il bebé alla babysitter o ai nonni? Va bene, l’importante è che sia a una persona di cui vi fidate. I bambini lo percepiscono, quindi si sentiranno al sicuro con quella persona. E’ meglio iniziare poche ore alla volta.
Svezzamento time: l’Oms suggerisce di farlo dai 6 mesi di vita. Fate caso ai segnali che il bambino manda quando è pronto a mangiare cibo diverso dal latte. Ai bimbi che amano essere imboccati, frullate il cibo e datelo col cucchiaino, mentre se vogliono fare da soli offritegli cibo solido tagliato in modo sicuro.
Febbre, influenza, malattie infantili: se un bambino sente il genitore preoccupato o spaventato, si agita e questo non aiuta il processo di guarigione.
Cellulari e tablet? L’esposizione ai device digitali va limitata soprattutto nei primi 3 anni di vita, quando potrebbe interferire con lo sviluppo del cervello più sensibile