Depressione post partum anche per gli uomini
La depressione post partum non è solo un disturbo che riguarda le donne. Se ne può parlare anche per gli uomini. Secondo la dottoressa Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e Clinical Director di Unobravo, startup di psicologia online, anche i padri possono vivere un momento di vera e propria depressione dopo la nascita di un figlio.
“Gli equilibri cambiano per tutti . Adeguarsi al nuovo ruolo e alle nuove dinamiche familiari può essere estremamente complesso. Inoltre, mentre per la madre il contatto e il legame con il figlio in arrivo ha modo di consolidarsi durante tutto il periodo della gravidanza, per il padre questo rapporto si crea e si alimenta a partire dalla nascita in modo graduale”, spiega l’esperta a Elle.
La depressione post partum insorge entro i primi tre mesi dalla nascita del bambino, con un picco maggiore nelle prime sei settimane dopo il parto. Dura da sei mesi a due anni e colpisce dal 7 al 12% nelle neomamme. Anche per gli uomini può essere lo stesso.
Cosa la scatena? “Può accadere che il padre si senta escluso, tagliato fuori dal rapporto simbiotico che lega la madre al bambino nei mesi subito successivi alla nascita. Cambiamenti come la diminuzione dell’intimità e il calo dell’interesse sessuale possono comportare attriti e discussioni all’interno della coppia. Tutto questo può alimentare vissuti di sofferenza e di solitudine nel padre che può faticare a trovare una propria dimensione all’interno della nuova struttura familiare. Lo stress e le preoccupazioni che spesso accompagnano la nascita di un figlio, inoltre, possono contribuire all’insorgenza di un vero e proprio sentimento depressivo. E di forti vissuti di inadeguatezza dovuti, in molti casi, ad una scarsa consapevolezza degli inevitabili cambiamenti che richiederanno un riassetto del nucleo familiare”, chiarisce Fiorenza Perris.
“Chi non ha avuto modo di crescere con un modello paterno di riferimento coinvolto attivamente nell’educazione e nella gestione dei figli potrà fare più fatica a trovare una propria dimensione nel momento in cui diventa genitore. Il contesto sociale e culturale si è molto modificato negli ultimi anni, come pure le aspettative rispetto al ruolo di cura e supporto fattivo ed emotivo che il padre deve ricoprire all’interno della propria famiglia. Ciò ha dato luogo ad una trasformazione fondamentale e necessaria. Ma complessa da gestire in alcuni casi”, commenta la Clinical Director di Unobravo.
“Il contesto culturale in cui viviamo, purtroppo, ancora troppo spesso tende a non incoraggiare l’espressione emotiva degli uomini che sono ancora prigionieri di aspettative sociali legate al mito della mascolinità, della forza e dell’imperturbabilità. Un uomo non può sentirsi disorientato, triste, impaurito. Non può mostrarsi debole, insicuro o fragile. Questi pregiudizi devono essere superati. E arginati in ogni modo. Comportano ripercussioni tangibili sul benessere emotivo, incidendo sulla possibilità tanto di riconoscere i sintomi di una sofferenza psicologica quanto di chiedere, senza vergognarsene, il supporto dei propri cari o di un esperto”, continua la psicoterapeuta.
“La depressione post partum maschile può implicare vissuti di abbandono molto intensi che possono dare luogo a recriminazioni e rabbia nei confronti della propria compagna non più attenta come prima ai bisogni della coppia e meno responsiva e disponibile. L’uomo può sentirsi escluso e non indispensabile per il bambino. Questi vissuti possono comportare un progressivo distacco emotivo da entrambi e scontri che potrebbero incrinare la relazione con la madre e con il piccolo”, afferma la dottoressa.
“Spesso la sintomatologia tende ad attenuarsi con il consolidamento del nuovo assetto familiare. In ogni caso è essenziale che chi circonda il neo papà sia attento a cogliere i segnali del suo malessere psicologico. E lo incoraggi a chiedere il supporto di cui ha bisogno. Il sostegno di un esperto può essere determinante per mettere a fuoco paure, preoccupazioni e dinamiche disfunzionali. Questo per innescare cambiamento, ridurre i sintomi. E raggiungere un nuovo equilibrio”, conclude. Per gli uomini può essere un grave problema. Chiedete aiuto.
Vademecum per futuri genitori
Ci sono modi giusti per affrontare una gravidanza e il post partum. E’ necessario mantenere innanzitutto la calma. La Dottoressa Laura Beretta, psicoterapeuta della Humatitas, con il suo vademecum per futuri genitori regala consigli utili a chi sta per avere un bambino.
La gravidanza e il post parto possono avere un impatto destabilizzante e portare a sofferenza psicologica, proprio per evitare che insorgano problemi mentali, sintomi depressivi, lievi o anche molto gravi meglio affidarsi agli esperti. Il vademecum per futuri genitori cerca di suggerire le 10 cose importanti da ricordare a chi sta vivendo il periodo della gravidanza e del post parto.
E’ chiaro che se ci si accorgesse che qualcosa non va il consiglio principale è quello di rivolgersi immediatamente a uno specialista, ma il vademecum per futuri genitori è senz’altro utile:
1) L’esperienza nascita è fisiologicamente complessa
2) È necessario prendersi cura del proprio benessere mediante sonno adeguato, attività fisica moderata e supporto sociale positivo
3) Il supporto emotivo e pratico del partner è uno dei più significativi fattori di protezione
4) Anche i padri possono stare male
5) Partecipare a corsi pre-parto, corsi di allattamento o altre iniziative di gruppo rivolte ai genitori può essere di grande aiuto
6) Il confronto con uno psicologo durante la gestazione è sempre utile per sfruttare a pieno le potenzialità evolutive di questo importante passaggio di vita
7) Non sottovalutare eventuali segnali o manifestazioni di disagio psicologico
8) In caso di dubbio o certezza di disagio psicologico meritevole di attenzione clinica, rivolgersi ad un professionista. In modo da tutelare sé e il bambino
9) In situazioni di psicopatologia materna o paterna l’approccio di cura deve coinvolgere anche il partner e supportare la relazione madre-padre-bambino
10) Le possibili conseguenze della psicopatologia materna del bambino non sono inevitabili. Un intervento di cura tempestivo sui genitori riduce la possibilità di trasmissione inter-generazionale e può mitigare l’effetto dell’impatto della psicopatologia sulla prole.
Depressione perinatale
Capita, purtroppo. Alcune donne soffrono di depressione perinatale quando sono in attesa del loro bambino e stanno male, vivono la gravidanza con la testa piena di cattivi pensieri: non riescono a scacciarli via.
La depressione perinatale è un disturbo psichiatrico che può manifestarsi durante la gravidanza o nelle prime quattro settimane dopo il parto e che in Italia colpisce 16 donne su 100. Ogni anno sono almeno 90mila le mamme che ne soffrono, come riporta l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere (Onda). (altro…)
Adolescenti: salute mentale out durante pandemia
Durante la pandemia gli adolescenti hanno perso tanto, quel che ha compromesso la loro salute mentale lo sottolineano gli esperti. JAMA Pediatrics, ha dimostrato che oggi un adolescente su quattro ha i sintomi clinici di depressione e uno su cinque segni di un disturbo d’ansia. I casi sarebbero raddoppiati rispetto al passato. La testa è andata ‘out‘
Quel che ha compromesso la salute mentale durante la pandemia è stato innanzitutto la perdita di una dimensione sociale, il tutto dovuto alle restrizioni. Gli adolescenti, ‘out‘, fuori fase, avrebbero dovuto sperimentare l’autonomia, le loro prime libertà, l’amore, maggiori competenze relazionali. Tutti ciò è stato quasi annullato del tutto negli ultimi due anni. (altro…)
Un adolescente su 4 depressione da Covid
L’incidenza di depressione e ansia fra adolescenti è raddoppiata rispetto a prima della pandemia e un’ampia metanalisi appena pubblicata su JAMA Pediatrics, che ha incluso 29 studi condotti su oltre 80.000 giovani, ha dimostrato che oggi un adolescente su 4, in Italia e nel mondo, ha i sintomi clinici di depressione da Covid e uno su 5 segni di un disturbo d’ansia. (altro…)
Depressione post partum o Baby Blues?
Depressione post partum o Baby Blues: come riconoscere i due stati di malessere di una donna appena diventata mamma? Il primo inizia in genere sei settimane dopo l’arrivo della cicogna e può durare a lungo, mentre il secondo di solito insorge subito e perdura per circa due settimane.
Saper riconoscere il sintomi: Baby Blues o depressione post partum? (altro…)
Allarme: 1 adolescente su 7 con disturbi mentali
E’ allarme, lo lancia l’Unicef: 1 adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni nel mondo convive con disturbi mentali. Tra questi 89 milioni sono ragazzi e 77 milioni ragazze. Il disagio provato dai ragazzi può avere conseguenze catastrofiche: sono 46mila gli adolescenti che ogni anno si suicidano.
E’ un allarme che va ascoltato. E’ pazzesco che 1 adolescente su 7 abbia a che fare con disturbi mentali. Nel rapporto “La Condizione dell’infanzia nel mondo – Nella mia mente: promuovere, tutelare e sostenere la salute mentale dei bambini e dei giovani”, si legge che l’ansia e la depressione rappresentano il 40% dei disturbi mentali diagnosticati e i tassi in percentuale sono più alti in Medio Oriente e Nord Africa, in Nord America e in Europa Occidentale. Quando i giovani pensano di non avere una via di uscita, si tolgono la vita. Il suicidio è, nel mondo, una fra le prime cinque cause di morte fra i 15 e i 19 anni ma in Europa occidentale diventa la seconda, con 4 casi su 100mila, dopo gli incidenti stradali. (altro…)
Sindrome da burnout
Che cos’è la sindrome da burnout? Esaurimento totale, ossia fisico, emotivo e psichico. Tutti possono essere colpiti dalla sindrome da burnout, non solo per lavoro, ma pure dopo il parto.
I sintomi della sindrome da burnout sono simili a quelli di una depressione media: letargia crescente, sia a livello professionale che privato, e calo d’interesse, forza mentale ridotta, problemi di concentrazione, irritabilità accentuata, problemi a staccare la spina nel tempo libero, disturbi del sonno, stanchezza costante, inappetenza, mal di testa e mal di schiena, capogiri e tachicardia, nervosismo e paura, senso di vuoto interiore, problemi gastrointestinali inclinazione a infezioni, tinnito. (altro…)