Ruolo dei nonni nell’educazione dei bimbi
Quante volte è capitato di sentire: “Da quando è nato il nipotino è letteralmente impazzito!”?. Già, i nonni davanti ai piccoli dei loro figli perdono la testa. Ma qual è il ruolo dei nonni nell’educazione dei bimbi?
I nonni con i nipoti il più delle volte instaurano un rapporto diretto, istintivo, solido, diventano complici. Noi genitori corriamo durante le giornate, presi da mille impegni e faccende. I nonni si ritagliano del tempo tutto per i bambini.
Tutto ciò fa sì che siano più permissivi con i pargoli, che, furbissimi, sanno di essere ‘i padroni’, capiscono che loro saranno indulgenti davanti a qualche ‘marachella’ rispetto a mamma e papà.
Li viziano e va pure bene se non è troppo, evadere dalle regole imposte dai genitori ogni tanto fa bene. E’ opportuno però tener ben presente il ruolo dei nonni nell’educazione dei bimbi. Non è giusto, ad esempio, entrare in contrasto con i genitori dei piccoli, al punto che considerino i nonni ‘i buoni’ e ‘gli altri’ ‘i cattivi‘.
I capricci dei bimbi: cosa fare
Bibi non fa molti capricci, lei è più una tipa da ‘bastian contrario’, capocciona. Ma, certo, è capitato – eccome! – che qualche volta li abbia fatti, per cercare di ottenere quel che voleva. Dalla mia esperienza e da quella di altre mamme, ho imparato alcune regole per educarla a comportamenti più maturi e sensati.
Per prima cosa, bisogna cercare di mantenere la calma e non urlare, mai. Poi spiegare al bimbo, sempre con voce composta, il perché non può avere quello che vuole e che ha dato inizio al capriccio. Meglio prenderlo da parte, evitando il ‘suo’ pubblico, parlargli con fermezza, guardandolo dritto negli occhi, usare chiarezza, lasciandolo pure continuare a sfogare, ma senza cedere, facendogli capire che per nessuna ragione al mondo gliela darete vinta. (altro…)
La prima parolaccia: cosa fare?
Diciamolo… E’ colpa nostra, ma non solo. Quante volte ci scappa di dirla davanti ai nostri figli? La parolaccia capita. Poi ci sono i bimbi delle classi più grandi a metterci il carico da undici a scuola. E allora nostro figlio, quel bimbetto ingenuo, arriva a casa e la ripete e noi non sappiamo che fare…
La parolaccia la ripete a pappagallo quando si arrabbia, ma pure per dispetto o per scherzo. Ha compreso che in mamma e papà c’è l’effetto sorpresa e vuole divertirsi. Non si limita a questo. Può anche usare il liguaggio scurrile per copiare i grandi, per sentirsi diverso dai compagni, per distinguersi, anche se nel modo sbagliato.
Ci sono dei rimedi. (altro…)
Smartphone e tablet non fanno imparare più in fretta
Capita spesso – io lo faccio raramente – che per far star buoni i propri figli quando si è in fila ad aspettare, dal medico o alle poste ad esempio, ma pure in auto, durante gli spostamenti, i genitori gli diano in mano il proprio smartphone, oppure il tablet. Stessa cosa capita a casa, durante i momenti morti, in cui mamma e papà sono impegnati e invece i piccoli vogliono giocare. Non è il miglior modo per educare i bambini, ci si vanta di come siano bravi a usare questi strumenti, credendo che gli oggetti in questione facciano crescere il loro apprendimento, da non è esattamente così.
Uno studio del Cohen Children’s Medical Center di New York ha rivelato quel che il buon senso dovrebbe già far conoscere da tempo agli adulti: per far crescere bene i pargoli la cosa migliore sono gli insegnamenti dei genitori e i giocattoli tradizionali.
Bambini, esperti e digitalizzati sul pc, ‘piccoli’ su altro
Ho letto un interessante articolo sui bimbi veri esperti del digitale, ma incapaci di allacciarsi le scarpe. Sarà perchè Bibi, brava in quasi tutto quel che fa, non riesce ancora a farsi il fiocco alle scarpe da ginnastica da sola… E’ probabile che, proprio per questo, il pezzo in questione ha attirato la mia attenzione.
I nostri piccoli sanno usare lo smatphone, i touchscreen dei tablet e non si allarmano davanti a un pc, poi, per altro, sono ancora effettivamente ‘piccoli’. Molte mamme sono preocuppate dal tutta questa naturalezza davanti alla tecnologia. Francesca Zanon, ricercatrice in Didattica generale del Dipartimento di Scienze umane dell’Università di Udine, però ha spiegato: “Se i bambini non si sanno allacciare le scarpe, non è certo colpa della tecnologia. I bambini di oggi sono immersi in una realtà fatta di tv, telefonini, computer e tablet. Non si possono evitare, fanno parte del nostro ambiente familiare. E’ importante, però, cercare un giusto compromesso”. Siamo noi genitori a dover insegnare il resto, quello che è normalità, come, appunto, fare il fiocco con i lacci delle scarpe. (altro…)
I bambini sono bambini e basta
Oggi non esiste più il tempo dei bambini. I nostri figli spesso sono esibiti come dei veri trofei, diventano dei piccoli capolavori di cui fregiarsi, spesso soffocati da responsabilità grandi e mille attenzioni a volte inutili. A sbagliare siamo noi genitori, che proiettiamo su di loro aspirazioni personali, ma anche fragilità e cerchiamo consolazione.
Si parla sempre più di ‘bambini adultizzati’ a cui concedere tutto. E non va bene.
“Mi sembra di vedere in giro tanti adulti infantilizzati e tanti bambini adultizzati. O addirittura parentificati, cui chiediamo di farci da mamma e da papà e di darci sostegno“, ha spiegato all’Ansa la psicologa Irene Bernardini che per la prima volta si è dedicata a loro nel libro Mondadori “Bambini e basta”, in cui ha raccolto tante esperienze legate dal filo conduttore della riflessione “perché non dobbiamo dimenticare che i grandi siamo noi”.
Troppo conflittuale da adulta? Colpa di mamma e papà…
L’educazione dei genitori è fondamentale per renderci degli adulti migliori. Ora arriva un’altra chicca.
Una ricerca dell’Università del Minnesota, diretta da Jessica Salvatore e pubblicata su “Psychological Science”, ha stabilito che sono proprio gli insegnamenti di mamma e papà a determinare la gestione dei conflitti da adulti.
Osservando un gruppo di soggetti volontari dagli anni ’70 da quando avevano 12-18 mesi fino al compimento dei 20 anni, gli studiosi, interrogandoli con test appositi, hanno notato che alcuni avevano conflitti molto forti con il partner, mentre altri cercavano un base comune per arrivare con il compagno a una mediazione. (altro…)