Una giornata per dipingere
C’è il sole e sento aria di primavera, nonostante la temperatura ancora un po’ rigida. Quando la giornata è splendente, tornando da scuola, dopo aver accompagnato Bibi, ho sempre (o quasi) pensieri positivi. Come stamani, appunto.
Poco prima, mia figlia, camminandomi accanto, di corsa, per non far tardi ed entrare in classe puntuale, mi diceva quanto fosse contenta. Oggi la maestra di italiano (storia, inglese, etc.) ha deciso di dare alla classe una piccola pausa: durante le sue ore i bimbi potranno disegnare e dipingere, se vorranno. Sono avanti con il programma scolastico, hanno corso, quindi un giorno di break, assecondando i loro desideri. E loro hanno deciso di disegnare tutti insieme.
E’ da ieri, dal momento in cui è suonata la campanella e Bibi ha messo il naso fuori dalla scuola, che fremeva. Mi aveva subito detto: “Non vedo l’ora sia domani, per tornare in classe e poter dipingere con i miei amici”. (altro…)
Finita la scuola… ci sono comunque i compiti!
Eccoci! Ieri Bibi ha finito la scuola, come la maggior parte dei bimbi. Consegna pagelle, almeno nel suo istituto, il 19 giugno. E’ tempo di vacanza, ma ci sono comunque i compiti estivi da iniziare, per non trovarsi con l’acqua alla gola a settembre. Io glieli farò fare giorno per giorno. Ha il suo libro più un libricino di lettura. E’ fortunata, in alcune classi le maestre di libri ne hanno fatti comprare addirittura 3: uno di italiano, uno di matematica e uno di inglese. Il suo raggruppa tutte le materie, invece.
Non so cosa ne pensiate dei compiti a casa. Io non credo siano ‘sbagliati’. C’è però chi non la pensa come me, come, ad esempio, Maurizio Parodi, dirigente scolastico e pedagogo, già maestro elementare, che nel suo ultimo saggio spiega come creino ansia e problemi sia agli studenti e alle famiglie, che li ritengono un obbligo da eliminare, sia per gli insegnanti, che devono pensarli.