Neofobia alimentare bambini
Quando i bambini rifiutano un cibo categoricamente spesso non si tratta di capricci. E’ la neofobia alimentare. I piccoli hanno riluttanza a provare alimenti a loro ignoti. Questo comportamento solitamente arriva in età prescolare, ossia fra i 2 e i 6 anni.
Il motivo per cui la neofobia alimentare non sia un tratto dei bambini molto piccoli è semplice. Quelli di uno o due anni assaggiano quasi sempre anche i cibi più strani, se a proporglieli sono persone nella quali hanno fiducia.
Con la neofobia alimentare i bambini tirano fuori un comportamento arcaico, quasi di protezione della specie: non conoscono il cibo e non si fidano, dicono no a prescindere. Non c’entra affatto l’asilo e la mensa all’interno. Il problema sorgerebbe anche a casa. Sono soprattutto frutta o verdura a essere rifiutati, come anche altri cibi proteici. Cosa fare?
Lo spiega la professoressa Caterina Dinnella, docente di Scienze dell’alimentazione all’Università di Firenze: “Intervenire per superare la neofobia allargando il repertorio dei cibi conosciuti è possibile aumentando la familiarità dei bambini con questi prodotti, che andrebbero presentati in una forma riconoscibile. Così che con il tempo siano disposti ad assaggiarli, in quanto ormai familiari. La carota, ad esempio, se mostrata nella sua forma originale verrà riconosciuta come cibo noto e sicuro. Maggiori saranno così le possibilità che venga accettata. Frullare o grattugiare il cibo, mescolarlo con ingredienti che ne mascherano il sapore, ad esempio, non è una buona idea finché il bambino non avrà raggiunto familiarità con gli alimenti nella loro forma naturale”.