Benefici parto in acqua
Torniamo a occuparci del parto in acqua prendendo più attentamente in analisi i benefici. Sono sempre di più gli ospedali che permettono alle donne di sceglierlo, tra questi l’Istituto Clinico S. Anna. Nel comunicato si legge: “ha presentato di recente una novità importante pensata per le donne in dolce attesa: una vasca piena d’acqua riscaldata a 37° dove le future mamme potranno scegliere di vivere l’esperienza del parto in acqua, un’alternativa alle modalità più consuete di affrontare il travaglio e le fasi che si susseguono prima della nascita di un bambino”.
“Per promuovere il parto fisiologico che si verifica nella maggior parte dei casi – spiega il dott. Eric Francescangeli, responsabile dell’U.O. di Ostetricia e ginecologia – il nostro istituto si è dotato di una moderna vasca grazie alla quale partorire in maniera dolce e del tutto naturale. Una scelta dettata anche per assecondare il desiderio di tante donne che, in occasione dei corsi preparto, manifestano spesso questo desiderio. Da responsabile di questa unità operativa sono molto contento di questa opportunità: riuscire a offrire un’ulteriore alternativa è molto gratificante”.
Quali sono i benefici del parto in acqua? Tanti vantaggi grazie all’acqua calda che rilassa:
distende i muscoli del pavimento pelvico;
lenisce il dolore;
favorisce una maggior libertà di movimenti rispetto al lettino;
velocizza i tempi di dilatazione e riduce i tempi del travaglio, riducendo il rischio di lacerazioni perineali e vaginali.
Oltre ai benefici del parto in acqua per le mamme, ecco anche quelli per il bambino. Il piccolo avrà una nascita più dolce e meno traumatica: il passaggio dal liquido amniotico all’acqua della vasca, infatti, rappresenta un continuum ideale dell’ambiente in cui il bambino è cresciuto 9 mesi. Anche l’espulsione del feto, non richiede nessuna particolare manovra e avviene naturalmente, a dispetto di quanto avviene per il parto tradizionale. Il contatto pelle a pelle con la mamma, all’interno di un ambiente caldo e protetto, infine, garantisce effetti estremamente positivi.
Per scegliere di partorire così bisogna vivere una gravidanza a basso rischio ostetrico con un travaglio che inizia in maniera spontanea tra la 37esima e la 41esima settimana di gestazione. Deve essere, inoltre, un travaglio attivo con un benessere fetale riconosciuto dal tracciato.
Integrazione multivitaminica post parto
L’integrazione multivitaminica per le mamme è importantissima nel post parto, un momento estremamente delicato dell’esistenza. Aiuta il benessere femminile. Per questo Haleon e Multicentrum hanno ribadito il loro impegno per lo stato di salute delle neomamme con il sostegno al progetto “Un Sorriso per le Mamme” di Fondazione Onda ETS, che dal 2010 è in prima linea per sensibilizzare sul tema della salute nel post parto.
Durante il post parto, sia che la donna allatti o meno, si spende molto in energie fisiche. Alimentazione corretta, stili di vita sani, e l’integrazione multivitaminica supportano le esigenze nutrizionali che il corpo della neo mamma richiede quotidianamente. Diventa così indispensabile fare attenzione a non dimenticare, insieme ai nutrimenti essenziali, in particolare ferro, acido folico, per ridurre il rischio di anemia, DHA e vitamine B12.
Il post-parto è un periodo a volte complicato per le donne. Le mamme affrontano contemporaneamente modificazioni fisiologiche del metabolismo, cambiamenti spesso totali nelle abitudini e nello stile di vita. Si riducono, pure, drasticamente le ore di sonno. E’ spesso difficile seguire una dieta completa e bilanciata. Alcune soffrono di mancanza di energia. Per preservare la propria salute e il proprio benessere diviene quindi essenziale e corretto avere un’integrazione multivitaminica.
Mamma a 63 anni
Mi ha molto compito una notizia di oggi e su questa volevo fare una riflessione. Flavia Alvaro è diventata mamma a 63 anni. Ha partorito a Viareggio. Il suo ginecologo ha detto a La Nazione: “Ero preoccupato anche io, la lo ha voluto fortissimamente”.
A 63 anni mamma. Un’età in cui spesso si è nonni. E’ giusto? E’ sbagliato? Non si può giudicare, soprattutto perché nella nostra società quando un uomo diventa padre a questa età o ad altre anche più avanzate, sicuramente siamo meno colpiti, dandolo quasi per scontato. Sicuramente è una decisione che lascia il segno quella di questa donna.
Flavia Alvaro compirà 64 anni il 24 ottobre prossimo. Sebastian, questo il nome scelto per il figlio, è nato a 31 settimane e 4 giorni. Per essere genitore ha fatto la fecondazione in vitro a Kiev. Diventata mamma a 63 anni è felice: il suo era un sogno che finalmente si è avverato. “Una gravidanza tranquilla – assicura il ginecologo – vissuta con serenità. Certo, ero preoccupato, all’inizio incredulo, la prendevo anche in giro bonariamente, ma Flavia si è messa in gioco, ha voluto fortissimamente questo figlio ed è volata in Ucraina per ben due volte. Al primo tentativo circa due anni fa Flavia aveva abortito alla 14ma settimana: un trauma. E anch’io all’inizio avevo manifestato parecchie perplessità umane e mediche…”.
Al secondo tentativo, nonostante la guerra in Ucraina, ce l’ha fatta grazie alla clinica Biotex Com di Kiev, vera eccellenza nella procreazione assistita e nella fecondazione in vitro a livello mondiale. Il costo per la fecondazione e l’intervento è di circa 15.000 euro. “Fa tutto da sola. Qui, fuori dall’Europa, non esiste il limite dei 50 anni”, sottolinea il quotidiano.
Il bambino, nato di poco più di due chili all’ottavo mese, ora è nel reparto dei prematuri, quando raggiungerà il peso forma, andrà a casa con la madre. Che, bisogna ammetterlo, ha avuto e ha tanto coraggio e una forza interiore da ammirare. Sarà la mamma più anziana d’Italia, un primato. Una lottatrice che ha voglia di sfidare le regole, regole che ha già infranto.
Allattamento riduce rischio tumore seno e ovaio
Nutrire il proprio neonato se si ha la possibilità di farlo è una scelta basilare e ottima. I benefici sono molteplici per mamma e bebè. L’allattamento riduce anche il rischio di tumore al seno e all’ovaio.
L’OMS raccomanda di dare il latte materno come alimento esclusivo almeno per i primi 6 mesi di vita del bimbo. Poi invita a continuare l’allattamento fino a quando il pargolo abbia almeno 2 anni. Parla di tantissimi benefici. Soprattutto una è importantissima: l’allattamento al seno riduce il rischio di sviluppare un tumore, secondo il Codice europeo contro il cancro, redatto da esperti dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) che fa parte dell’OMS. Soprattutto quello al seno e quello all’ovaio.
Il latte materno, ricco tantissime proprietà benefiche, è un toccasana per i neonati, ma pure per le mamme. L’allattamento fa sì che ci si riprenda prima dal parto, grazie alla produzione dell’ormone ossitocina, e così si riescono anche a perdere prima i chili messi su con la gravidanza. L’allattamento riduce rischi legati a ipertensione, colesterolo elevato, alcune malattie cardiovascolari, osteoporosi e diabete di tipo 2. Riduce il rischio di tumore al seno e all’ovaio. Chi può lo faccia non solo per suo figlio ma per se stessa.
Pillola del travaglio
La pillola del travaglio, quella che lo induce, è un grande aiuto per le partorienti. Ne parla a Il Telegrafo Stefano Masoni. Il direttore della struttura complessa ’Ostetricia e Ginecologia Cecina Piombino Elba’ spiega i vantaggi immediati per madre e neonato. “La pillola che induce il travaglio evitando il ricorso a dispositivi meccanici o altre modalità più invasive, è adesso a disposizione anche delle partorienti delle Valli Etrusche”, annuncia.
Il primario sulla pillola del travaglio spiega: “Questo tipo di metodica viene utilizzata nei casi in cui la gravida, per svariate ragioni, abbia necessità di partorire, ma non abbia ancora sufficienti contrazioni. Fino ad oggi le modalità di induzione del parto prevedevano l’uso di dispositivi meccanici quali appositi palloncini, lo scollamento o la rottura delle membrane. Oppure di farmaci in forma di gel, fettucce medicate o flebo. Le nuove pillole, somministrate quindi per via orale, permettono di evitare tutto questo arrivando al medesimo risultato di stimolare l’utero a contrarsi e quindi far nascere il bambino”.
La pillola del travaglio rende tutto meno complicato. “L’induzione del travaglio con compresse di misoprostolo – continua Masoni – si è diffusa da alcuni anni in Scandinavia e in Francia con ottimi risultati, riportando un tasso di cesarei inferiore alle altre metodiche. Così, appena il prodotto è divenuto disponibile abbiamo subito scelto di utilizzarlo anche per le nostre partorienti. Ad oggi sono già stati quattro i casi trattati. E tutti con buoni risultati sia per la madre che per il neonato. Specialmente per quanto riguarda l’induzione in casi di rottura prematura delle membrane. L’utilizzo della pillola consente di ridurre i potenziali rischi di infezioni per via vaginale”.
Post parto: no ad attività aerobiche intense
Nel post parto è importantissimo riprendere a muoversi, l’attività fisica fa bene ed è una forma di prevenzione anche per le malattie. No, però, ad attività aerobiche intense o troppo faticose.
“Sia chi ha avuto un parto naturale sia chi ha avuto un parto cesareo dovrebbe evitare, nei primi tempi, di svolgere attività aerobiche troppo intense e di utilizzare carichi durante l’allenamento. Inoltre, non bisognerebbe nemmeno sollevare pesi eccessivi”, sottolinea il dottor Marco Grassi a La Gazzetta dello Sport.
Il ginecologo del Reparto di Ginecologia dell’Ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno rassicura le neo mamme. Il post parto deve essere tranquillo, senza strafare. No ad attività aerobiche intense, ma non bisogna neppure preoccuparsi anche se si è ancora gonfie. “Durante la gestazione si verifica nell’organismo della donna un aumento dei fluidi corporei utili a soddisfare le esigenze del feto. Perché questi liquidi siano smaltiti dopo il parto occorrono alcune settimane, quindi non ci si deve preoccupare se si osservano ritenzione idrica, piedi, caviglie e mani gonfie”, chiarisce il medico.
“Dopo il parto lo sport non solo aiuta a perdere i chili di troppo che non sono stati smaltiti subito, ma contribuisce anche ad aumentare il benessere psicologico. E’ però fondamentale riprendere a bassi ritmi, da intensificare a poco a poco in base alle risposte fornite dal fisico”, raccomanda il dottor Grassi.
Fate con calma nel post parto. No ad attività aerobiche intense. Sì all lunghe camminate, la ginnastica dolce, lo yoga, il pilates e il nuoto.
Post-parto: quando chiedere aiuto
Il post-parto, col rientro a casa di una neomamma, deve essere soprattutto sereno. E’ chiaro che ogni donna abbia mille dubbi, timori, anche qualche paura, ma lo stress non aiuta. Va bene occuparsi del neonato, ma è opportuno prendersi qualche minuto per sé durante la giornata. Quando chiedere aiuto? Ci sono sintomi che devono considerarsi dei campanelli d’allarme.
Nel post-parto è semplice sapere quando è necessario chiedere aiuto a uno specialista. E’ bene consultare il medico, di base o ginecologo o l’ostetrica, se si ha:
- febbre pari o superiore a 38°C;
- dolore al basso ventre;
- perdite vaginali maleodoranti;
- pesanti emicranie;
- aumento delle perdite di sangue;
- bruciore o prurito durante la minzione;
- dolore a polpacci o gambe:
- fiato corto.
Il bambino impegna tanto. Ma non serve preoccuparsi per un nonnulla. Nel post-parto tutto ciò fa vivere malissimo. Quando è necessario chiedere aiuto al pediatra quindi per il bebè? Anche in questo caso alcuni sintomi possono essere rivelatori, come si legge su Dire33:
- febbre pari o superiore a 38ºC;
- difficoltà respiratorie;
- vomito frequente;
- poco attivo/non risponde agli stimoli;
- troppo agitato;
- non mangia;
- è pallido, le labbra sono blu;
- non ha movimenti intestinali per 48 ore nella prima settimana.
Doula
Cos’è una Doula. La parola, originaria della cultura greca, letteralmente significa “donna che serve”. Questa figura accompagna le donne nel percorso della maternità, occupandosi del suo benessere.
La Doula è una presenza costante accanto non solo alla donna incinta, ma alla coppia per l’intero percorso che renderà genitori. Offre un sostegno empatico, ma non giudicante. Non sostituisce il alcun modo i professionisti sanitari, il suo ruolo è solo ascoltare attivamente, rassicurare, mettersi al servizio di chi la sceglie sia nel corso della gestazione, sia durante il parto che nel post-partum.
“Uno dei contributi più preziosi che una Doula può apportare in gravidanza, è dare valore a ciò che la madre sente e percepisce, nutrendo così la sua fiducia nelle proprie sensazioni. Questo le tornerà molto utile al parto e, successivamente, nell’accudimento del bambino. Certi tipi di assistenza alla gravidanza e al parto, purtroppo, possono invece sortire l’effetto totalmente contrario. E intaccare questo ascolto interiore, andando a rinsaldare il senso di incapacità e inadeguatezza e generando quindi poi ansia e paura. Stare accanto ad una madre in questa fase, significa quindi creare un ambiente empatico e accogliente, nel quale la donna si senta libera di esprimere le proprie emozioni. I timori, le paure e le preoccupazioni legate alla gravidanza. In modo tale da mantenere uno stato d’animo positivo e favorire un’esperienza di nascita più gratificante”, spiega Simona, che ha scelto di avere questo ruolo, a Vogue Italia.
E ancora: “In questa fase la Doula può offrire informazioni sulla fisiologia, consigliare letture. Rspondere alle domande sulla gravidanza e il parto, aiutando la madre a comprendere i suoi diritti. A prendere decisioni informate sulle opzioni di assistenza in questo momento delicato e nella cura del neonato che maggiormente rispecchiano le sue preferenze, desideri e obiettivi”.
“Dopo aver protetto la serenità della donna durante la gravidanza, il sostegno della Doula durante il parto mira a fornire un ambiente sicuro, confortevole ed empatico, promuovendo la fiducia e l’autonomia della madre nel processo della nascita. La sua presenza rassicurante e fiduciosa contribuisce a: custodire la pace e il silenzio del luogo della nascita; ridurre le interferenze durante il parto; farsi portavoce dei desideri e delle preferenze della madre fungendo da mediatrice con il personale sanitario”, continua.
“Nel post parto, in particolare nei primissimi giorni, madre e bambino gettano le basi della loro relazione. Hanno quindi bisogno di calma per dedicarsi alla scoperta reciproca. Per questo risulta preziosa la presenza di una figura come la Doula che possa proteggere e favorire questa intimità. In questa fase la Doula può offrire sia un supporto pratico tanto nel disbrigo delle faccende domestiche quanto nell’affrontare le sfide dell’allattamento. Sia facilitare il recupero emotivo, offrendo uno spazio sicuro per l’elaborazione dell’esperienza del parto e aiutando la donna a ritrovarsi nella sua nuova veste di madre, infondendo in lei sicurezza e fiducia”, precisa ancora..