Parto in anonimato
Il parto in anonimato crea dibattito. Due neonati affidati alle cure degli ospedali, negli ultimi giorni, il piccolo Enea lasciato nella Culla per la vita della Clinica Mangiagalli di Milano e una bimba nata in un capannone dismesso in zona Quarto Oggiaro, portata dalla madre all’Ospedale Buzzi. Vista l’attenzione mediatica, che ha portato, giustamente, a considerazioni, dibattiti ed anche, purtroppo, a polemiche e alla diffusione di una serie di dati, a volte discordanti, la Società Italiana di Neonatologia (SIN) interviene per fare un po’ di chiarezza.
Il dato di “3000 neonati abbandonati ogni anno”, utilizzato in più riprese, è ormai superato, in quanto risalente al 2005. Il dato più recente disponibile è quello emerso dall’indagine, durata un anno, tra luglio 2013 e giugno 2014, condotta su un campione nazionale di 100 Centri nascita ed effettuata dalla Società Italiana di Neonatologia (SIN) in collaborazione con ninna ho, progetto a tutela dell’infanzia abbandonata, promosso da Fondazione Francesca Rava N.P.H. Italia Onlus e dal Network KPMG in Italia. (altro…)
Parto in anonimato
La legge consente a tutte le donne, se così vogliono, di affidarsi al parto in anonimato, e stabilisce che al momento della formazione dell’atto di nascita, bisogna rispettare l’eventuale volontà di non essere nominata indicando le proprie generalità, elementi che consentano in futuro la sua identificazione. (altro…)