Picco influenza bambini

Dopo il ritorno dalle vacanze natalizie è previsto il picco di influenza tra i bambini. Il freddo non aiuta di certo. Il pediatra Italo Farnetani ad Adnkronos Salute propone ‘l’influenzometro’ per capire se è davvero una sindrome influenzale o meno quella che colpirà i piccolini.

“Proprio in questi giorni, e nei prossimi, c’è un brusco abbassamento delle temperature, che è uno degli elementi che determina la maggior diffusione delle infezioni durante il periodo invernale. Non è il freddo che fa ammalare. – precisa – Ma quando le temperature sono basse si sta maggiormente negli ambienti chiusi, con aria riciclata, elemento che facilita la trasmissione, soprattutto quando i riscaldamenti accesi rendono l’aria secca, e ciò impedisce che le particelle di polvere cariche di agenti infettanti vengano abbattute al suolo”
“In questo modo, invece, si spostano leggere perché sono ben asciutte e facilmente fanno breccia nell’apparato respiratorio dei presenti. Il consiglio è innanzitutto di aprire le finestre almeno 45 minuti al giorno, anche quando fuori è molto freddo. E non tenere mai i riscaldamenti eccessivamente alti. La temperatura di 19 gradi è ottimale. Si può mettere sopra le sorgenti di calore, in primis sui radiatori, un asciugamano di spugna bagnato, che serve a umidificare l’ambiente. Importante non rinunciare a stare all’aria aperta anche quando è freddo”, aggiunge.
Il picco di influenza tra i bambini potrebbe preoccupare. “Ecco allora l’influenzometro che ho elaborato per aiutare a distinguere le varie infezioni”, dice. Si tratta di un percorso scandito da una serie di domande o affermazioni. A seconda della risposta che più corrisponde alla situazione di chi sta usando lo strumento viene assegnato un punteggio. Sommando quelli ottenuti a ogni step, si potrà leggere il risultato: con un punteggio uguale o superiore a 210 “è influenza”. Con un totale da 190 a 205 l’esito è “dubbio”, ma se rifacendo il questionario il punteggio rientra sempre in questo range “non si tratta di influenza”. Con un totale uguale o inferiore a 185 “non è influenza, ma probabilmente si tratta di una malattia dovuta ad altri agenti infettivi”.
L’influenzometro valuta prima di tutto il periodo in cui si presenta la malattia (da dicembre ad aprile o da maggio a novembre), e se i media hanno già riportato dei primi isolamento di virus influenzale. E poi passa in rassegna i sintomi: dolore e sua localizzazione (alla schiena e alle articolazioni, mal di testa, mal d’orecchie, mal di pancia), febbre (superiore a 38,5° C e per quanti giorni); fastidi agli occhi (arrossati, con dolore quando si guarda lateralmente, con bruciore, con lacrimazione abbondante, appiccicati con secrezione gialla).
Nel percorso si valutano anche le condizioni di volto (arrossato o pallido) e pelle (calda e umida, normale), e la presenza di tosse (secca o catarrosa). Si passa poi alla gola (fa male, brucia, è secca), alla voce (rauca o normale), al naso (chiuso, con secrezione chiara e liquida), all’apparato digerente (per capire se sono presenti sintomi come vomito, diarrea o stipsi). Infine si approfondiscono le condizioni generali (malessere, svogliatezza, ci si stanca con facilità, mancanza di appetito). Il test, insomma, aiuta a farsi una cultura personale su come distinguere fra influenza e virus parainfluenzali. “Sarà però il medico a indicare la strada” terapeutica da seguire per lasciarseli alle spalle. Picco o non picco di influenza tra i bambini, è sempre il dottore a stabilirlo.