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Educazione sessuale: quando iniziare a parlarne?

Feb 16
Scritto da Annamaria avatar

In alcune famiglie imbarazza affrontare l’argomento educazione sessuale. Quando iniziare a parlarne coi figli? “Le linee guida dell’Oms e dell’Unesco pubblicate nel 2020, quelle in base alle quali dobbiamo parlare di una educazione sessuale completa, la Comprehensive sexuality education, suggeriscono a pediatri e genitori di affrontare l’argomento fin dalla primissima infanzia”, spiega la dottoressa Immacolata Scotese al Corriere della Sera.

educazione sessuale quando iniziare a parlarne

La pediatra di famiglia a Campagna, provincia di Salerno, e membro Sipps chiarisce: “Dai 3 ai 5 anni si può iniziare ad insegnare i nomi corretti dei genitali senza usare soprannomi, per esempio”. E precisa: “Se noi indichiamo l’organo genitale con il nome corretto e non con il soprannome, a quell’età gli conferiamo già una maggiore autoconsapevolezza e uno strumento per potersi difendere”. 

Quando bisogna parlarne coi figli? L’educazione sessuale va quindi trattata sin da subito, non bisogna aver timore, paura, imbarazzo.

Tra i 3 e i 5 anni va insegnato pure il rispetto per le parti intime, tra i 6 e gli 8 anni si può iniziare a spiegare ai bimbi come nascono i bambini, senza inventare favole, ma in modo semplice. ”Quando entriamo nella preadolescenza e nell’adolescenza, quindi a partire dai 9 anni, l’Organizzazione mondiale della sanità e l’Unesco invitano poi ad accogliere i cambiamenti della pubertà e, soprattutto, delle emozioni che l’accompagnano”, dice l’esperta.

In adolescenza ci si deve concentrare sulle emozioni del ragazzo o la ragazza, ma pure sulla prevenzione per quel che riguarda le malattie sessualmente trasmissibili e quindi sulla contraccezione, anche perché l’età del primo rapporto si è notevolmente abbassata. Pure qui, quando l’educazione sessuale ci mette alla prova, quando iniziare a parlarne coi figli diventa fondamentale: è necessario essere genitori aperti e accoglienti. Non respingenti.

Adolescenti hikikomori: fattori scatenanti

Feb 09
Scritto da Annamaria avatar

E’ un problema sociale. Gli adolescenti hikikomori crescono vertiginosamente. Il termine significa letteralmente “stare in disparte”. Identifica quelle persone che decidono di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi. Si chiudono semplicemente in casa in casa, senza avere alcun contatto diretto con il mondo esterno. Escludendo persino, a volte, i loro genitori. Quali sono i fattori scatenanti di tutto questo? Una ricerca li ha messi in luce.

Lo studio che mostra i fattori scatenanti per gli adolescenti hikikomori è stato pubblicato sulla rivista Scientific Reports del gruppo Nature. Gli esperti hanno condotto due indagini trasversali nel 2019 e nel 2022. I dati sono stati raccolti tramite la tecnica CAPI (Computer Assisted Personal Interview) su campioni rappresentativi di adolescenti italiani. Prendono in esame un totale di 3.273 studenti nel 2019 e 4.288 studenti nel 2022, di età compresa tra i 14 e i 19 anni.

Quali sono quindi i fattori scatenanti, stando ai ricercatori, che inducono gli adolescenti a diventare degli hikikomori? Leggo riporta i risultati.

  • Scarsa qualità delle relazioni sociali (specialmente con i genitori, in particolare con la madre);
  • Bassa fiducia relazionale verso familiari e insegnanti;
  • Vittimizzazione da bullismo e cyberbullismo;
  • Iperconnessione ai social media;
  • Scarsa partecipazione ad attività sportive extrascolastiche;
  • Insoddisfazione per il proprio corpo.

“L’iperconnessione, in particolare, è stata identificata come un elemento chiave che non solo erode l’autostima degli adolescenti, ma contribuisce anche all’isolamento sociale e all’aumento delle ideazioni suicidarie giovanili”, si legge.

“E’fondamentale sviluppare interventi educativi rivolti a genitori e insegnanti per sostenere i giovani che si trovano in condizioni critiche”, fa sapere Antonio Tintori, uno degli autori dello studio.

Scuola: iscrizioni 2025

Gen 26
Scritto da Annamaria avatar

In questo 2025 è tempo di iscrizioni a scuola. I genitori di bambini e ragazzi che devono iscriversi al primo anno di ogni ciclo, primario, secondario di primo grado e secondario di secondo grado, hanno venti giorni per decidere quale istituto scegliere e, nel caso delle superiori, che indirizzo.

scuola iscrizioni 2025

Le iscrizioni 2025 per la scuola si sono aperte il 21 gennaio e si potranno effettuare fino al 10 febbraio alle ore 20. I genitori dovranno accedere alla nuova piattaforma Unica e completare la scelta.  Quelle per gli anni successivi saranno gestite direttamente dalle segreterie scolastiche, a meno che non si desideri cambiare scuola.

Ma come fare le iscrizioni scuola 2025? Leggo fornisce tutte le indicazioni necessarie a riguardo.

“Se si è genitore o si ha la responsabilità genitoriale su un alunno da iscrivere, accedi a Unica con SPID, CIE, CNS o eIDAS. Per la scuola statale, sono coinvolti circa 1,4 milioni di alunni, a cui si aggiungono 262mila bambini che compiranno 3 anni entro il 31 dicembre 2025 e potranno iscriversi alla scuola dell’infanzia. Il nuovo sito ministeriale offre statistiche e informazioni sui percorsi scolastici e professionali, includendo un motore di ricerca per confrontare gli istituti. Le iscrizioni per le scuole dell’infanzia resteranno cartacee, mentre le scuole paritarie potranno scegliere tra modalità online o cartacea e avranno più tempo per accettare le iscrizioni”.

“Le due principali novità di quest’anno sono il nuovo liceo del Made in Italy e la filiera tecnologico-professionale 4+2”.

“Il primo si aggiunge ai sei licei tradizionali (artistico, scientifico, classico, linguistico, delle scienze umane e musicale/coreutico). Si tratta di un aggiornamento dell’opzione economico-sociale del liceo delle scienze umane. Il triennio del liceo è sostanzialmente identico a quello del liceo delle scienze umane ad indirizzo economico-sociale. L’unica differenza è la nuova denominazione di Diritto ed Economia, che diventa Diritto ed Economia ‘del Made in Italy’. Nel biennio ci sono piccole modifiche. Un’ora settimanale in meno di seconda lingua straniera e una in più di Storia dell’arte. Secondo il Ministero, il nuovo liceo ‘combina teoria e pratica, offrendo un approccio educativo multidisciplinare con sbocchi professionali nei settori di eccellenza del Made in Italy’”.

“La filiera tecnologico-professionale riduce di un anno i percorsi degli istituti tecnici e professionali, che si concludono con i corsi biennali post-diploma degli ITS Academy e degli IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore). L’obiettivo è ‘offrire agli studenti un percorso formativo innovativo con competenze tecnologiche legate alle esigenze del mondo del lavoro e della produzione, favorendo al contempo la possibilità di proseguire gli studi nell’istruzione e formazione terziaria. Comunque resta ancora la possibilità di scegliere i tradizionali percorsi tecnici e professionali quinquennali”.

Rientro a scuola dopo pausa natalizia

Gen 05
Scritto da Annamaria avatar

Stanno per terminare e già si legge la tristezza sul volto dei nostri figli. La mia, poi, a giugno affronterà l’esame di maturità, quindi sa che per lei questo rientro a scuola dopo la pausa natalizia sarà senza respiro… Le vacanze giungono al termine, ecco qualche consigli per una ripresa che non affligga troppo i piccoli.

front view wandered girl with xmas hat sitting at the table covering face with folder xmas tree and gifts cocktail on table yellow background

Il rientro a scuola dopo la pausa natalizia incute quasi timore: si entra nel vivo dell’anno scolastico, come riabituare i bimbi alla routine? A darci una mano c’è Italo Farnetani che offre dieci consigli utilissimi ad Adnkronos che possiamo seguire:

Vademecum per il rientro a scuola dopo la pausa natalizia del pediatra

“La colazione è un momento molto trascurato e invece è importante perché deve fornire le energie per l’attività mentale richiesta nelle ore di scuola – avverte Farnetani – A colazione è importante quanto si mangia e il suggerimento è assecondare le preferenze di bimbi e ragazzi. Il top del gradimento è di solito la cioccolata spalmabile, utile perché fornisce energia in modo rapido. Come accompagnarla? In linea generale consiglio biscotti, l’ideale sarebbe la crostata al cioccolato, ma si può spalmare anche in un cornetto. In questa fase della giornata è importante che assumere nutrienti per l’apporto energetico. E per far funzionare il cervello vale la pena anche concedere una piccola trasgressione”.

“Altro momento clou – puntualizza il pediatra – perché fra prima colazione e spuntino si devono introdurre il 25% delle calorie giornaliere fornendo un ‘supporto energetico’ per l’apprendimento scolastico. Quindi stessa linea: anche in questo caso facciamoci guidare dai gusti del bambino. Alcuni lo spuntino lo preferiscono dolce (come il classico cornetto) e altri puntano più su pizzette o schiacciatine. Giustissima la prevenzione di sovrappeso e obesità, ma cerchiamo di far mangiare i bambini in questi due momenti della mattina proprio per poterli mettere nelle migliori condizioni di imparare e massimizzare l’attività fra i banchi. Che sia preparato a casa o acquistato mentre si accompagnano i figli a scuola, consiglio uno spuntino ‘personalizzato’, richiamo agli affetti familiari, un ‘pezzetto di casa in tasca’. E quindi no alla merenda ‘di Stato’, cioè allo spuntino fornito dalla scuola uguale per tutti”.

Quando fare i compiti a casa? “Le ore migliori – suggerisce Farnetani – vanno dalle 15 alle 18. Poi la capacità di apprendimento e memorizzazione decresce progressivamente”.

Finiti i compiti ci vuole un ultimo sforzo: “Preparare lo zainetto per il giorno dopo e metterlo da parte. Così non si deve pensare più alla scuola fino al mattino successivo”.

“Mai studiare di notte, è un momento in cui l’organismo si sta preparando al periodo di sonno perciò è quello di più basso apprendimento. Accanirsi sui libri è uno sforzo inutile è dannoso“, ammonisce Farnetani.

“E’ importante che bambini e adolescenti pratichino un’ora di sport al giorno almeno per 5 giorni alla settimana”, evidenzia l’esperto.

“Contrariamente a quanto qualcuno crede, il nuoto si può praticare anche d’inverno, e anche nei periodi più freddi. Tra l’altro, è uno sport gradito sia ai maschi che alle femmine. E’ una disciplina divertente perché richiama le vacanze al mare, ma anche importante perché è una forma di prevenzione degli incidenti al mare, soprattutto considerato che un terzo dei bambini e adolescenti non sa nuotare”, osserva Farnetani.

“Anche nei periodi più freddi è importante stare all’aria aperta. Perciò, finiti i compiti – esorta il pediatra – è bene uscire di casa sia per combattere la sedentarietà sia per combattere l’isolamento”.

E’ utile “raccomandare agli alunni l’igiene delle mani. Dopo l’aria che respiriamo è il principale veicolo di infezioni. Perciò lavarsi le mani a scuola – suggerisce il camice bianco – prima e dopo i pasti. E per chi pranza a scuola sarebbe importante potersi lavare i denti dopo il pasto”.

“Due cose che riguardano le aule: ventilazione e rumori. E’ importante aprire le finestre per garantire il ricambio dell’aria e verificare che l’aula non sia troppo rumorosa, perché gli alunni ascoltano con difficoltà l’insegnante con il rischio di diminuire l’apprendimento”.

Giovani: ritocchi estetici come regalo di Natale

Dic 27
Scritto da Annamaria avatar

In questi giorni se ne parla molto, sempre di più Tra i giovani c’è una tendenza che sorprende, soprattutto perché ‘avallata’ da mamma e papà: ritocchi estetici come regalo di Natale. I centri dove eseguire la ‘correzione’ volano, presi d’assalto. E non più solo dagli adulti. Voi cosa ne pensate? Io, personalmente, sono contraria quando si tratta di adolescenti. E spero che sotto il vostro Albero non ci sia stato un dono così per i vostri figli.

I ritocchi estetici come regalo di Natale ai giovani da parte dei genitori lascia quasi di stucco. “E’ l’effetto TikTok, ma i rischi non sono pochi”, sottolinea Roberta Lovreglio, dermatologa e coordinatrice nazionale del Cre, il Centro di medicina estetica e rigenerativa della Lilt (Lega italiana per la lotta ai tumori). Ne parla al Corriere della Sera.

Quella che viviano è un’epoca strana, in cui si parla di “generazione Botox”. I giovani chiedono ritocchi estetici come regalo di Natale e i genitori acconsentono: li accontentano. “Queste crescenti richieste sono legate alla sempre maggiore pervasività dei social network. Ragazze giovanissime vengono nel mio studio a Bari, accompagnate dai genitori, e chiedono di migliorare il proprio aspetto attraverso la medicina estetica per conformarsi a determinati standard”, racconta l’esperta.

Cosa chiedono le adolescenti? “Labbra alla francese o alla russa, filler al naso, occhi da volpe. Sono trattamenti che non devono essere fatti su minorenni a meno che non vadano a correggere un difetto post traumatico o congenito”. 

“Il problema nasce quando la minorenne è accompagnato dal genitore il quale pensa che la medicina estetica possa essere un regalo come un altro alla pari di uno smartphone, di un viaggio o di un motorino. Spesso sono gli stessi genitori ad assecondare le richieste delle figlie senza rendersi conto che questa procedura, se non effettuata da personale competente, può causare danni più o meno gravi”, spiega la dottoressa. E visti gli ultimi episodi di cronaca raccomanda di rivolgersi sempre a professionisti certificati: “I danni possono essere più o meno seri a tutte le età. Si può arrivare a necrosi, infezioni, ematomi, cisti nei casi di procedure eseguite da personale senza formazione professionale adeguata”. 

“Noi medici abbiamo il dovere di spiegare a queste ragazze, ma soprattutto ai loro genitori, i rischi che si possono nascondere dietro alcuni trattamenti inutili in giovane età. E che quei volti a cui si ispirano sui social spesso sono il frutto di immagini trattate con filtri fotografici o con l’intelligenza artificiale. Sono, quindi, standard di bellezza irrealistici. E impossibili da raggiungere. Questi adolescenti vanno però seguiti e indirizzati. C’è un’alta percentuale di ragazze che, pur di raggiungere l’obiettivo, si rivolge in autonomia ad operatori non medici che lavorano in ambienti non a norma e senza titoli specialistici. O, peggio ancora, si auto iniettano il botulino e sostante non sterili acquistate sul web”, spiega Lovreglio.

Scuola: Italia prima nei compiti a casa

Dic 26
Scritto da Annamaria avatar

La scuola fa sempre discutere i genitori, soprattutto se un’indagine Censis regala un dato che passa tutt’altro che inosservato: l’Italia è prima nei compiti a casa. I ragazzi dedicano ai compiti, soprattutto durante le superiori dalle 2 alle 3 ore al giorno.

scuola italia prima nei compiti a casa

L’Italia è prima nei compiti a casa in confronto a tutto il resto d’Europa. Anche le ore tra i banchi a scuola sono tante, una media di 27,2. Solo in Germania sono 28. I ragazzi tedeschi, però, a casa hanno una media compiti di solo 1,2 ore al giorno.

Non è sempre un bene che l’Italia sia prima nei compiti a casa. I ragazzi, secondo l’esperta, vivono questo con grande stress, soprattutto ora durante le festività. Adelia Lucattini, Ordinario della Società Psicoanalitica Italiana, come si legge su Rai News, a tal proposito dice la sua sulla scuola e le assegnazioni dei docenti. “Le vacanze natalizie sono un periodo magico per staccare la spina, rilassarsi e trascorrere del tempo con i propri cari. Tuttavia, spesso si accompagnano a un cumulo di compiti per i bambini  e di studio anche per gli studenti universitari, per la preparazione di esami, che rischiano di rovinare l’atmosfera festosa”. 

“E’ importante, dunque pensare a una buona organizzazione, fornire supporto psicologico ed emotivo per sostenere la motivazione e invogliare a dedicare un po’ di tempo anche ai compiti – prosegue – I tempi di studio devono essere realistici, considerando anche il piacere di vivere le festività e il desiderio di stare con i propri affetti. Numerosi studi indicano che dedicarsi ai compiti nei primi giorni di vacanza, può evitare l’ansia di avere qualcosa in ‘sospeso’ e la pressione dell’ultimo minuto che può affaticare prima della ripresa scolastica. Fondamentale anche alternare lo studio con lo sport, i giochi di società, il dedicarsi insieme a genitori, nonni o zii ad attività culturali”. 

Vaccino spray antinfluenzale

Dic 03
Scritto da Annamaria avatar

Non siamo ancora al picco, ma presto ci arriveremo. L’influenza non fa sconti, soprattutto agli anziani e ai più piccoli. Da tre anni si più decidere per il vaccino spray antinfluenzale: è riservato a bambini e adolescenti dai 24 mesi ai 18 anni.

vaccino spray antinfluenzale

Il vaccino spray antinfluenzale garantisce maggiore comfort in sede di somministrazione: i bambini si spaventano molto meno, non c’è alcuna puntura ovviamente. 

Fluenz (Astrazeneca AB) è il vaccino antinfluenzale disponibile come spray nasale. E’ un vaccino trivalente a virus vivo attenuato. “Il sistema immunitario entra in contatto col vaccino attraverso le mucose nasali e inizia a produrre anticorpi contro gli antigeni relativi ai ceppi dell’influenza sulla base dei quali il vaccino è stato formulato”, si legge su Vanity Fair.

“Fluenz viene somministrato all’interno delle narici, suddividendo la dose prevista nelle due narici. Gli eventuali effetti collaterali sono quelli più comuni, presenti anche per la somministrazione per via iniettiva. Si va dalla febbricola alla debolezza fino al mal di testa, alla riduzione dell’appetito e a dolori muscolari vari, oltre a congestione nasale o rinorrea. Di solito, però, sono sintomi variabili da persona a persona e in generale di lieve entità, risolvibili nel giro di massimo 48 ore dalla somministrazione”.

Autunno: caduta dei capelli

Ott 26
Scritto da Annamaria avatar

In autunno si assiste, come recita il detto, a un fenomeno che preoccupa sia gli adulti, che i ragazzi, quello della caduta dei capelli. Mario Valenti, dermatologo, spiega all’Adnkronos che c’entra un termine strano: telogen.

autunno caduta dei capelli

In autunno, tempo di castagne, c’è la caduta dei capelli. Perché? “Il capello ha un ciclo che nella stagione autunnale normalmente giunge nella cosiddetta fase di telogen, cioè la fase in cui termina la crescita e si ha una quiescenza prima della caduta. Succede normalmente dopo la stagione estiva”, chiarisce l’esperto

La caduta dei capelli in autunno “sembrerebbe essere un po’ legata anche alla riduzione progressiva delle ore di luce, dall’estate fino alla stagione autunnale. Aumentando le ore di buio, aumenta in proporzione la melatonina e questo regola non solo il ciclo sonno-veglia, ma anche il ciclo del capello. La caduta autunnale dei capelli è un qualcosa di fisiologico, e normalmente dura 4-6 settimane, al massimo 8. Se dovesse essere eccessivo, sia in termini di tempo che di numerica dei capelli che cadono, allora è necessario indagare se ci sono cause intercorrenti”.

Cosa può aiutare a contrastare la caduta dei capelli in autunno? “Un’alimentazione variegata, certamente – risponde il dermatologo – E’ importante mangiare un po’ di tutto, se ci fossero carenze di ferro o altro supplementarli, perché il capello ha bisogno di tutti questi macronutrienti per crescere sano e robusto e non cadere facilmente”. Non stressare troppo il cappello: evitare le asciugature con aria troppo calda, l’utilizzo della piastra, evitare lavaggi troppo frequenti, magari con prodotti che possono essere aggressivi. Meglio prediligere uno shampoo delicato. Se si associa anche irritazione del cuoio capelluto, come spesso succede dopo l’estate, si può trattare con prodotti specifici per gli stati sensibili del cuoio capelluto. E poi ridurre in generale lo stress, per quanto possibile”.