Anoressia: appello di un papà
Arriva l’appello di un papà a media e social riguardo l’anoressia. L’uomo ha una figlia che soffre del disturbo alimentare. Si chiede perché ci siano ancora articoli e post riguardanti diete miracolose e prove costume. Lo riporta il Corriere della Sera.
E’ un papà attento, il tema dell’anoressia lo riguarda da vicino: nel suo appello chiede che sia adottato un codice di comportamento dai media. “D’estate si sviluppa ancora di più il senso di insicurezza nelle persone che soffrono di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione – spiega il genitore “facilitatore” dell’associazione Nutrimente Ets-. Sono immancabili articoli sulla ‘prova costume’. Paginoni di diete, le più svariate e fantasiose. Pezzi sul come rimettersi in forma. Personaggi che invitano al digiuno a intermittenza… sono tutti pugni nello stomaco. Ma i giornalisti e gli influencer non si chiedono quali effetti potranno sortire questi articoli, questi post, sulla percezione corporea e sulla gestione dell’ansia di ragazzi e ragazze che convivono con un disturbo alimentare?”.
“Servono linee guida, bisogna intervenire”, sottolinea. L’appello di un papà coinvolto sull’anoressia è ficcante. Parla della figlia: “Ogni giorno mi metto nei suoi panni e penso cosa potrà provare nel leggerli. Anni fa, forse, non ci avrei dato tanta importanza, ma quando arriva questo tipo di malattia si scatena una tempesta perfetta. Ti senti un topo in gabbia”. “Non sottovalutiamo il potere che hanno i mezzi di comunicazione su chi soffre di D-NA”, precisa ancora.
Giovani: e-cig causano seri rischi salute
Aumenta tra i giovani l’utilizzo delle e-cig, ma queste e il tabacco riscaldato possono causare seri rischi per la salute.
I medici internisti mettono in guardia, l’aumento delle e-cig tra i giovani preoccupa. Esistono seri rischi per la salute, dalle infiammazioni delle vie respiratorie fino alle alterazioni del Dna. E’ questo l’allarme lanciato dalla Società Italiana di Medicina Interna (Simi) in merito alla diffusione del fumo tra i più giovani.
“Purtroppo l’uso di e-cig e prodotti a tabacco riscaldato sta aumentando in maniera preoccupante tra i giovani e gli adolescenti, che rischiano di sviluppare una dipendenza dalla nicotina e di avvicinarsi in seguito al fumo tradizionale. Il loro uso nei giovanissimi deve essere ristretto con tutti i mezzi”, sottolinea Antonello Pietrangelo, past president della Simi.
“L’aumento di dipendenza dal fumo porta a rischi come l’infiammazione delle vie aeree e l’aumento della suscettibilità alle infezioni virali. Inoltre, anche se in modo diverso rispetto alle sigarette tradizionali, e-cig e prodotti a tabacco riscaldato contengono sostanze chimiche in grado di alterare il Dna e questo potrebbe favorire la comparsa di tumori, a distanza di anni. Gli utilizzatori di e-cig hanno poi rispetto ai non fumatori una maggior incidenza di asma e Bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva) e sintomi peggiori. Un fatto che fa cadere il mito dell’innocuità di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato”, precisano ancora gli esperto di Simi. Le e-cig causano seri rischi alla salute: i giovani devono esserne consapevoli.
Sport: quando allenarsi in estate
Lo sport non va in vacanza col caldo, ma è bene sapere quando allenarsi in estate, nel momento in cui le temperature salgono vertiginosamente. Grandi e piccoli devono continuare a fare attività fisica, che è salute, ci vogliono però alcune accortezze.
“Muoversi è sempre benefico, attenzione in questi giorni di grande caldo”, dice Giorgio Sesti, presidente della Società italiana di medicina interna (Simi), all’Adnkronos Salute. Quando allenarsi in estate è importante per non “stressare l’organismo e aumentare i rischi di disidratazione”. Sport sì, ma senza esagerare: è necessario ascoltare il proprio corpo e tener presente della propria preparazione fisica.
“Non fare sport nelle ore della giornata in cui le temperature sono più alte e quando anche l’irraggiamento solare è elevato. Il momento migliore è la mattina presto, che è l’ideale. In alternativa va bene la sera tardi, al tramonto, considerando però che la mattina la temperatura è più fresca, mentre la sera l’ambiente ha accumulato calore, quindi si può avere una certa sofferenza nel praticare lo sport”, sottolinea l’esperto. “Evitare di fare uno sforzo non commisurato alla propria capacità di allenamento, al proprio fisico: l’attività deve essere proporzionale al grado di allenamento”, prosegue.
Sesti raccomanda: “Bere moltissimo. Bisogna attrezzarsi, portarsi quindi acqua da bere o avere la sicurezza di averne a disposizione. Se si corre in parchi o in città, fare tappa alle fontanelle dove potersi idratare adeguatamente”. E ancora: “Come gli atleti che fanno le gare lunghe, bisogna abbassare la temperatura del corpo. Serve bagnarsi, utilizzare l’acqua anche per raffreddare la testa, bagnare il capo, bagnare il corpo. Bagnandoci facilitiamo la traspirazione e l’eliminazione del calore sotto forma di evaporazione, quindi questo serve per mantenere la temperatura costante”.
Oltre che quando allenarsi in estate, il medico raccomanda anche quale disciplina prediligere: ”Gli sport che si possono fare in acqua. Fare nuoto, insomma, è molto meglio di fare una corsa, perché l’acqua è più fredda dell’ambiente esterno e consente di mantenere una temperatura adeguata. Mentre la corsa, la bicicletta, il tennis eccetera fanno affaticare di più, con uno stress aggiuntivo maggiore con il caldo per l’organismo”.
Vanno bene pure le passeggiate veloci, ma non ovunque: “Fare una passeggiata o uno sforzo maggiore in montagna, dove le temperature sono più fresche, è un conto. Tutt’altra situazione, assai meno favorevole, invece, se lo sforzo sportivo viene fatto a livello del mare, con le temperature calde come in queste giornate, o dentro le città che hanno temperature ancora più alte ovviamente”.
Bambini: scarlattina ‘molto cattiva’
I pediatri mettono in guardia i genitori che mandano i bambini al campo scuola. “Stiamo registrando molti casi di streptococco, ma non c’è una differenza sostanziale rispetto agli anni passati. Vediamo invece una scarlattina molto ‘cattiva’”, sottolinea all’Adnkronos Salute Lamberto Reggiani.
L’esperto, coordinatore della diagnostica ambulatoriale della Fimp, la Federazione italiana medici pediatri, parla di “scarlattina molto cattiva”. Questa malattia esantematica contagiosa si scatena per colpa di uno steptococco, Beta emolitico di gruppo A. “Con un’incidenza alta soprattutto nei bambini. Diciamo che in questo periodo il 40-50% dei bambini colpiti ha come indicazione l’antibiotico quando normalmente siamo sul 20-30%”, precisa il medico.
Questa “scarlattina molto cattiva” di cui i bambini si possono ammalare, dice il dottore, “può dare in alcuni casi delle complicazioni che possono essere anche gravi, reumatismo articolare e ascessi delle tonsille. In teoria si guarirebbe dopo pochi giorni ma credo che oggi non valga la pena correre il rischio di complicazioni serie, calcolando che nella fascia 0-3 anni è difficile che il batterio possa dare grandi problemi mentre è tra i più grandi (3-14) che può essere più cattivo”.
Reggiani sottolinea anche come l’infezione da streptococco “non è clima-dipendente” quindi “qualche caso o piccoli focolai continueranno ad esserci anche in estate, visto che chiuse le scuole – che possono essere un ambiente dove il contagio corre veloce tra i bambini – ora partono i campi estivi dove, seppur all’aperto, c’è comunque la presenza di tanti piccoli insieme”. Quello che occorre fare a livello di medicina del territorio, “è intercettare subito i casi di streptococco suggerendo il tampone con il test antigenico rapido, una volta che ho stabilito la presenza del batterio si procede con la terapia”.
Dieta dell’estate
La dieta dell’estate è quella che vorremmo attuare tutti, adulti e anche piccini, per essere in forma, speciali, leggeri. Quali sono i cibi per mantenersi soprattutto idratati con il caldo in arrivo tra pochi giorni (c’è già chi lo vive quotidianamente al Sud dell’Italia…).
A Uno Mattina Estate Sabrina Donati Zeppa ha parlato della dieta dell’estate, dando anche un importante consiglio sul panino da portarsi dietro in spiaggia e sfamarsi senza prendere peso e non appesantirsi troppo.
La nutrizionista dell’Università di Urbino sulla dieta dell’estate ha chiarito: “In estate, visto che cambiano le temperature, bisognerebbe prediligere alimenti freschi, ricchi di micronutrienti legati al periodo che stiamo vivendo. Il caldo dell’estate fa sì che noi, come meccanismo di difesa, sudiamo perché dobbiamo abbassare la nostra temperatura corporea. Quindi, perdiamo acqua, sali minerali e vitamine. E allora la base è l’idratazione durante tutto il giorno: acqua a temperatura ambiente a piccoli sorsi, senza ‘abbuffarsi’”.
“Ci devono sempre essere frutta e verdura. In spiaggia, senza mai dimenticare frutta e verdura, dobbiamo portare pure una fonte di carboidrati: possono essere i cereali integrali come il farro, il riso integrale o la pasta sempre integrale. E, poi, una fonte proteica leggera perché dobbiamo digerire facilmente”, ha proseguito la Donati Zeppa.
“Bisogna anche fare attenzione alle porzioni ma solo perché se si vuole digerire bene e prima non devono essere troppo abbondanti”, si è raccomandata l’esperta. E sul ‘panino giusto’ al mare ha detto: “Nel caso di un panino, va benissimo una rosetta che può avere prosciutto crudo e mozzarella o pomodoro e tonno. Mettere sempre un vegetale dentro o a portata di mano”.
Come conservare i cibi in frigo
Dobbiamo stare attenti a come riponiamo le cose, sia in dispensa che nel frigo. Ecco perché, in occasione della Giornata mondiale della sicurezza alimentare, istituita da Oms, Fao e Codex Alimentarius, che si è celebrata lo scorso 7 giugno, sono stati anche sottolineati ancora una volta utilissimi consigli su come conservare i cibi in frigo. Perché è importante sapere cosa mangiamo ed evitare problemi.
Evitare contaminazione e sprechi è al primo posto, il nostro obiettivo primario per la salute e il benessere. Come conservare i cibi in frigo diventa importantissimo quindi.
Dopo la spesa gli alimenti vanno subito messi nel frigorifero o nel freezer. Questo è il primo consiglio su come conservare i cibi in frigo. In questo modo ne si preserva la freschezza, soprattutto in estate, e si evita la proliferazione dei batteri. La temperatura dell’elettrodomestico deve essere intorno ai 4-5°C.
Ricordare che la parte del frigorifero più bassa è quella con la temperatura più fredda, sopra il cassetto per la frutta e la verdura. Lì i gradi si aggirano tra i 2 ai 4. Le mensole più alte raggiungono, invece, i 10-15°C. Quelli intermedi vanno dai 4 agli 8 gradi.
Il ripiano in alto è destinato a uova, dolci, formaggi, yogurt.La parte centrale del frigo è adatta a salse, dolci a base di creme e panna, verdure cotte, sughi e in generale tutti i cibi che riportano la scritta “dopo l’apertura conservare in frigorifero”. Nella parte bassa del frigo vanno conservati carne e pesce. La carne ha tempi di conservazione diversi a seconda del taglio e della composizione: se macinata va consumata entro 24 ore, se è di pollo o tacchino entro 48 ore, e se si tratta di affettati o carne fresca in genere entro 3 giorni. Il pesce (eviscerato e lavato) deve essere consumato invece entro 24 ore.
Il cassetto in basso è per frutta e verdura. Nello sportello vanno inseriti i prodotti che necessitano solo di una leggera refrigerazione: bibite, burro, senape. Consumare i cibi entro la data di scadenza, verificarla al momento dell’acquisto. Non mettere gli alimenti caldi in frigo, far sì che si raffreddino prima a temperatura ambiente.
Saltare la colazione fa malissimo
Lo si è sempre detto. La Società Italiana di Diabetologia lo sottolinea ancora una volta: saltare la colazione fa malissimo. Soprattutto al diabete. Non solo, bisogna anche farla entro una certa ora.
Non tutti sanno che il claim ‘la colazione è il pasto più importante della giornata’ fu inventato e diffuso dai pubblicitari di una azienda che produceva fiocchi di avena. Ma il potere di uno slogan può essere pervasivo, tanto da diventare una regola. Mantra che non tiene conto delle recenti ricerche in campo nutrizionale che hanno accreditato nuovi modelli di crononutrizione come il digiuno intermittente.
In alcuni soggetti la somministrazione, il tipo, la composizione e l’orario dei pasti però fa parte della malattia. Nelle persone con diabete, ad esempio, saltare la colazione è controindicato. La crononutrizione ci dice che l’orario dei pasti ha un impatto sui ritmi circadiani che a loro volta regolano la secrezione di diversi ormoni, tra cui i livelli di insulina. Insomma, fa malissimo.
Lo scorso anno uno studio spagnolo pubblicato su Journal of Epidemiology aveva concluso che le persone sane che facevano colazione più tardi (dopo le 9 del mattino) avevano un maggior rischio di sviluppare diabete di tipo 2. Mentre in quelli che la consumavano prima delle 8 del mattino il rischio si riduceva del 59%. I ricercatori hanno valutato un campione piuttosto ampio, di circa 100 mila persone (il 79% donne) che rende i risultati più affidabili.
E se l’orario dei pasti ha la sua importanza anche saltarli completamente può avere conseguenze negative. Diverse ricerche hanno dimostrato che saltare la prima colazione fa impennare la glicemia dopo pranzo e diminuire la capacità dell’insulina di rispondere adeguatamente. Lo ‘skipping breakfast’ agisce come uno stress per l’organismo delle persone con diabete.
“Possiamo dire che un digiuno prolungato porta ad una ‘perdita di memoria’ delle cellule Beta del pancreas, come se avessero bisogno dello stimolo cibo-risposta attivato dalla colazione”. sottolinea il Professor Angelo Avogaro, Presidente SID. “Inoltre il digiuno mattutino aumenta il livello degli acidi grassi del sangue che interferiscono con l’efficacia dell’insulina ad abbassare i livelli di zuccheri nel sangue. La ‘crononutrizione’ ci dice che lo stesso nutriente esercita effetti metabolici differenti a seconda del momento della giornata in cui viene consumato. Meccanismo regolato da un ‘orologio centrale’ (master clock) localizzato nel cervello a livello del ‘nucleo sovra chiasmatico’, e attivato da segnali luminosi captati da alcuni recettori presenti nella retina”.
Oltre il diabete, numerosi studi, tra cui uno di Kant e Collaboratori, hanno dimostrato che su 35 mila persone la mortalità per tutte le cause differiva a seconda dell’orario della colazione. All’avanzare dell’orario aumentavano anche glicemia, trigliceridi e proteina C-reattiva. Quest’ultima si eleva quando la colazione viene saltata. Mentre la glicemia presenta valori più elevati solo negli uomini (si ipotizza che la presenza degli estrogeni abbia un effetto protettivo). Tenetelo bene a mente, quasi fosse idealmente stampato: saltare la colazione fa malissimo.
Fumo: è boom tra i giovani
Oggi è la Giornata Mondiale senza tabacco. Perché fumare fa male. Ma i dati sconvolgono: per quanto riguarda il fumo è boom tra i giovani.
Come riporta l’Ansa, in Italia, la maggioranza degli adulti tra i 18 e i 69 anni non fuma (59%) o ha smesso di fumare (17%), ma un italiano su quattro è ancora un fumatore (24%). E questa percentuale cresce tra i giovani. Il 30,2% usa almeno un prodotto tra sigaretta tradizionale, tabacco riscaldato o sigaretta elettronica. Sempre in questa fascia di età raddoppia il policonsumo, ovvero l’utilizzo contemporaneo di diversi prodotti, che si attesta al 62,4%, rispetto a un precedente 38,7%. E’ la fotografia che emerge da due diverse indagini dell’Istituto superiore di sanità (Iss).
Le ricerche registrano anche un calo netto del numero dei centri antifumo. “Negli ultimi 15 anni la percentuale di fumatori si è ridotta, ma troppo lentamente. Erano il 30% nel 2008, adesso si attestano al 24% – evidenzia il presidente dell’Iss Rocco Bellantone –. Questo processo va accelerato puntando sulla prevenzione, che deve partire dalle scuole. Sono infatti proprio le scuole uno dei luoghi principali in cui costruire una socialità tra i bambini e ragazzi che punti a promuovere stili di vita sani, come l’abitudine a non fumare”.
E’ boom tra i giovani, anzi, giovanissimi. Le notizie sul fumo riguardanti loro preoccupano. Un’indagine Iss ha preso in esame gli studenti nell’anno 2023-2024 su un campione di 6012 ragazzi. Circa uno studente su tre tra i 14 e i 17 anni (30,2%) ha fatto uso di un prodotto a base di tabacco o nicotina negli ultimi 30 giorni, tra sigarette tradizionali, elettroniche e tabacco riscaldato. Tra le ragazze il consumo è leggermente maggiore. Quasi raddoppia rispetto al 2022 in questa fascia d’età il policonsumo, cioè l’utilizzo contemporaneo di questi prodotti, che si attesta al 62,4%, rispetto a un precedente 38,7%.
L’età del primo contatto con la nicotina si attesta tra i 13 e i 14 anni. Inoltre, non appaiono esservi stretti controlli sull’età al momento dell’acquisto, tanto che la maggior parte dei ragazzi intervistati afferma di aver acquistato personalmente i prodotti al bar o dal tabaccaio. In circa un caso su tre i genitori sono a conoscenza del fatto che i ragazzi utilizzano un prodotto a base di tabacco o nicotina. E sembrano tollerare maggiormente l’utilizzo dei nuovi prodotti rispetto alla sigaretta tradizionale.
Ma i rischi non sono da sottovalutare. Non a caso, afferma Simona Pichini che dirige il Centro Nazionale Dipendenze e Doping Iss, “l’Oms ha scelto come slogan per la giornata di quest’anno ‘Proteggere i bambini dalle interferenze dell’industria del tabacco’. Non bisogna dimenticare che la nicotina è una sostanza che dà dipendenza, e che ci sono evidenze degli effetti negativi per la salute anche dall’uso di questo tipo di dispositivi”. Il fumo fa boom tra i giovani: è necessario intervenire.
“L’uso composito – spiega Giovanni Capelli, direttore del Centro Prevenzione delle malattie e Promozione della Salute Iss (CNAPPS) – è una sfida per la salute pubblica perché non si può escludere che la combinazione di sigarette tradizionali e dispositivi elettronici, con e senza nicotina, si traduca in aumento del rischio per la salute”.