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Neonati prematuri

Nov 16
Scritto da Annamaria avatar

Curarli, assisterli, garantire loro il benessere fisico e psicologico come a tutti i membri della famiglia. E’ importantissimo quando si parla di bambini nati prematuri.

PREMATURE NEONATALOGIE

Sono circa 25.000 i neonati prematuri che ogni anno vengono alla luce nel nostro Paese. Piccoli e fragilissimi, a volte con un peso inferiore ai 1500g, si affacciano alla vita ed iniziano la loro sfida tra le quattro mura della Terapia Intensiva Neonatale (TIN). Un percorso duro, a volte molto lungo, che i piccoli dovranno affrontare fuori dal grembo della mamma, ma con la fondamentale vicinanza dei genitori.

Il 17 novembre si celebra, la Giornata Mondiale della Prematurità, giunta alla 15ª edizione, un appuntamento fisso e divenuto negli anni irrinunciabile, per gli operatori sanitari, i genitori, i pazienti e per l’intera comunità. Il claim di quest’anno recita “Gesti semplici GRANDI RISULTATI: contatto immediato pelle a pelle per ogni neonato ovunque” . Tutti, infatti, possono fare qualcosa per migliorare la qualità di vita di questi bambini.

“Purtroppo, in alcuni casi, e mi riferisco a quello che sta succedendo nel conflitto Israele-Palestina, i gesti per tutelare i nostri neonati sono tutt’altro che semplici”, afferma il Presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN) Luigi Orfeo. “Sto pensando alle ultime notizie che abbiamo letto, che ci riferiscono la morte di sei neonati prematuri all’Ospedale di Al Shifa e l’impossibilità per le Terapie Intensive Neonatali (TIN) di funzionare a causa della mancanza di elettricità. Tutte le guerre sono terrificanti. Ma non si dovrebbe mai arrivare al punto di coinvolgere i civili e soprattutto di colpire bambini e neonati”.

Da sempre la SIN e il Coordinamento delle Associazioni dei Genitori Vivere ETS collaborano per migliorare la qualità delle cure per i neonati prematuri e per tutti quei bambini ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale. Innanzitutto, battendosi per l’apertura delle TIN h24 e per dare la possibilità ai genitori di essere realmente parte integrante delle cure, stando a contatto con i loro piccoli sin da subito e per tutto il tempo che si vuole.

L’intera comunità può e deve essere coinvolta, gesti piccoli e semplici sono alla portata di tutti, degli operatori e dei genitori, ma anche degli amministratori e dei decisori. Fondamentale è coinvolgere anche le amministrazioni degli ospedali e le direzioni sanitarie, affinché sia abbattuta la prima e più alta barriera tra un neonato prematuro e la sua famiglia: la porta della TIN. Dovrebbe essere aperta h 24, cosa che invece, purtroppo, non avviene ancora in tutti i reparti del nostro Paese.

La Family Centered Care (FCC), la presenza costante dei genitori in TIN ed il loro coinvolgimento nelle attività di assistenza e cura e nei processi decisionali, è diventata nel tempo sempre più importante. E per questo motivo ad essa devono associarsi precisi programmi che permettano una vera integrazione dei genitori nel processo di cura dei loro bambini. 


“Evidenze scientifiche dimostrano come facilitare l’intervento di mamma e papà contribuisca alla riduzione dello stress e dell’ansia nei genitori e al miglioramento di diversi outcome per il bambino”, continua Orfeo. “Tra questi la riduzione della retinopatia della prematurità e della durata della degenza, l’aumento della velocità di crescita, l’aumento dell’allattamento al seno e migliori punteggi nelle scale che valutano lo sviluppo neurocomportamentale”.

Centrare l’assistenza sulla famiglia significa anche agevolare la pratica della Kangaroo Care, il contatto diretto, pelle a pelle, tra i genitori ed il neonato prematuro, che consente lo sviluppo delle fisiologiche connessioni neurali, riducendo al minimo la probabilità di sviluppare problemi di neurosviluppo nel neonato. 

Una evoluzione qualitativa della FCC è la Family Integrated Care (FICare) che sostiene la piena integrazione delle famiglie nella cura dei loro bambini in TIN, attraverso un quadro completo di interventi con 4 pilastri principali. L’ambiente, progettato o adattato per sostenere la partecipazione attiva h24. L’educazione ed il supporto dell’equipe della TIN, in particolare nell’opera di coinvolgimento e sostegno dei genitori ad essere caregiver primari per il loro bambino. L’educazione/supporto psicologico dei genitori, attraverso percorsi di sostegno strutturati anche tra pari, con la presenza di genitori senior opportunamente formati. La partecipazione attiva dei genitori a tutte le attività di reparto.

L’ambiente ha un ruolo cruciale per il prematuro. Ma anche per quello a termine, allorché la privazione improvvisa della presenza materna può avere conseguenze molto importanti per il neonato, costretto in un nuovo ambiente, che comprende esperienze di manipolazione procedurale stressanti, frequenti esperienze dolorose, movimenti, odori, rumori, luci e interruzione del sonno.

La protezione dell’ambiente sensoriale ed il coinvolgimento precoce dei genitori rappresentano, quindi, i punti chiave per migliorare gli outcome in TIN. Lo mostra un recente lavoro che riporta i risultati di un progetto di miglioramento volto a ridurre del 50%, in 3 anni, l’incidenza della emorragia ventricolare di grado elevato (sIVH) in neonati di peso inferiore a 1000 grammi (ELBW). L’implementazione delle cosiddette “Bedside Practices for Optimal Neurodevelopmental Care”, che comprendono gli interventi suddetti, oltre all’uso corretto degli steroidi, alla profilassi con indometacina e alla NIV precoce, sono associate ad una riduzione duratura dell’incidenza di sIVH e della mortalità nei neonati ELBW.

“Ancora oggi, nonostante le numerose evidenze scientifiche, nella maggior parte delle TIN italiane, manca una visione del ruolo essenziale delle famiglie come parte integrante dell’esperienza assistenziale”, spiega il Presidente dei neonatologi. “Riteniamo che il ruolo della SIN, in stretta collaborazione con le associazioni dei genitori, sia fondamentale per proporre percorsi formativi e supporti organizzativi per l’implementazione delle cure centrate sulla famiglia e per il conseguente miglioramento qualitativo dei nostri reparti. Un piccolo gesto che può sicuramente portare grandi risultati”.


Ed è proprio in quest’ottica che la SIN, con il suo Gruppo di Studio Care Neonatale, ha recentemente pubblicato le indicazioni per la promozione della Kangaroo Care e redatto un documento che aiuti a sviluppare un percorso di accompagnamento dei genitori alla dimissione e dopo la dimissione. Un percorso che, come recita il titolo stesso, “inizia dal giorno del ricovero”. Fondamentali in questo senso gli Standard Assistenziali Europei per la Salute del Neonato (ESCNH), pubblicati da EFCNI nel 2018 e successivamente tradotti in italiano. La SIN sta lavorando con Vivere ETS per sviluppare un modello di valutazione dei reparti di Neonatologia e TIN proprio a partire dagli Standard. Questo lavoro potrà consentire l’implementazione dei singoli reparti, affinché migliori la qualità di cura, considerando sempre di più i genitori risorsa fondamentale ed indispensabile.

Tra le iniziative della SIN per la GMP 2023, una breve guida, ideata per i genitori, insieme ai genitori. Realizzata per supportare le famiglie all’interno delle Terapie Intensive Neonatali, le aiuterà a contenere il dolore dei neonati con interventi non farmacologici.

Un premio speciale per le TIN e per i bambini, prematuri e non. Due contest volti a coinvolgere gli operatori dei reparti e l’intera comunità sul tema della prematurità

Ospedali, piazze, monumenti, social network e siti web: l’Italia si veste di viola per i neonati prematuri! Grazie alla collaborazione di Comuni, associazioni e operatori sanitari, accendiamo una luce sulla prematurità.

Riorganizzare i punti nascita

Ott 04
Scritto da Annamaria avatar

Per una maggiore sicurezza dei neonati in Italia è necessario riorganizzare i punti nascita. Lo sottolinea il Presidente della Società Italiana di Neonatologia, Dott. Luigi Orfeo nel corso del XXIX Congresso Nazionale SIN a Napoli. “Sono 395, secondo l’ultimo rapporto CeDAP (dati 2022), i Punti Nascita nel nostro Paese, di cui ben 96 con meno di 500 nati/anno, con circa 29.000 nascite. E soltanto 137 con oltre 1.000 nati/anno, con circa 240.000 parti. Troppi, e molti troppo piccoli – precisa – Fortunatamente le donne fanno oggi scelte più consapevoli, optando per ospedali che garantiscono sicurezza e qualità. Oltre il 62% dei parti avviene nei Punti Nascita con oltre 1.000 nati/anno”.

Per mettere i “pazienti al centro” e ancora meglio i “neonati al centro”, con un’assistenza sanitaria che preveda cure sempre più individualizzate e sicure, non si può prescindere dalla complementarità ed inscindibilità degli aspetti tecnico professionali e di quelli organizzativi. Riorganizzare i punti nascita diventa così prioritario. Gli aspetti organizzativi rappresentano il punto di partenza, affinché il bagaglio di conoscenze tecniche oggi disponibile riesca realmente a modificare il destino delle malattie dei neonati. Paziente (livello di bisogni espressi), momento dell’intervento (tempestività), cure (appropriatezza) devono essere assolutamente allineati e coerenti tra loro. 

In questa programmazione sono fondamentali i volumi di attività ed il numero dei Punti Nascita. Il primo aspetto esprime il fortissimo collegamento tra capacità assistenziale ed esperienza dei professionisti. Il secondo è una derivata del primo elemento, subordinato, che deve essere declinato in relazione a due variabili: densità della popolazione e distanze-tempo.  Un buon sistema sanitario deve tendere al virtuoso bilanciamento tra skills/distanza-tempo, offrendo un sistema a rete con diversi livelli di assistenza: dalla fisiologia (Punti Nascita con i Consultori), ai maggiori livelli di intensità di cura (Terapie Intensive Neonatali), passando per livelli intermedi come le Neonatologie.

La letteratura definisce in modo abbastanza univoco che il volume di attività ottimale dei Punti Nascita. Dovrebbe essere di almeno 1.000 nati/anno. Un volume inferiore a 500 nati/anno rappresenta un rischio per la diade madre-neonato. Per le Terapie Intensive Neonatali si considera che almeno 50 neonati di peso molto basso alla nascita siano un proxy indicativo di raggiungimento di livelli di esperienza sufficienti. Nelle situazioni di più bassa densità abitativa possono essere ammessi Centri di TIN con volumi inferiori. Mai, comunque, meno di 25 neonati/anno di peso molto basso alla nascita. Per questo è opportuno riorganizzare i punti nascita.

“Oggi in Italia ci sono circa 120 TIN, molte troppo piccole, molte con basso tasso di utilizzo. Complessivamente un eccesso di almeno il 20% delle TIN, se ci rapportiamo al numero dei nati che, come oramai tutti sappiamo, continua a ridursi drasticamente di anno in anno. Abbiamo chiuso il 2022 con 393.997 nati, per la prima volta dall’unità d’Italia sotto la soglia dei 400.000 (CeDAP 2022). Le proiezioni per il 2023 non sono incoraggianti – continua il Presidente Orfeo –. Se a questo aggiungiamo la carenza drammatica di pediatri, neonatologi ed infermieri, ci rendiamo conto ancora di più di quanto sia di prioritaria urgenza una riorganizzazione della rete dei punti nascita nel nostro Paese”.

Altro aspetto che deve essere considerato è la distribuzione sul territorio dei diversi livelli dei punti di offerta. Alcune aree sono molto ricche, altre zone carenti. La valutazione della rete per l’area materno-infantile attraverso unicamente il numero degli abitanti dei bacini di utenza, senza uno studio georeferenziato dei territori nelle loro relazioni con i punti di offerta, presenta un’immagine assolutamente distorta. Senza far percepire un eccessivo e inefficiente consumo di risorse in alcune aree e la povertà con rischio di inefficacia in altre. Inefficienza ed inefficacia sono due elementi che mettono a serio rischio qualsiasi Sistema Sanitario, minandone sostenibilità e sicurezza.

Neonatologi ed Istituzioni devono agire in stretta collaborazione. I primi per definire i modelli organizzativi specifici, al fine di ottimizzare le risorse e ottenere il massimo dell’efficacia, anche rendendo disponibili importanti documenti come gli Standard Organizzativi per l’Assistenza Perinatale della SIN. Le seconde per dettare le regole organizzative generali e del controllo della loro applicazione. Solo seguendo questa strada sarà possibile definire una riorganizzazione dei punti nascita che risponda a criteri di qualità e sicurezza.

Allattamento al seno: padri coprotagonisti

Set 29
Scritto da Annamaria avatar

I padri sono coprotagonisti nella basilare pratica dell’allattamento al seno. Lo sottolinea a gran voce la SIN.

Non solo mamma e neonato: sempre più spesso alla diade, protagonista dell’importante pratica dell’allattamento al seno, va ad aggiungersi anche la figura paterna. Svolge un ruolo significativo nel suo avvio e mantenimento. In occasione della Settimana Mondiale per l’Allattamento Materno (SAM), che si celebra in Italia dall’1 al 7 ottobre, la Società Italiana di Neonatologia (SIN), ribadisce proprio l’importanza dei padri come coprotagonisti” all’interno della triade madre-padre-neonato.

allattamento al seno padri coprotagonisti

“La neofamiglia nella sua interezza rappresenta una vera e propria squadra a tutela della naturale pratica dell’allattamento”, afferma il Dott. Luigi Orfeo, Presidente della SIN. “Il papà, figura spesso considerata di secondo piano per l’allattamento, ha, invece, un ruolo fondamentale. Sia in gravidanza, che alla nascita e nel post-partum, nel garantire il benessere di mamma e neonato”, aggiunge.

Il ruolo paterno in questa delicata fase di adattamento familiare si concretizza nel sostegno pratico ed emotivo, nella rassicurazione e nel contenimento di dubbi e preoccupazioni, in modo da rafforzare la motivazione e la fiducia della madre ad allattare. Inoltre, il papà funge da importante “filtro” dalle interferenze negative provenienti dal mondo esterno alla triade, proteggendola. In più, la presenza del padre, sia nella nascita a termine, fisiologica, sia durante un possibile ricovero in Terapia Intensiva Neonatale (TIN), agevola la costruzione dei legami familiari. Lo fa anche attraverso il contatto pelle-a-pelle e le prime azioni di cura primaria, dimostrando alla madre il coinvolgimento paterno nell’ambito di un progetto genitoriale concretamente comune e facilitando il benessere psico-fisico materno. 

Il latte materno rappresenta l’alimento di prima scelta per il neonato per crescere e svilupparsi in salute a breve ed a lungo termine. Infatti, il latte di mamma non solo ha peculiari caratteristiche nutrizionali, ma anche una ricchezza in fattori bioattivi. Questa permette una continua e intima comunicazione anche bioumorale tra madre e figlio.

Le sostanze bioattive presenti all’interno del latte materno rivestono particolare importanza nel corretto funzionamento del sistema immunitario di mamma e neonato fin dai primi giorni di vita.

Tra i componenti bioattivi del latte materno su cui la ricerca scientifica si è concentrata negli ultimi anni ci sono le cellule staminali e gli ormoni. Sono in grado di intervenire nel programming di diversi outcome di salute come, ad esempio, nella promozione dello sviluppo di un corretto ritmo circadiano, le cui alterazioni si associano ad un aumentato rischio a distanza di una serie di problematiche, quali deficit immunitari, metabolici, cardiovascolari, gastrointestinali.

Durante la vita intrauterina, infatti, il feto riceve riferimenti temporali tramite i ritmi circadiani, fisiologici, metabolici e comportamentali della madre. Alla nascita, questa variabilità viene bruscamente interrotta. Ma la natura ci offre uno strumento quale il latte materno per comunicare al neonato le informazioni sull’alternarsi del giorno e della notte.

Il latte materno è un sistema biologico estremamente complesso e dinamico. La sua composizione non varia soltanto di giorno in giorno, ma anche nell’arco di una stessa giornata in base a fattori materni, neonatali e fisiologici. Le concentrazioni degli ormoni nel latte materno riflettono quelle del plasma della mamma, seguendo il ritmo circadiano. Questa variabilità riflette il principio della crononutrizione, secondo cui bisognerebbe adeguare la nutrizione in base all’orologio biologico dell’individuo. Qiesto affinché si consumi l’alimento ottimale per quel particolare momento della giornata. Gli ormoni, una volta assorbiti a livello intestinale, raggiungono il neonato dove estrinsecano la loro funzione. Il latte secreto nelle prime ore della mattina è ricco di cortisolo e aminoacidi “activity-promoting”, che stimolano uno stato di veglia nel neonato. Il latte delle ore notturne, invece, presenta alte concentrazioni di melatonina e triptofano che promuovono il sonno. 

Per tutti questi documentati benefici sulla salute di madre e neonato, l’allattamento è sostenuto da tutte le Società scientifiche dell’area perinatale. E raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dall’Unione Europea e dal Ministero della Salute. L’allattamento è raccomandato come esclusivo per i primi sei mesi di vita. Va mantenuto anche durante l’introduzione di cibi semisolidi e solidi. In base alle esigenze e alla volontà di madre e bambino, pure fino ai 2 anni di vista ed oltre.

Oggi, in Italia, poco meno della metà, il 46,7% dei bambini di 2-3 mesi di vita, viene allattato in maniera esclusiva.

“Sostenere, tutelare e promuovere l’allattamento materno per tutti i benefici che comport. Non solo a madre e neonato, ma a tutto il nucleo familiare e all’intera società. E’ un dovere da parte della comunità scientifica e di tutto il personale sanitario che opera negli ospedali e sul territorio, da nord a sud del Paese”, continua il Dott. Orfeo. “Ognuno di noi può e deve fare la sua parte. Per appianare le differenze regionali, informando ed educando, dove necessario, le famiglie a tutela di questo vero e proprio voucher di salute per il neonato e la sua famiglia”. Nell’allattamento al seno i padri sono coprotagonisti: tenetelo bene a mente.

Bambini: Giornata Nazionale del Sollievo

Mag 26
Scritto da Annamaria avatar

I nostri bambini devono essere sempre protetti, anche da cure mediche troppo invasive. Il 28 maggio 2023 si celebra la Giornata Nazionale del Sollievo, istituita nel 2001 per “testimoniare, attraverso idonea informazione e tramite iniziative di sensibilizzazione e solidarietà, la cultura del sollievo dalla sofferenza fisica e morale di tutti coloro che stanno ultimando il loro percorso vitale, non potendo giovarsi di cure destinate alla guarigione”. 

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Il 28 maggio si celebra la Giornata del Sollievo: i nostri bambini sono importanti

La Giornata del Sollievo è importante. Negli anni si è affermata nel pubblico, nei professionisti della salute e negli organismi legislativi la consapevolezza che, anche quando la guarigione non è raggiungibile, è comunque necessario assicurare al paziente la migliore qualità di vita possibile combattendo ogni fonte di sofferenza: un principio che costituisce la base delle Cure Palliative. La Legge N° 38 del 15/3/2010 ha, poi, sancito il diritto di ogni cittadino, dal neonato all’anziano, di accedere a questa modalità di cure, affermando che “le cure palliative e la terapia del dolore sono obiettivi prioritari del Piano Sanitario Nazionale” e per questo sono state rapidamente inserite nei Livelli Essenziali di Assistenza.  

La maggior parte delle Regioni Italiane hanno provveduto ad istituire una rete di Cure Palliative Pediatriche (CPP), con relativo Hospice pediatrico dedicato, e le restanti regioni si stanno progressivamente mettendo in regola. I progressi tecnico-scientifici e le indagini epidemiologiche hanno, inoltre, evidenziato che i bambini candidabili alle CPP sono in costante aumento perché affetti da gravi malattie congenite che, anche grazie all’ampia diffusione in Italia di eccellenti reparti di Terapia Intensiva Neonatale (TIN), non muoiono poco dopo la nascita, ma possono sopravvivere a lungo (settimane, mesi ma anche anni), pur necessitando di CPP per tutto l’arco della loro vita. 

L’orizzonte per l’offerta d’interventi mirati a lenire la sofferenza e a migliorare la qualità di vita di questi bambini e dei loro genitori si è notevolmente allargato a ben prima della nascita. Le ricerche prenatali hanno rivelato la presenza di patologie fetali incurabili, con durata di vita limitata e morte inevitabile, o potenzialmente curabili, ma che minacciano la sopravvivenza a breve termine. In questo contesto, si inseriscono le Cure Palliative Perinatali (CPpn), riconosciute da diverse società scientifiche come un’opzione assistenziale per le famiglie, in alternativa alla interruzione della gravidanza e ai trattamenti intensivi per il neonato. 

L’obiettivo delle CPpn è la presa in carico globale del nucleo familiare, offrendo un sostegno e una guida per affrontare insieme il percorso del bambino, che eviti trattamenti intensivi futili e/o sproporzionati e consenta un eventuale accompagnamento alla morte privo di dolore e rispettoso della sua dignità (Comfort Care).

Ogni scelta ed ogni decisione deve essere ispirata dal principio del best interest, cioè il migliore interesse del bambino. Se i genitori decidono per tale percorso, si mobilita l’équipe multidisciplinare di CPpn che comprende uno Specialista di Medicina Materno Fetale, un Neonatologo con formazione in ambito di Cure Palliative Pediatriche, un’ostetrica e uno psicologo, affiancati da altri professionisti esperti della patologia da cui il feto è affetto (genetista, cardiologo, chirurgo, ecc.). Dopo aver illustrato ai genitori le modalità e gli obiettivi delle CPpn, ha inizio un percorso articolato mirato. Questo percorso serve a raggiungere consapevolezza e condivisione sulle azioni da intraprendere durante la gravidanza, il parto, nell’immediato post-partum e l’eventuale degenza in TIN.

Le CPpn sono ormai diffuse in tutto il mondo occidentale. Attualmente in Italia sono ancora limitate a pochi Centri collocati per lo più nelle regioni centro-settentrionali. La Società Italiana di Neonatologia (SIN) è attualmente impegnata per creare una o più strutture (Centri Hub) di Cure Palliative Perinatali in ogni regione del nostro Paese. E garantire così le giuste cure a tutti i neonati.

A tale scopo, ha istituito un Gruppo di Studio (GdS) ad hoc (GdS-CPpn), che sta portando avanti un incisivo e diffuso Piano Formativo rivolto non solo ai Pediatri-Neonatologi o ai Pediatri-Palliativisti. Anche a professionisti di altre discipline (ginecologi, ostetriche, infermieri, psicologi, esperti di bioetica e biodiritto). Questo per la creazione di una rete di professionisti competenti e specializzati. Il compito primario di medici e infermieri nelle CPpn non è soltanto il curare (la ‘cure’) o il guarire. E’ soprattutto il prendersi cura (la ‘care’) del bambino e della sua famiglia. Tutto per migliorare la loro qualità di vita ed evitare trattamenti futili o sproporzionati. La Giornata del Sollievo celebra anche questo: i bambini sono sempre preziosi e vanno tutelati.

Collasso neonatale: come ridurre rischio

Mag 03
Scritto da Annamaria avatar

Il collasso neonatale (Sudden Unexpected Postnatal Collapse – SUPC) è un evento improvviso e inaspettato, molto raro (circa 1 neonato ogni 10.000 nati), che può avere conseguenze drammatiche, da gravi disabilità neurologiche nella maggior parte dei neonati sopravvissuti, fino alla morte (25%-50% dei casi).  Come ridurre il rischio che accada?

Il collasso neonatale si può verificare nella prima settimana di vita (in particolare nelle prime due ore di vita) in neonati apparentemente sani, nati a termine o quasi a termine di gravidanza (età gestazionale >35 settimane), senza sofferenza alla nascita (punteggio di Apgar ≥8 a 5 minuti di vita), valutati idonei per le cure neonatali standard. Si tratta di un’improvvisa compromissione cardiocircolatoria e respiratoria, che richiede manovre di rianimazione e può esitare in cure intensive neonatali e, come detto precedentemente, encefalopatia o morte. E’ fondamentale sapere come ridurre il rischio. (altro…)

Difetti congeniti: prevenzione

Mar 04
Scritto da Annamaria avatar

E’ importante la prevenzione quando si parla di difetti congeniti nei neonati. Lo sottolinea la Società Italiana di Neonatologia.

Ieri, 3 marzo si è celebrata la Giornata Mondiale dei Difetti Congeniti, lanciata per la prima volta nel 2015 e da evento annuale è diventato un vero e proprio movimento a cui hanno aderito moltissime organizzazioni che lavorano nel campo. Il movimento della Giornata Mondiale dei Difetti Congeniti si pone come obiettivo quello di aumentare la conoscenza di questa realtà, di promuovere le strategie di prevenzione, di migliorare la cura dei bambini e delle loro famiglie e di sostenere la ricerca scientifica in questo ambito. (altro…)

Task Force per salute neonati prematuri

Giu 21
Scritto da Annamaria avatar

Una squadra di esperti per meglio garantire la salute dei neonati prematuri, una Task Force,  l’ha istituita la SIN, Società Italiana di Neonatologia. Tutto per cercare di assistere al meglio ogni fase dell’inizio vita del bambini e curare contemporaneamente il benessere dei genitori.

Viola è una bimba nata dopo soli 6 mesi di gravidanza. Ha lasciato troppo presto, e all’improvviso, l’ambiente caldo e protettivo dell’utero. Non è pronta per l’ambiente esterno, ma ha coraggio e forza da vendere. A maggio 2022, la Società Italiana di Neonatologia (SIN) ha istituito una Task Force per tutelare  la salute dei neonati prematuri, dedicata a garantire la massima possibilità di sopravvivenza e qualità di vita ai bambini come Viola, attraverso la diffusione ed applicazione degli Standard Assistenziali Europei per la Salute del Neonato, una raccolta di raccomandazioni sulle migliori modalità assistenziali per i neonati e le loro famiglie, valutate alla luce delle più avanzate evidenze scientifiche.  (altro…)

Pancione: acido folico previene al 70% Spina Bifida

Ott 26
Scritto da Annamaria avatar

Col pancione ci sono tante accortezze da prendere per vivere una gravidanza serena, l’assunzione di acido folico è fondamentale: previene al 70% la Spina Bifida.

“L’assunzione di acido folico è in grado di prevenire al 70% la Spina Bifida e gli altri difetti del tubo neurale. Attraverso la fortificazione obbligatoria di alcuni cibi, tra i quali le farine alimentari, come recentemente deciso dalle autorità sanitarie britanniche, si potrebbe garantire una corretta assunzione di acido folico durante tutta la vita, quindi anche nel periodo pre-concezionale della donna”, ha affermato il dott. Luigi Orfeo, Presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN), in occasione della Giornata Mondiale della Spina Bifida ed Idrocefalo,  il 25 ottobre. (altro…)