La salute dei bambini
In occasione della Giornata Mondiale del Bambino e dell’Adolescente, che si celebra oggi, 20 novembre, gli esperti della Società Italiana Pediatria fanno il punto riguardante la salute dei bambini. Non c’è da gioire. A essere messo a rischio è il benessere psico-fisico dei piccoli.
Su la salute dei bambini ci sono anche buone notizie: in Italia il tasso di mortalità è tra i più bassi al mondo, grazie all’alto standard delle cure pediatriche. Ma ci sono criticità evidenti che sono dovute anche agli ultimi anni in cui a farla da padrone è stata la pandemia che abbiamo tutti vissuto.
“Vediamo una crescita dei disturbi d’ansia e depressione, soprattutto a partire dalla pandemia. Secondo la letteratura internazionale, 1 adolescente su 4 oggi mostra sintomi di depressione, e 1 su 5 soffre di disturbi d’ansia, una condizione che porta con sé rischi e vulnerabilità che richiedono attenzione. Le recenti cronache ci ricordano quanto questo disagio sia ormai diffuso: dagli episodi di isolamento volontario (hikikomori), che riguardano oltre 60.000 adolescenti italiani, ai tragici fatti di violenza giovanile legati a dinamiche di esclusione sociale e mancanza di supporto familiare. Non meno allarmante è l’aumento dell’uso di alcol tra i minorenni, facilitato dalla reperibilità di bevande a basso costo”, spiega Annamaria Staiano, Presidente SIP.
A mettere a rischio la salute dei bambini ci pensa anche la povertà: i dati sono sotto gli occhi di tutti, oltre 1 milione e 295 mila di minori in Italia sono in condizioni di povertà assoluta. Questa condizione riguarda il 15,5% dei minori al Sud e il 35% dei nuclei familiari stranieri. “La povertà aumenta la vulnerabilità dei bambini a malattie, problemi di sviluppo e disturbi psicologici, con effetti che spesso persistono nell’età adulta”, sottolinea Mario De Curtis, Presidente del Comitato per la Bioetica della SIP.
La disuguaglianza tra Nord e Sud deve azzerarsi, anche se non è facile. “La carenza di fondi e di personale, unita a un sistema organizzativo non sempre adeguato alle esigenze attuali, impedisce al SSN di garantire un accesso equo e tempestivo a tutti. Le disuguaglianze sanitarie rischiano di aggravarsi ulteriormente con la legge sull’autonomia differenziata, penalizzando soprattutto il Mezzogiorno, le aree interne e le famiglie in difficoltà economica”, afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE.
Sindrome da rientro: consigli
La sindrome da rientro non colpisce solo i bambini, ma pure noi adulti. Non neghiamolo! La fine delle vacanze porta sempre un grande scombussolamento in tutti. La Società Italiana di Pediatria regala, come ogni anno, i suoi consigli per far sì che si riesca ad aiutare i piccoli di casa (e, perché no, pure le mamme e i papà).
I sintomi della sindrome da rientro sono chiari: insofferenza, insonnia, iperattività, inappetenza, scontentezza e pianto, il più delle volte senza una ragione ben precisa. I consigli ci danno una mano. Il primo? “La gradualità”, dice Rino Agostiniani, Vicepresidente Società Italiana di Pediatria al Corriere della Sera. “I bambini devono passare dalla vacanza alla vita di tutti i giorni in maniera graduale. In modo da avere il giusto tempo per riabituarsi al ritmo e apprezzare i lati positivi della ripresa delle attività abituali. Il tempo libero va progressivamente ridotto, introducendo in parte attività impegnate, ma conservando alcune buone abitudini delle vacanze. Poca tv, computer e smartphone, ore libere dedicate ad attività da fare insieme all’aria aperta”, spiega.
“Una passeggiata, un po’ di attività fisica, dei giochi con gli amici, aiutano ad accettare la fine delle vacanze, oltre che a mantenere uno stile di vita sano, utile tutto l’anno. Se poi mamma e papà una volta rientrati a casa hanno già ripreso il lavoro, è importante che continuino a fare qualcosa con i propri figli. Una passeggiata, un gioco da tavolo, la lettura di un libro insieme…. Non sarà lo stesso tempo che hanno potuto riservare loro quando erano in vacanza, ma merita ricordare che è più importante il come del quanto”, prosegue l’esperto.
Tra i consigli per sconfiggere la sindrome da rientro ce nè un altro importante: la ripresa immediata dei rapporti con gli amici abituali. E questo, lo dico, è quanto faccio anche io, ormai grandicella. “Incontrarsi con gli amici, condividere le esperienze delle vacanze, riprendere a giocare insieme, renderà più facile il passaggio dalla spensieratezza e libertà della vacanza alla routine della quotidianità”, spiega Agostiniani.
“Attenzione, infine, all’ alimentazione e ai ritmi del sonno. – avverte il pediatra – Al rientro è importante riorganizzare il regime alimentare secondo un ritmo che tenga conto degli imminenti nuovi orari e impegni scolastici. Sarebbe bene riuscire a mantenere le buone abitudini per la prima colazione tipiche della vacanza. Genitori e figli insieme, a tavola, con calma. Purtroppo, invece, durante il resto dell’anno, per fretta e mancanza di tempo, la colazione viene spesso saltata o ridotta al minimo”.
“Anche tornare a ritmi del sonno adeguati alla ripresa della scuola può risultare difficile. In questo caso il consiglio torna ad essere la gradualità: se in vacanza i bambini hanno preso l’abitudine, come solitamente accade, di andare a letto tardi, occorre anticipare un po’ ogni sera l’ora dell’addormentamento”, conclude il medico.
Linee guida per viaggiare sicuri con bambini
Dato che tra pochissimo in molti partiranno con la propria famiglia, è bene ricordare le linee guida per viaggiare sicuri con i bambini al seguito, quelle della SIP, Società Italiana di pediatria, e della SITIP, Società Italiana di Infettologia Pediatrica.
Le linee guida per viaggiare sicuri con i bambini sono assai utili sia se si rimane in Italia che se si dovesse scegliere una meta fuori dal Bel Paese. Così da non far andare in ansia le mamme e i papà.
Linee Guida per viaggiare sicuri con bambini.
1. Cosa fare prima di un viaggio.
Un viaggio deve essere organizzato con largo anticipo. Raccomandiamo un incontro con il proprio pediatra di famiglia almeno 4-6 settimane prima della partenza, per valutare la storia clinica del bambino, il suo stato di immunizzazione, la necessità di somministrare vaccini o intraprendere profilassi antibiotica specifica. Per raccogliere informazioni dettagliate sul viaggio e identificare eventuali controindicazioni.
Raccomandiamo di rivolgersi ai Centri specializzati in Medicina dei Viaggi della propria regione in caso di viaggi molto avventurosi o di lunga durata, di viaggiatori con patologie croniche, immunocompromessi, neonati e donne in stato di gravidanza.
Le vaccinazioni prima di partire
E’ fondamentale che i genitori siano informati sui rischi e patologie più comuni che possono essere contratte in quel determinato Paese. Il bambino che viaggia dovrebbe aver eseguito le vaccinazioni di routine secondo il piano vaccinale del proprio Paese. Talvolta può essere necessario introdurre variazioni al calendario vaccinale, in modo da anticipare la protezione prima della partenza. In generale, le vaccinazioni di routine per i viaggiatori internazionali (a seconda del paese da visitare) sono per febbre gialla, tifo, colera, epatite A, polio, meningococco A, C, W135, Y, encefalite giapponese, meningoencefalite da zecca, rabbia, Tubercolosi in base alla seguente tabella:
2. Cosa mettere in valigia: 12 cose da non dimenticare.
E’ indispensabile mettere in valigia farmaci e presidi di uso comune che potrebbero non essere disponibili nel Paese di destinazione:
– soluzioni disinfettanti
– gel disinfettante per le mani
– analgesici e antipiretici
– pomate cortisoniche contro punture di insetti
– anticinetosici contro mal d’auto, d’aereo, di mare
– 1 antibiotico ad ampio spettro
– soluzioni reidratanti orali
– prodotti antizanzare
– antimalarici (se indicata la profilassi)
– creme solari ad alta protezione
– farmaci utilizzati abitualmente, in quantità sufficiente per tutta la durata del viaggio ed eventualmente un 10% di prodotti in più per far fronte ad eventuali imprevisti
– certificato di assicurazione sanitaria
3. Viaggio in aereo.
I bambini possono viaggiare tranquillamente in aereo, sconsigliato solo in caso di malattie infettive acute (sinusiti o infezioni dell’orecchio), interventi chirurgici recenti, malattie respiratorie croniche severe, neonati di età < 48 ore e donne in gravidanza dopo la 36a settimana di gestazione (dopo la 32a settimana, in caso di gravidanze multiple).
Durante un viaggio in aereo, soprattutto se a lunga percorrenza, occorre fare attenzione ad una serie di fattori che possono influenzare lo stato di salute e benessere del viaggiatore. La variazione del fuso orario, per esempio, può provocare un complesso di sintomi da jet lag, come alterazioni del ritmo sonno-veglia, disturbi dell’attenzione, malessere generale.
Generalmente i bambini sopportano meglio degli adulti i cambiamenti di fuso, presentando sintomi più sfumati, ma è importante regolare le ore del sonno e dei pasti subito dopo l’arrivo e, se possibile, già nei due giorni che precedono la partenza.
In caso di viaggi a Est: nei giorni precedenti anticipare di 1-2 ore l’addormentamento e favorire l’esposizione alla luce la mattina;
In caso di viaggi a Ovest: nei giorni precedenti posticipare di 1-2 ore l’addormentamento e favorire l’esposizione alla luce la sera.
Prestare attenzione nel caso di assunzione di farmaci a orari prestabiliti, per esempio l’insulina nel bambino diabetico.
Le variazioni di pressione all’interno della cabina degli aerei, poi, possono comportare barotraumi, con comparsa di otalgia e acufeni, che possono essere ridotti con la deglutizione; per i lattanti e i bambini più piccoli è possibile minimizzare questi effetti dando loro del cibo o un succhiotto.
Il viaggio in aereo è raramente associato a sintomi di cinetosi (nausea, vomito), che comunque possono essere alleviati scegliendo posti a metà cabina, dove i movimenti sono meno pronunciati, e somministrando antiemetici prima della partenza.
Durante lunghi viaggi in ambienti ristretti è bene distrarre i bambini portando i loro libri e giocattoli preferiti, insieme al materiale da toilette – per farli stare sempre puliti – e a scorte di cibo e bevande.
4. Viaggio in macchina: sempre sul seggiolino.
Il bambino deve essere sempre assicurato nell’apposito seggiolino o adattatore; se l’auto viene noleggiata è necessario controllare l’efficienza di tali dispositivi.
Per prevenire i casi di nausea e vomito è fondamentale somministrare ai bambini una dieta leggera prima del viaggio e mantenere una buona areazione del veicolo. Tenere presente che in molti Paesi in Via di Sviluppo l’uso delle cinture di sicurezza e dei seggiolini per bambini è sconosciuto.
5. In montagna.
Le temperature della montagna, che in estate sono generalmente più miti che in città, sono adatte alle vacanze con i bambini. Con qualche precauzione da osservare. Il mal di montagna acuto è la patologia più frequente in età pediatrica, caratterizzata da sintomi aspecifici (condizioni generali abbattute, irritabilità, anoressia, nausea, vomito, disturbi del sonno) e associata al raggiungimento in breve tempo di quote superiori ai 2.500 metri. Si può prevenire raggiungendo gradualmente quote particolarmente elevate, non è invece consigliata una profilassi farmacologica. Se compaiono sintomi lievi, si consiglia l’uso dei comuni analgesici. Se la sintomatologia peggiora è necessario scendere gradualmente verso quote inferiori ed eventualmente associare una terapia farmacologica dopo consulto medico.
Il soggiorno in alta quota può essere associato a problematiche clinicamente rilevanti per il bambino con patologie predisponenti, pertanto in caso di patologie cardiache o polmonari croniche deve essere previamente consultato il medico curante.
In generale, raccomandiamo durante i viaggi in montagna di considerare il fattore freddo perché i bambini sono più soggetti a rischio di ipotermia e il fattore sole proteggendo il bambino con occhiali, cappellini e creme solari ad alta barriera.
6. Cosa mangio? Attenzione alla “diarrea del viaggiatore”.
E’ tra le patologie infettive più diffuse durante un viaggio internazionale soprattutto in Paesi come Asia, Medio Oriente, Africa, Messico e America Centro-Meridionale. Si manifesta nel 90% dei casi entro le prime due settimane del viaggio.
I sintomi tipici sono: diarrea acquosa, in circa il 25% dei casi associata a febbre e vomito, dolori addominali crampiformi, tenesmo, emissione di feci mucose e/o ematiche, con risoluzione spontanea, nella maggioranza dei casi, in pochi giorni.
Il decorso clinico nei bambini è spesso più severo e prolungato, con il rischio di complicanze, tra cui la più temibile è la disidratazione.
La prevenzione della diarrea del viaggiatore e di altre malattie a carico dell’apparato gastrointestinale è fondamentale rispettando alcune semplici regole:
– bere solo acqua e bevande contenute in bottiglie sigillate; in alternativa l’acqua deve essere sterilizzata con l’ebollizione o con trattamenti chimici
– evitare l’uso di ghiaccio nelle bevande
– consumare solo latte bollito o pastorizzato
– evitare di assumere verdura cruda, frutta non sbucciata
– evitare panini preparati con carne fredda/verdura cruda
– evitare piatti con uova non cotte, gelati, dolci cremosi, budini e i succhi di frutta preparati artigianalmente
– evitare di lavare i denti con acqua potenzialmente infetta
– prima di preparare gli alimenti, lavarsi bene le mani con acqua e sapone o, se non disponibili, con salviettine sterilizzanti
Profilassi e terapia
In età pediatrica è sconsigliato l’uso routinario di farmaci nella profilassi della diarrea del viaggiatore. Talora può essere utile la somministrazione profilattica di probiotici, che potenzialmente interferiscono con la colonizzazione intestinale da parte di agenti patogeni. Soluzioni reidratanti orali sono indicate per prevenire la disidratazione. Non sono disponibili in tutti i Paesi, quindi è importante portarne con sé alla partenza (da sciogliere in acqua sicura). Una terapia antibiotica è indicata solo nei casi di diarrea più grave.
7. Chiare, fresche e dolci acque.
L’annegamento è la seconda causa di morte più diffusa nei bambini che viaggiano. È quindi fondamentale che indossino sempre dispositivi di sicurezza e soprattutto che siano strettamente supervisionati dai genitori.
In generale, i bagni di mare non comportano rischi di malattie infettive. Si raccomanda tuttavia di:
– effettuare bagni solamente in zone turistiche attrezzate
– indossare scarpette da bagno per proteggersi dalle punture di pesci, ricci di mare, crostacei e coralli
– evitare di allontanarsi con il bambino: in mare aperto c’è il pericolo delle correnti e delle maree
– non fare il bagno di prima mattina e dopo il tramonto, perché con il sopraggiungere del buio i grossi predatori si avvicinano alle spiagge
Animali acquatici
Soprattutto in Paesi tropicali fare attenzione a: gronghi, murene, piranha, squali, meduse, coralli, ricci di mare, pesci ragno, scorfani.
In caso di contatto con medusa:
– sciacquare la zona lesa con acqua salata
– applicare gel astringente al cloruro di alluminio o eventualmente pomate corticosteroidee (azione più ritardata 20-30 min)
In caso di contatto con animali con spine velenose:
– lavare la zona
– impacchi con acqua e aceto
– estrarre eventuali spine
– disinfettare l’area e iniziare eventualmente terapia antibiotica
Le acque dolci, invece, possono veicolare numerose infezioni e infestazioni parassitarie (leptospirosi, legionellosi, shigellosi, criptosporidiosi, ciclosporiasi, amebiasi) e andrebbero quindi evitate, soprattutto in aree a basso tenore igienico-sanitario e in zone endemiche per patologie veicolate dalle acque (es. schistosomiasi).
Sintomi quali diarrea, dolori addominali, disturbi urinari, possono presentarsi anche diversi mesi dopo il viaggio.
8. Punture di insetti.
Gli insetti possono avere un ruolo essenziale nella trasmissione di alcune malattie. Sebbene la maggior parte di queste patologie sia prevenibile con vaccinazioni o chemioprofilassi, è importante adottare norme comportamentali per evitare il contatto con questi vettori, soprattutto con le zanzare, più diffuse negli ambienti rurali, nelle ore notturne e durante la stagione delle piogge.
Si consiglia di:
– evitare l’esposizione alle zanzare, soprattutto nelle ore notturne, rimanendo in ambienti chiusi, preferibilmente con aria condizionata
– posizionare zanzariere alle finestre e intorno al letto, preferibilmente trattate con insetticidi (permetrina)
– indossare abiti di colore chiaro, che coprano braccia e gambe, preferire scarpe chiuse ai sandali
– utilizzare spray insetticidi, fornelletti elettrici con pastiglie a base di insetticidi e spirali antizanzare, solo in ambienti all’aperto o molto ventilati, per evitarne l’inalazione
– applicare repellenti sulla cute esposta e sui vestiti indossati. I repellenti andrebbero applicati ogni 3-4 ore, soprattutto in aree climatiche caldo-umide. Nei bambini va evitata l’applicazione dei repellenti sulle mani, per evitare l’ingestione involontaria del prodotto. La maggior parte dei repellenti può essere utilizzata per bambini di età superiore ai 2 mesi, ad eccezione dei prodotti a base di olio di limone e eucalipto. In ogni caso, nei bambini con età inferiore a 2 anni devono essere utilizzati i repellenti a concentrazione più bassa (a seconda del principio attivo).
9. Morsi di animali.
Morsi o ferite da animali possono essere molto dannosi e determinare la trasmissione di alcune malattie, principalmente la rabbia. Per evitare questi pericoli possono essere presi alcuni accorgimenti:
– prima della partenza è necessario accertarsi di essere in regola con la vaccinazione antitetanica e, ove sia presente il rischio di rabbia, eseguire la vaccinazione
– durante il viaggio evitare di avvicinare o nutrire animali non familiari, domestici e non
– in caso di morso di animale, la ferita va pulita e disinfettata
– ove presente il rischio di esposizione a rabbia, è necessario consultare una struttura sanitaria localmente per prendere in considerazione una profilassi post-esposizione antirabbia (vaccino/immunoglobuline) e dosi booster di antitetanica.
10. Cosa fare al rientro.
Al rientro da un viaggio, in particolare da Paesi ad alta endemia è consigliata una visita medica di controllo: diverse malattie possono manifestarsi anche a distanza di tempo come malaria e parassitosi intestinali.
Questa regola vale soprattutto per bambini affetti da patologie croniche (malattie cardiorespiratorie, diabete mellito, immunodeficienza), per coloro che sono stati esposti ad una malattia infettiva durante il viaggio o che hanno trascorso più di 3 mesi in un Paese in via di sviluppo.
È essenziale consultare il pediatra curante in presenza di febbre, diarrea persistente, vomito, ittero, sintomi urinari, manifestazioni cutanee.
In particolare, è bene sapere che la febbre al ritorno da un’area ad endemia malarica rappresenta una possibile emergenza medica ed è necessario consultare immediatamente il proprio medico curante.
E se il bimbo è molto piccolo …in viaggio con il neonato
Il neonato può affrontare vari tipo di viaggio, purché si presentino le condizioni necessarie al suo comfort.
In aereo
I bambini sani e nati a termine possono viaggiare in aereo a partire da 48 ore dopo la nascita, ma è preferibile aspettare almeno fino al settimo giorno di vita. Per quanto riguarda i neonati prematuri e i bambini con patologie polmonari e cardiache, andrebbe richiesto un parere medico prima di intraprendere il volo.
In automobile
I neonati possono viaggiare in auto, se le condizioni climatiche favorevoli sono garantite all’interno dell’abitacolo. Il neonato deve essere alloggiato nel suo “ovetto”, conforme alla normativa europea. Fino ai 9 chili di peso del bambino, il seggiolino deve essere installato obbligatoriamente in senso contrario a quello di marcia.
E’ preferibile porre il seggiolino sul sedile posteriore: il posto più sicuro per il bambino è il sedile centrale posteriore, più riparato in caso di urto sia frontale che laterale.
La posizione del seggiolino sul sedile posteriore è obbligatoria qualora la macchina possegga l’air bag in corrispondenza del sedile anteriore del passeggero. Non è raccomandabile tenere i bambini in braccio.
Non abusare con l’aria condizionata, ma posizionarla sempre a temperature non inferiori a 22-23 gradi.
Prevedere una sosta ogni due ore circa e ogni volta che il neonato debba essere alimentato.
In treno
Il treno è una soluzione comoda perché offre più spazio per muoversi, per passeggiare e per collocare il passeggino o l’ovetto in caso di necessità.
In montagna
Temperature adatte anche ai neonati in montagna. Tuttavia, è preferibile che non si tratti di periodi troppo brevi per consentire quei fisiologici adattamenti richiesti dal cambio di altitudine e di pressione atmosferica. Altezze elevate (superiori a 2000/2500 mt) sono generalmente da evitare.
E’ sconsigliabile anche effettuare gite troppo lunghe o passeggiate impegnative con bambini di poche settimane. Ricordiamo, infatti, che il neonato non ha una struttura ossea e muscolare adatta ad essere trasportato “a spalla” da riservare invece per i bambini più grandicelli.
Cosa mangiare
In caso di allattamento materno: nessun problema. Nei casi di allattamento con formula considerare che, soprattutto nei Paesi tropicali l’acqua è una delle più frequenti fonti di malattie gastroenteriche, e molto spesso quella proveniente dagli acquedotti non è potabile. Va, quindi, utilizzata per la preparazione del latte acqua minerale contenuta in bottiglie sigillate.
Se l’acqua disponibile non è potabile, il metodo più sicuro per la potabilizzazione è quello dell’ebollizione che deve essere protratta per almeno 10 minuti; è necessario inoltre conservare l’acqua nello stesso recipiente fino al momento del consumo.
Raggi ultravioletti
Benché siano noti gli effetti benefici della luce solare in età pediatrica, i raggi ultravioletti possono essere anche pericolosi. Alcuni consigli:
i bambini di età < 6 mesi devono essere tenuti all’ombra e devono indossare vestiti che proteggano la maggior parte della superficie corporea; applicare una protezione solare totale nelle zone foto esposte come viso e mani i bambini di età > 6 mesi devono comunque applicare creme solari protettive verso UVA e UVB, da riapplicare sistematicamente dopo il bagno in mare o in piscina; tener presente che l’applicazione di repellenti per insetti riduce l’effetto protettivo delle creme solari. Far indossare sempre ai bambini occhiali da sole e cappelli.
Smog: cosa fare
Lo smog affligge le grandi città, Roma è tra queste. Cosa fare con i bambini? Le raccomandazioni della Società italiana di pediatria (Sip) aiutano a proteggere i bambini.
“Se vero che la soluzione del problema è demandata principalmente a programmi di salute pubblica decisi e guidati dalle istituzioni – sottolinea la presidente della Sip, Annamaria Staiano all’Adnkronos – è altrettanto importante ricordare come ciascuno di noi possa fare la differenza adottando comportamenti virtuosi per aiutare a ridurre l’inquinamento atmosferico e migliorare la salute di tutti”.
Lo smog, come rileva la Commissione Ambiente della Sip, mette a rischio la salute respiratoria nei bambini. Non solo, può essere assai deleterio anche in gravidanza. Cosa fare quindi?
Per cercare di arginare i problemi legati al troppo smog ecco cosa fare:
Transitare poco in zone trafficate. Quando i rischi ambientali aumentano sarebbe preferibile uscire esclusivamente in aree verdi, evitando lunghi transiti in zone particolarmente trafficate, ricordando che girare con il passeggino in strade altamente trafficate genera sicuramente dei rischi maggiori in quanto il bambino è all’altezza dei gas di scarico.
Muoversi a piedi, in bici o con i mezzi pubblici. Non solo per ridurre il proprio impatto ambientale e quello del nucleo familiare, una delle indicazioni più semplici è, quando possibile, muoversi a piedi, con i mezzi pubblici o con la bicicletta. Scegliere luoghi di riferimento per le proprie attività che si trovano nel quartiere, specie nelle grandi città, può aiutare. Dalla scuola, alla spesa fino agli hobby pomeridiani dei più piccoli.
D’inverno fuori nelle ore più calde, d’estate il contrario. Durante l’inverno infatti con il freddo il particolato si condensa a formare goccioline di aerosol più facilmente inalabili. Meglio dunque stare fuori casa nelle ore più calde, mentre d’estate sono le ore centrali della giornata quelle da evitare, perché nei mesi estivi i livelli di ozono aumentano nel corso della giornata con l’aumentare della temperatura.
Alla guida velocità moderata e motore spento da fermi. Prediligendo se possibile i modelli di auto meno inquinanti, al volante è importante rispettare le disposizioni sui limiti di accesso alle zone a traffico limitato o i divieti di circolazione nella fascia verde nelle giornate particolarmente inquinate, moderare la velocità, mantenere spento il motore se non necessario.
Far diventare ‘green’ anche il proprio condominio. Anche a casa si può fare molto. Ad esempio sensibilizzare il condominio a valutare l’opportunità per il riscaldamento a minore impatto sull’ambiente. Questo tenendo conto del fatto che gli impianti di riscaldamento a combustibili non gassosi dovrebbero essere convertiti a metano. E che gli impianti di riscaldamento condominiali esistenti dovrebbero essere ristrutturati secondo le tecnologie della termoregolazione della temperatura degli ambienti e contabilizzazione del calore.
Obesità bambini: quadruplicata in 30 anni
L’obesità tra i bambini è quadruplicata in soli 30 anni. I numeri diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e frutto di una recente ricerca pubblicata su Lancet sono allarmanti. Per La presidente della Società italiana di pediatria Annamaria Staiano è una vera emergenza sanitaria.
E’ davvero pazzesco che l’obesità riguardante bambini e adolescenti sia quadruplicata in 30 anni. “L’obesità è un modello precursore di malattie croniche, come diabete, malattie cardiovascolari etc, che il Servizio sanitario nazionale deve affrontare in epoche successive della vita. Occorre investire maggiormente sulla prevenzione, a cominciare dall’educazione sanitaria nelle scuole”, sottolinea la Staiano.
“La scuola rappresenta un luogo insostituibile, non solo per l’apprendimento di nozioni ma anche per un complessivo sviluppo psico-fisico dei bambini e dei ragazzi. Per questo motivo è anche il luogo ideale per mettere in atto, sul campo, la vera prevenzione. Insegnare ai bambini, sin dalle prime epoche della vita, quali solo le sane scelte alimentari, gli stili di vita salutari, i comportamenti che mettono a rischio la salute significa formare cittadini preparati sui temi della sanità pubblica e creare le condizioni per migliorare la salute delle future generazioni”, aggiunge la Presidente Sip. Sana alimentazione e attività fisica sono le strategie più utili per prevenire sovrappeso e obesità, ricorda la Sip. Per sconfiggere l’obesità, quadruplicata tra i bambini in 30 anni.
“La dieta mediterranea – prosegue la presidente della Sip – può essere una valida alleata contro il rischio di obesità. E’ un modello alimentare ricco di alimenti di origine vegetale, caratterizzato dall’impiego di olio di oliva come principale fonte di grassi aggiunti e da un consumo moderato di pesce, uova pollame e prodotti caseari abbinato ad un ridotto consumo di carne rossa. Importante anche il tema della convivialità e della condivisione dei pasti in famiglia. Almeno una volta al giorno, il consiglio è mangiare tutti insieme, condividere il pasto con i propri figli. Non va dimenticato che molte buone abitudini in fatto di stili di vita si acquisiscono in ambiente domestico”. L’acqua va bevuta, e anche molta, mentre è meglio evitare bevande gassate zuccherate. Consumare la prima colazione aiuta, così come evitare merende troppo abbondanti. Poi far fare ai proprio figli attività fisica almeno per 4 giorni la settimana.
Importanza vaccini
I genitori devono conoscere l’importanza dei vaccini per proteggere i loro figli.
“Long Life for All” è il tema della World Immunization Week 2022, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che si celebra dal 24 al 30 aprile, per sensibilizzare ed aumentare la consapevolezza sull’importanza dei vaccini, strumenti fondamentali di protezione in tutte le epoche della vita. (altro…)
Coronavirus e bambini: 10 consigli per la famiglia
La lotta al Coronavirus continua e i bambini sono costretti ancora per un po’ a rimanere a casa. In questi giorni complicati i 10 consigli per la famiglia della Società italiana di Pediatria (Sip) per affrontare meglio il periodo di distanziamento sociale danno una mano a noi genitori, spesso a corto di idee.
Il sole, il bel tempo, le giornate più lunghe, le festività ci fanno desiderare di uscire: non si può. E’ l’unico modo per mettere fine alla pandemia. Il Coronavirus e i bambini, ovviamente, non vanno affatto d’accordo, ma i 10 consigli per la famiglia possono farci trascorrere meglio le giornate.
Il Coronavirus diventerà, lo speriamo tutti, un brutto ricordo e i bambini potranno nuovamente uscire e giocare tutti insieme. Prima che questo diventi una felice realtà, ecco i 10 consigli per la famiglia della SIP: (altro…)
Pressione alta: decalogo bambini
La pressione alta non va mai sottovalutata. La Società Italiana di Pediatria ha stilato un decalogo riguardante i bambini.
“Individuare un bambino con valori elevati della pressione arteriosa e modificare alcuni stili di vita può evitare che diventi un adulto iperteso. Tendenzialmente, infatti, valori pressori elevati nell’infanzia si mantengono tali anche in gioventù fino all’età adulta“, ricorda il dr. Silvio Maringhini, Segretario nel Gruppo di Studio Ipertensione Arteriosa della Società Italiana di Pediatria. E’ per questo che bisogna stare attenti alla pressione alta anche nei piccoli, da qui il decalogo per i bambini. (altro…)